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Ami davvero il tuo partner? Scoprilo rispondendo a queste 5 domande!

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baranq / shutterstock

Orfa Astorga - pubblicato il 02/11/16

Quali caratteristiche dimostrano la genuinità e l'intensità di un amore?

In ogni coppia gli sposi devono fare attenzione al modo in cui si cercano e desiderano l’un l’altra (corpo), in cui si vogliono bene (anima) e in cui manifestano il proprio amore (spirito): il loro rapporto deve essere vissuto in piena libertà e rispetto.

In particolare, si possono correre questi rischi:

– in merito al desiderarsi, che l’attrazione fisica si trasformi in ricerca della propria soddisfazione sessuale fine a se stessa;

– in merito al volersi bene, che i sentimenti si trasformino in abuso emotivo  o possessività;

– in merito all’amarsi, che la volontà di darsi si trasformi in egoismo.

Quali caratteristiche dimostrano la genuinità e l’intensità di un amore? Ecco cinque principi (ed altrettante domande) che ti aiuteranno a sapere se ami davvero il tuo partner:

1. Abnegazione

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shutterstock

“Le azioni parlano più forte delle parole”

Si esprime, ad esempio, quando il marito permette alla moglie che ha appena partorito di dormire un po’, occupandosi del bambino durante la notte e poi andando, con coraggio, a lavorare; o quando la moglie contribuisce al bilancio familiare andando a lavorare fuori, per poi tornare a casa stanca e prendersi cura dei bambini senza perdere la pace.

Dovrebbe essere normale, tra marito e moglie, mostrare amore nelle cose di tutti i giorni, sacrificando in modo spontaneo e determinato i propri interessi, i propri desideri, costi quel che costi.

Ma l’abnegazione va vissuta anche quando si attraversano esperienze dure (quali possono essere le malattie, le crisi economiche e professionali, ecc.) che comportano dei cambiamenti, spesso dolorosi.

Dunque la domanda “Quanto mi ami?” corrisponde, più o meno, a quest’altra domanda: “Quanto sei disposto a sacrificare te stesso per rendere l’altra persona felice?


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2. La lotta contro l’amore proprio

egoismo - amore di se - abbraccio
shutterstock

“Hai fatto bene, ma avresti dovuto interpellarmi”, “avresti potuto aspettare un po'”, “avresti dovuto spendere un po’ di meno”…

Si esprime quando, di fronte a delle piccole cose, si è disposti a cedere per rendere la vita di coppia più piacevole: una camicia con qualche piega, una zuppa un po’ salata, un ritardo, la fretta di dover andare a lavoro, qualche incomprensione, o il non eseguire alla lettera un incarico assegnato nei minimi dettagli…

Spesso è difficile vincere l’egoismo, ma la vanità e l’amor proprio possono sfuggire facilmente al proprio controllo e creare molti danni. Sono difetti che facciamo fatica ad accettare, perché radicati in noi. A volte è necessario morire un po’ a noi stessi per fare felici gli altri.

La domanda da porsi è questa: “Se non sono in grado di morire a me stesso nel piccolo, come affronterò le grandi prove a cui la vita sottoporrà il nostro matrimonio?

3. Correttezza

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shutterstock

L’egoismo porta a dare soltanto per ricevere, a chiedere qualcosa prima di offrire. È un difetto che tende ad essere molto sottile. Questo dialogo ne è un tipico esempio:

— Amore, usciamo questa sera?

— Certo, andiamo a mangiare qualcosa fuori?

— Va bene, mi sarebbe piaciuto andare al cinema ma possiamo andare dove vuoi tu.

Chi invita ad uscire sa bene che la risposta del coniuge sarà:

— Va bene, allora andiamo al cinema, possiamo andare a mangiare fuori la prossima volta.

La stessa azione può essere mossa da diverse intenzioni, e si è onesti soltanto quando non si antepongono i propri interessi al bene della persona amata. Come quando, di proposito, non siamo chiari o non ascoltiamo sinceramente l’altra persona, perché mossi da doppi fini.

Se amare è prima di tutto dare e comprendere, allora dobbiamo domandarci: “Do me stesso/a sinceramente oppure seguo i miei interessi?


4. Rispetto della persona e della sua libertà

Secretive Couple with Smart Phones in Their Hands - Young adult couple has privacy problems with modern technology - it
Nicoleta Ionescu

“Dove sei stata? Con chi hai parlato? Perché l’hai guardato in quella maniera? Perché sei così elegante?  Non sono geloso, è che ti amo molto; so cosa è bene per te, se mi ami ubbidiscimi…”

Un amore sano non impone modi d’essere, gusti e opinioni, non trasforma l’altra persona in un oggetto di piacere fine a se stesso, non ha bisogno di innumerevoli dimostrazioni d’affetto.

Un amore maturo non è opprimente, né geloso, non è sinonimo di coercizione, non fa ricatti emotivi né presenta critiche apparentemente mosse da buone intenzioni.

C’è dunque una domanda molto seria da porsi: “Rispettiamo davvero la libertà dell’altra persona oppure imponiamo le nostre regole?


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5. Un impegno preso in totale libertà

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WEtv

“Non mi sono sposata per amore. Avevo una certa età ed ero zitella”. Oppure: “La mia famiglia mi ha fatto pressione affinché mi sposassi, per i propri interessi; non è stata rispettata la mia libertà di scelta”.

In entrambi gli esempi il problema di fondo è di non essere stati in grado di dire ‘no’ ad un’unione senza amore, perché non si è saputo essere realmente liberi.

Chi decide di prendere un impegno serio nel proprio rapporto affettivo, deve farlo libero da obblighi (esterni o interni), che lo renderebbero finto. Non si è liberi soltanto se nessuno ci obbliga, ma anche e soprattutto se siamo in grado di vivere l’amore nella reciproca libertà. Amare significa appartenere liberamente all’altra persona, ma l’amore egoista cerca soltanto di possedere chi si ama.

Se nell’unione il consenso è davvero un atto libero, dovrà manifestarsi in ogni atto d’amore. E dunque, la domanda è: “Il nostro è un impegno preso in libertà, oppure ci sentiamo obbligati da qualche tipo di pressione, interna o esterna che sia?

L’amore coniugale matura è un impegno totale, pieno, libero e disinteressato che unisce la parte più intima degli sposi. Significa dare e ricevere ciò che non si può comprare né vendere, ma soltanto donare reciprocamente in totale libertà.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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