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“Grazie ai miei amici cattolici sono più luterano”

Monument of Martin Luther. It was the first public monument of the reformer, designed 1821 by J. G. Schadow, Wittenberg

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Marinella Bandini - Aleteia - pubblicato il 28/10/16

La storia di Peter, dalla Svezia: "Nel Movimento dei Focolari ho scoperto un altro modo di essere cristiano"

Da quando ha incontrato quegli amici cattolici, Peter è diventato più luterano. Facciamo un passo indietro. Peter è nato quasi 50 anni fa nel sud della Svezia, primo di quattro fratelli. È in famiglia – di forte tradizione luterana, come è normale a quella latitudine – che ha iniziato a formarsi anche nella fede, a imparare cosa era permesso e cosa no (per esempio la discoteca). Ogni domenica l’appuntamento con la Messa, poi la giornata era libera. “Finalmente”: per Peter era come tirare un sospiro di sollievo, dopo aver rispettato anche quella settimana i suoi doveri verso Dio. Ovviamente ai suoi compagni di classe non diceva che era cristiano: “Mi vergognavo della mia fede, perché era molto formale”. Così diverso da quell’amico che invece “era onesto e parlava della religione tranquillamente”. Anche lui era cristiano, pentecostale. Peter guarda con simpatia al suo modo di fare, e fa il primo passo: “Ho iniziato a essere sincero, a non nascondere la mia fede e allora è diventata più personale, mentre prima era solo qualcosa che avevo ereditato dai miei genitori”.

Finite le scuole superiori, Peter si trasferisce a Stoccolma, dove svolge l’anno di servizio civile, e intanto si iscrive a un corso di teologia per giovani, “per approfondire la mia fede”. È il 1988. “Alla chiesa luterana avevo conosciuto una ragazza, che una sera mi ha invitato a un concerto dei Gen Verde. Non sapevo di cosa si trattasse, ma sono andato per stare insieme a lei”. Il gruppo è espressione del Movimento dei Focolari ed è formato solo da donne, di varie nazionalità. In ogni caso, Peter si accorge che la musica è diversa, e che tocca le sue corde più profonde: “Non era solo musica, parlavano della loro vita. Mi ricordo una canzone che raccontava l’esperienza di una delle ragazze del gruppo, colombiana, il cui fratello è stato ucciso dalla guerriglia. Si parlava di odio e poi di perdono. Era un’esperienza vera, non solo parole e musica”. È così che Peter conosce per la prima volta il Movimento dei focolari, di cui anche la sua accompagnatrice faceva parte.

“Mi ha toccato la gioia di tutti, mi hanno accolto molto cordialmente”. Peter comincia ad andare ai vari incontri, prima per accompagnare la ragazza, “poi per un interesse mio. Ci incontravamo ogni settimana e ci raccontavamo la nostra esperienza. Per me era un nuovo modo di vivere il cristianesimo. La mia vita cristiana prima era in negativo, erano le proibizioni, la religione della domenica. Andavo a Messa e poi tornavo a casa, nel Movimento invece ho scoperto la possibilità di condividere la vita cristiana, la quotidianità”. Anche se nel movimento sono quasi tutti cattolici, Peter si trova a suo agio: “Mi sono sentito molto accolto e ho pensato che questo è qualcosa che vorrei portare alla mia Chiesa. Ho continuato sempre a frequentare la Chiesa luterana perché è la mia tradizione e questi amici non mi hanno mai chiesto di diventare cattolico, anzi mi hanno sempre incoraggiato a vivere nella mia Chiesa” e anche quando ci sono appuntamenti comunitari, c’è sempre la possibilità per Peter di andare alla Messa luterana.

Peter capisce che quella è la sua strada. Oggi vive in una comunità di Focolarini, con quattro uomini cattolici. “Per tanti anni sono andato a Messa da solo. Adesso capita che qualcuno mi accompagni: uno di loro viene quasi tutte le domeniche, dopo essere stato alla Messa cattolica”. Ci sono momenti di vita e preghiera comune, anche se Peter non partecipa ad alcuni gesti, come la recita del Rosario, che non appartiene alla sua tradizione. “Nel Movimento ho scoperto che c’è poca differenza nella vita quotidiana: cerchiamo tutti di amare il prossimo e di vivere per il Regno di Dio”. Certo, “non si può far finta che non ci siano differenze, quindi è bene che i teologi studino e trovino una comprensione comune”. In vista della Commemorazione ecumenica per i 500 anni della Riforma luterana, Peter e i suoi amici studiano il documento “Dal conflitto alla comunione” della Commissione luterano-cattolica per l’unità. “In realtà molte persone, in Svezia, non distinguono neanche tra cattolici e luterani, per loro siamo semplicemente cristiani. Della Riforma si parla solo all’interno della Chiesa, nei giornali e nella società non è molto sentita. Molti sanno che viene il Papa ma non sanno che sono 500 anni dalla Riforma”.

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