La clausura è importante nella vita della Chiesa e le monache di clausura devono essere accompagnate «con affetto fraterno», trattate «come donne adulte», rispettando le loro «competenze», senza «interferenze».
Lo ha raccomandato il Papa nell’udienza che ha concesso, nella Sala Clementina, ai partecipanti al Convegno Internazionale per vicari episcopali e delegati per la vita consacrata. Il convegno si svolge dal 28 al 30 ottobre presso l’Antonianum di Roma.
Papa Francesco ha articolato il suo ampio discorso in tre punti: La vita consacrata nella Chiesa particolare; Erezione di nuovi Istituti di vita consacrata; Relazioni mutue.
«Infine, – ha detto papa Francesco prima di concludere il suo discorso – vorrei chiedervi una speciale attenzione alle sorelle contemplative»; ha ricordato che «questa forma di sequela Christi, radicata `nel silenzio della clausura´» «genera `frutti preziosi di grazia e di misericordia´ e di `multiforme santità´. La Chiesa, anche la Chiesa particolare, – ha rimarcato – ha bisogno di questi `fari che indicano la rotta per giungere al porto´».
«Accompagnatele – ha poi raccomandato Bergoglio – con affetto fraterno, trattandole sempre come donne adulte, rispettando le competenze loro proprie, senza indebite interferenze. Accompagnatele – ha proseguito – prestando loro aiuto in tutto quello che si riferisce agli elementi essenziali della loro vita, e tenendo conto dell’Istruzione che emanerà la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Focalizzare – ha osservato il Pontefice – tutta l’attenzione su un solo elemento, per importante che possa essere, come è il caso della clausura o quello dell’autonomia, potrebbe condurre a uno squilibrio vitale che avrebbe tristi conseguenze per la vita di queste sorelle».
In un passaggio precedente del discorso, a proposito delle «relazioni mutue» tra pastori e consacrati, Francesco ha osservato che questo tema, di cui si stanno occupando anche i convegnisti ricevuti in udienza, «è oggetto – ha ricordato il Papa – di uno specifico studio della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e della Congregazione per i Vescovi, alle quali ho chiesto la rielaborazione del documento Mutuae relationes, del 1994».
«Nel sinodo 2014 – ha aggiunto – è stato chiesto di rivedere l’istruzione Mutuae relationes, ma siamo un pochettino in ritardo».