I pesci non hanno sentimenti. I bambini sì. La mancanza di voce ferisce solo una creatura, il bambino.
Siamo così arroganti come persone, come genitori, che ascoltare le parole di una persona più piccola – per la sua condizione sociale, l’età, l’educazione… – ci risulta impensabile. Ascoltare un bambino è quasi un disonore, perché è lui che ci deve ascoltare. Soprattutto quando il bambino ci riprende quando facciamo qualcosa di sbagliato.
9- Non mi hai ancora pagato i tuoi alimenti
I genitori hanno modi diversi per insegnare a ringraziare. La frase peggiore è “Non mi hai ancora pagato i tuoi alimenti”. Mostrare al bambino il nostro amore e il nostro sforzo sotto forma di debiti è un abuso. Produce nel bambino molta tensione e la sensazione che debba guadagnare tutto e pagare tutto.
L’ingresso nell’età adulta è per il bambino una liberazione dal senso di colpa per la sua vita a credito e finisce per portare a un contatto minimo o nullo con i genitori. Amare è gratis. L’amore per l’amore e la gratitudine arriveranno. È un cliché, ma funziona.
10- Ai miei tempi…
La frase “Ai miei tempi…” si trova alla fine visto che comporta una certa nostalgia del passato, ed è anche il messaggio più divertente. Quasi tutti i miei amici dicono di averla sentita dai genitori.
Su questo punto, tuttavia, non sono troppo rigorosa. Questo modo di dire dei genitori spesso ci irrita – soprattutto quando se ne abusa e serve solo da introduzione alla critica dei comportamenti dei bambini o degli adolescenti –, ma collega anche le generazioni, visto che può trasformarsi in una storia del passato.
Non esiste solo una via per educare. Non c’è un unico stile di condotta. È importante che in ciascuna delle forme scelte pensiamo ai sentimenti dell’altra persona e a come il nostro cammino influenzi e formi il cammino delle persone che sono ancora piccole.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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