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Qual è la più grande minaccia per i cristiani oggi?

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Donnie Ray Jones CC

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 31/10/16

Non quella che pensate...

“Alla presenza di musulmani ostili, la minaccia più grande per i cristiani possono essere… altri cristiani”.

Col rischio che sembri che mi voglia unire a una buona compagnia, penso che G.K. Chesterton potrebbe essere d’accordo. Lo dico avendo appena letto il suo romanzo L’osteria volante. Scritta nel 1914, la storia può essere letta come una profezia che descrive le autorità politiche che cambiano la cultura inglese per aiutare i musulmani a sentirsi più a casa.

In primo luogo viene imposto un bando sull’alcool, poi vengono cambiate le tradizioni di voto: “Non dobbiamo chiedere loro di fare una croce sulla scheda elettorale, perché anche se sembra una piccola cosa potrebbe offenderli. E allora propongo di far scegliere tra la croce vecchia maniera e un segno curvo verso l’alto che potrebbe sembrare una mezzaluna. È anche più semplice da fare, e credo che verrà adottato a livello generale”. Nella nostra epoca, la vita imita la satira: un vescovo luterano svedese ha chiesto di rimuovere le croci dalle chiese di modo che “i musulmani non si sentano offesi”.

Nel romanzo di Chesterton, il vero problema non sono i musumani, quanto i modernisti armati di un’educazione superficiale, pretese di saggezza, potere politico e prontezza a “correggere” quello che Dio e l’uomo hanno fatto del cristianesimo. All’antagonista del romanzo viene chiesto: “Pensi di aver creato il mondo, che potresti rifarlo in modo tanto semplice?” La replica agghiacciante è: “’Il mondo è stato fatto male’, disse Ivywood con una nota terribile nella voce, ‘e io lo rifarò daccapo’”.

Questo è il punto principale del romanzo, ed è una minaccia che affrontiamo oggi. Le persone influenti a livello governativo, accademico e culturale – e sì, ammettiamolo, le persone che si identificano come cristiane – con scarsa conoscenza e ancor meno amore nei confronti della fede e della cultura cristiana vogliono epurare l’Occidente dell’eredità, dell’identità, della pratica e della speranza cristiane. C’è allora da stupirsi quando i musulmani zelanti si inseriscono nel vuoto lasciato dai modernisti religiosi e secolari che non provano gratitudine o obbligo nei confronti dell’eredità cristiana che stanno buttando via?

Due autori hanno prodotto, rispettivamente, un video e un libro intitolati How the Catholic Church Built Western Civilization (Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale). Entrambi concordano sul fatto che i secolaristi che odiano la Chiesa e i religiosi assimilati che ignorano le cose riguardanti la Chiesa godano (per ora) delle libertà e dell’ordine sociale lasciato in eredità dal cristianesimo cattolico, mentre per decenni hanno distrutto le basi stesse su cui si fondano.

Mentre le comunità religiose si restringono (una dinamica a cui ci riferisce in modo eufemistico come alla “grazia della diminuzione”), le parrocchie chiudono e i numeri relativi alla frequenza alla Messa e alla confessione crollano, sembra esserci una spinta ad affrettare la fine istituzionale della Chiesa. Nel frattempo, le basi della civiltà benedette e custodite dalla dottrina e dalla pratica cristiana, includendo famiglia, educazione, lavoro, virtù e comunità, sono sotto il costante attacco di persone a cui non interessano, nonché di persone che dovrebbero conoscerle meglio.

I cristiani sono stati battezzati in Cristo e resi eredi del suo Regno. Noi siamo già da ora eredi dell’eredità cristiana di pensiero, cultura, morale, saggezza e adorazione. La rivendicazione audace del cristianesimo è che la cultura e la pratica cristiana vissute in questa vita formano santi che diventano cittadini del Cielo in quella futura. Dio non ci ha dato un altro modo, e l’uomo, nonostante i suoi sforzi migliori, non ha e non può individuare un’altra modalità.

Considerate queste parole dello studioso brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira: “Questo è il nostro obiettivo, il nostro grande ideale: avanziamo verso una civiltà cattolica che nasca dalle rovine del mondo moderno, come la civiltà medievale è nata dalle rovine del mondo romano”. Dobbiamo farlo, perché il mondo che non conosce Cristo vive nell’oscurità, e il mondo che una volta conosceva Cristo lo ha abbandonato.

Gesù esagerava quando ha detto: “Senza di me non potete far nulla”? Lontani da Cristo, non possiamo raggiungere gli obiettivi di Dio per noi. Se permettiamo alle élites culturali e politiche e agli indifferenti a livello religioso di eliminare la civiltà cristiana, ne deriveranno terribili conseguenze. Altri si insedieranno dove una volta i cristiani prosperavano. Nel frattempo, i cristiani avranno ripudiato i loro antenati, i loro discendenti e qualsiasi speranza realistica di Paradiso.

Cosa dobbiamo fare? Dean Abbot identifica il primo passo: “Abbiamo costruito una società che può sopravvivere solo smettendo di preoccuparsene”. In altre parole, dobbiamo arrenderci all’illusione che il mondo presente possa essere salvato. Non possiamo negoziare con i nostri nemici secolari e settari. Non possiamo trovare un porto in cui il mondo ci lasci stare. Non possiamo stringere un patto con il mondo che odia i cristiani” (Gv 15, 18).

Possiamo ricominciare quando centriamo di nuovo il nostro cuore in Cristo, richiamiamo quello che la Chiesa ci ha lasciato in eredità e camminiamo insieme verso il Calvario e oltre.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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