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Cinquanta giovani in Vaticano per progettare lo sviluppo sostenibile

Vatican Insider - pubblicato il 29/10/16

Malav viene dell’India ed è un giovane designer che spende il suo talento per progettare soluzioni che rendano più accessibile la sanità alle comunità più povere. Gabriela, messicana di ventiquattro anni, fa parte dell’associazione Ingegneri senza frontiere; al suo attivo ha già un sistema che ha permesso l’accesso all’acqua potabile a 400 persone in un’area rurale prima sprovvista. Mariyeh a Teheran sta frequentando un master in biomateriali; ma nello stesso tempo si pone la questione di come risolvere la piaga del lavoro minorile. Joanna, polacca, si occupa invece dello sviluppo di sistemi leggeri di energie rinnovabili, per migliorare la qualità della vita nelle comunità più svantaggiate; ora, per esempio, sta lavorando al progetto «energia per l’istruzione» in Tajikistan. 

Sono solo alcuni dei profili dei cinquanta giovani leader provenienti da trenta Paesi di tutti e cinque i continenti che da stasera e fino a lunedì alla Casina Pio IV, la sede della Pontificia Accademia delle Scienze, prendono parte al Vatican Youth Symposium, un incontro tra giovani makers con a tema la questione dello sviluppo sostenibile. Motore dell’iniziativa – insieme all’organismo vaticano – sono le Nazioni Unite, attraverso il Sustainable Development Solutions Network, un dipartimento voluto nel 2012 dal segretario generale Ban Ki-moon per promuovere il coinvolgimento della scienza e della tecnologia nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, i traguardi che l’Onu si è data per affrontare entro il 2030 grandi sfide globali come la lotta alla fame, il miglioramento delle condizioni sanitarie, la lotta alla povertà, la salvaguardia dell’ambiente… Dall’anno scorso questo dipartimento ha aperto anche una sezione giovani, a partire dall’intuizione che la creatività di chi oggi ha meno di trent’anni sia una risorsa essenziale per promuovere lo sviluppo. E in questi mesi ha raccolto idee provenienti da ragazzi e ragazze di ogni parte del mondo, attivi su discipline anche tra loro molto diverse. Ora alcuni degli autori di queste proposte o micro-realizzazioni già in atto sono stati invitati all’incontro che – ispirandosi espressamente alla prospettiva tracciata dall’enciclica Laudato Sì – si tiene proprio in Vaticano. 

Non si tratta di un convegno ma di un vero e proprio laboratorio: la sessione introduttiva – con i discorsi tra gli altri di monsignor Marcelo Sanchéz Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, e dell’economista Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network – occupa appena un’ora dell’agenda dei lavori. Il resto del tempo è riservato ai giovani: ciascuno avrà sette minuti di tempo per presentare la sua idea. E poi – divisi per gruppi – lavoreranno insieme per capire come la creatività dell’uno può offrire spunti interessanti per migliorare anche il progetto dell’altro. 

«Le soluzioni per l’attuazione dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile sono tra loro molto differenti – spiega Siamak San Loni, coordinatore dell’iniziativa per conto delle Nazioni Unite -. Comportano azioni politiche, tecnologia, ricerche, campagne; e coprono una gamma di temi che comprendono la pace, la giustizia, la tratta di esseri umani, il cambiamento climatico, la tutela della biodiversità, l’accesso all’acqua e ai sistemi fognari, la povertà, le disuguaglianze…». La discussione avrà anche una ricaduta immediata in un grande forum politico internazionale: «Al termine dei lavori – continua Loni – una giuria che comprende monsignor Sanchéz Sorondo ed altri esperti di sviluppo sostenibile come Anthony Annett e Virgilio Viana, selezionerà le due soluzioni migliori. Queste idee verranno poi presentate a metà novembre alla COP 22, la conferenza mondiale in programma a Marrakesh che dovrà dare continuità all’impegno per la riduzione delle emissioni dei gas nell’atmosfera, sottoscritto l’anno scorso a Parigi». 

Particolare interessante: tra i cinquanta giovani che partecipano al Vatican Youth Symposium il 53 per cento sono donne e quasi due terzi (il 63 per cento) vengono dai Paesi del cosiddetto Global South. Tra i 17 Obiettivi fissati dall’Onu quello sul quale concentrano maggiormente la loro attenzione è l’ottavo, che chiede di «incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti». Proprio nel segno di quel legame inscindibile tra giustizia, sviluppo e salvaguardia del creato che papa Francesco ha posto al centro dell’enciclica «Laudato Sì». 

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