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Dalla tossicodipendenza alla libertà dei figli di Dio!

REALE - pubblicato il 26/10/16

La rock band dei REALE, germogliata a Medjugorie si racconta in un’intervista esclusiva a Cecilia

Nelle tue mani è la mia libertà

Cecilia ha incontrato i Reale, la Rock band di Christian Music italiana, ad oggi una delle poche realtà musicali in Italia, in grado di coniugare ottime produzioni musicali, live travolgenti e fede, proponendo testi esplicitamente cristiani con sonorità Rock.

Alessandro Gallo e Francesca Cadorin ,marito e moglie, si conoscono nella Comunità Cenacolo di Madre Elvira, a Medjugorie, dopo anni di tossicodipendenza. Tutti e due hanno alle spalle percorsi musicali che riscoprono però in comunità davanti all’unica “Terapia” che Elvira propone loro: Dio!

Carissimo Alessandro, da quanto tempo sei sposato con Francesca e dove vi siete conosciuti?

Siamo sposati da 11 anni, ci siamo conosciuti nella comunità Cenacolo di suor Elvira, a Medjugorie, dove siamo approdati negli anni ‘90 per problemi di tossicodipendenza. Eravamo tutte e due drogati. Negli anni in cui siamo entrati, la comunità era in pieno sviluppo, Elvira si è resa conto subito di quanto la musica potesse fare avvicinare alla preghiera i giovani, in particolare i giovani come noi, lontani da Dio.  E cosi, coraggiosamente, ha messo insieme una banda di ex drogati di varie nazionalità,  accomunati dalla passione per la musica, ognuno con un dono, chi aveva il dono della composizione, chi del canto, chi della scrittura. Francesca  e io ci siamo conosciuti proprio in quell’occasione,  ed è stato un forte strumento che Dio ha usato per dare un accelerata alla nostra conversione. Fare esperienza della preghiera, nell’adorazione, attraverso la musica,  è stato scoprire che si può parlare a Gesù nella maniera che senti più tua. È stato fantastico scoprire che il Signore, mi ha dato il dono della musica proprio per questo, ed è stato fantastico conoscere quella che sarebbe diventata mia moglie, in ginocchio, suonando durante l’adorazione in comunità.

Cosa ha significato Medjugorie per voi?

È una domanda enorme. Vorrei risponderti con una canzone che ho scritto e dice : “ mi basta il cuore che ti sente, e credo anche se non vedo niente ..” Ho avuto il dono di vivere per 4 anni a Medjugorie, ho vissuto nel ‘campo della Vita’, e ho fatto parte del gruppo dei ragazzi che hanno aperto, cioè costruito, il ‘campo della gioia’, ovvero la casa femminile presente a Medjugorie della comunità Cenacolo. È logico che per me è una terra importante, è la terra dove io, come Alessandro, come ragazzo morto, ho fatto i primi cambiamenti. È la terra dove per la prima volta ho sentito che non ero troppo sporco per rivolgermi a Dio. E nonostante tutti gli anni di droga e di buio, mi sono sentito perdonato. Lì è nata la canzone “Luce” . Ci tengo a precisare, che per me non è una terra di ‘Fenomeni’, non ho visto il sole girare, non ho avuto nessuna visione. Ho stretto amicizia con due tra i sei veggenti , in modo particolare, ma per fortuna il Signore mi ha tenuto in una fede che mi obbliga a credere anche se non vedo, anche se non sento niente dentro. Una fede che non si basa sui sentimenti, questo ‘non sentire’ mi spinge a cercarlo. Quello che ho visto piuttosto, sono migliaia di ragazzi in ginocchio davanti all’Eucaristia in silenzio. Ho visto drogati cambiare vita, famiglie distrutte riunirsi, ho visto ragazzi devastati psicologicamente tornare a ridere, ho visto mio padre convertirsi, questi sono i miracoli che mi hanno cambiato la vita e che fanno di Medjugorie per me una terra importante, credo che in alcuni luoghi, la fede delle persone, attiri l’attenzione del cielo.

Come ha trasformato la vostra vita Dio?

Dio ha trasformato la vita dei ragazzi che fanno parte dei Reale, con strumenti diversi, Dio con me ha usato dei mezzi semplici, perché io sono una persona semplice (per non dire ignorante e orgogliosa).  Ha usato quello che poteva far leva su di me: incontri, musica , semplicità.  Sono arrivato in comunità arrabbiato,  morto,  senza voglia di vivere. All’improvviso incontro una suora, una suora con una grinta incredibile, la quale, difronte alla mia provocazione: “Suora io non credo nel tuo Dio!” mi risponde:  “non me ne frega niente di cosa credi tu, ci credo io. Comincia a metterti in ginocchio  e a rimboccarti le maniche, il resto lo farà lui.” È cominciato tutto da l’esempio di questa donna, Elvira, che ha dedicato la sua vita agli scarti della società. Lei parlava a me. E non di me e della droga. Vedeva me. Non quello che facevo.  All’inizio partecipavo all’adorazione per non essere diverso dagli altri. Non sentivo nulla. Poi nel silenzio, piano piano, ho iniziato a sentire la mia coscienza, ho iniziato a conoscermi, ho iniziato a osservare le mie reazioni ai sensi di colpa, alla fatica.. e ho scoperto sentimenti nuovi . Ho imparato a gestire sentimenti nuovi, come l’innamoramento in comunità, dove ti puoi vedere solo una volta al mese.  È stato un grande dono. E poi ho riscoperto il dono della musica, ho capito la vera finalità di questo dono. Dio in me , ha trasformato il fango in un tesoro. Dio trasforma la tua vita in misura di quanto gliela lasci trasformare.

Che cosa significa Vivere in comunità?

È significato rinascere. Risorgere. Francesca arrivava da un percorso di eroina per strada a Torino. Ogni volta che facciamo un concerto. Siamo davanti allo stupore di quello che Dio ha fatto con noi. Il Signore ha chiamato me, uno che si drogava , uno che non era capace di vivere. Non posso non pensare da dove vengo, qual’è la mia storia, e non posso non stupirmi, difronte al fatto che oggi il Signore ci ha messo me a stare su quel palco a parlare di Lui. Non posso non stupirmi  nel vedere Francesca e pensare che questa è stata una tossicodipendente, che si è fatta di eroina, che ha vissuto per strada , e ora è lì che canta:  “Dio ama l’amore”. Ecco fino a dove può arrivare chi si affida totalmente.  La comunità in realtà per me non è mai finita. Perché la comunità ti propone nient’altro che la vita e la fede semplice nella proposta della Chiesa.

Dopo la comunità, come avete affrontato la vostra nuova vita?

Siamo entrati in comunità che c’era la lira e non c’era Internet , siamo usciti che c’era l’euro e un mondo multimediale che noi non conoscevamo. Abbiamo cercato quelle cose che in quel momento tutti ci dicevano essere necessarie,  quindi: un buon posto di lavoro, la casa, la macchina etc..fatto sta che per rincorrere queste cose ci siamo appassiti, perché io credo che il Signore crei le persone per uno scopo,  e io non ero fatto per stare otto ore in una fabbrica, per quanto la fatica non mi spaventi. Non è successo niente di grave, non è che siamo ricaduti nella droga o ci siamo spenti,  solo che la messa quotidiana non era più cosi importante,  la preghiera giornaliera non era più così importante, mentre,  portare a casa i soldi a fine mese, trovare un lavoro sicuro,  sistemare la casa.. erano il nostro primo pensiero.  Far vedere a tutti che stavamo bene era più importante che stare bene veramente. In quel periodo ci eravamo trasferiti da Milano a Torino con il miraggio del lavoro. Dopo sei mesi ero a letto bloccato, con tre ernie. In quello stesso momento a Torino chiudono la Lavazza e la Fiat, e tutto Torino si trova in tilt , non c’era lavoro da nessuna parte e scopriamo che Francesca è incinta.  Ti puoi immaginare quello che abbiamo vissuto. Ma poi, un giorno, decidiamo di andare a parlare con il nuovo parroco per il battesimo di Samuele. Da subito sentiamo un feeling particolare, cosi ci apriamo, gli raccontiamo i nostri problemi, la nostra fatica di vivere. E ci risponde: “ragazzi cosa vi devo dire,  ricominciate da quello che sapete, dite una decina del rosario tutte le sere, e rimettetevi in ginocchio.” Talmente era la nostra fame di Dio e di pace, che la decina è diventata rosario e poi adorazione. Perché non riuscivamo a smettere di pregare. In quel silenzio si è riacceso un fuoco dentro di noi. Francesca una sera mi ha detto: “ Ale, o ci fidiamo o non ci fidiamo. Ricominciamo da dove ci siamo conosciuti, in ginocchio  facendo musica per Gesù.” Cosi sono nati “ I Reale,” . Poco dopo  già lavoravo come autore per programmi italiani importanti, dalla fucina di X Factor  a Sanremo giovani, e mi sono illuso che quello potesse essere il mio lavoro. Mi volevo dividere tra il mondo, con la sua mentalità industriale e la musica per il Signore. Ora mi rendo conto che si trattava di una grande tentazione, e una grande perdita di tempo,  anche se ho raggiunto degli obiettivi che agli occhi del mondo possono sembrare importanti. Tuttavia, la nostra musica, si è diffusa in tutto il mondo in modo provvidenziale, attraverso il passaparola delle comunità..

Quindi siete completamente nelle mani della Provvidenza?

Certo. Tutto quello che vedete è frutto di chi ha voluto aiutarci con gratuità. Noi non possiamo permetterci nulla. L’anno scorso ho rinunciato a due proposte discografiche importanti, in cui mi chiedevano di fare Christian music, senza nominare Maria, Gesù, Dio o Spirito Santo. “Tanto”, mi dicono, “il succo rimane lo stesso”. Mia moglie non era d’accordo, cosi, dopo un attimo di crisi, rinuncio alla proposta, e mi rimetto ancora una volta nelle mani della Provvidenza. Ed eccoci qui, liberi e felici. Il nostro Cd “Serpenti e Colombe” è stato tra i 100 più scaricati in Italia, su I Tunes, per 2 mesi.

C’è un genere musicale che preferisci?

Divido la musica in,  bella , brutta o inutile. Diciamo che faccio fatica ad ascoltare musica vuota. se la musica è bella mi piace, a qualsiasi genere appartenga. Certo sono particolarmente attratto dal rock.

Qual è il messaggio che desiderate lasciare ai giovani che vi seguono?

Desideriamo lasciare questo messaggio:  Dio amplifica i sogni che abbiamo da bambini.

Con Gesù si è rivoluzionari, si rivoluziona il mondo, ci si diverte, si è liberi, si sta bene e si realizza la propria vita nella pienezza.

Quindi , Vale la pena di credere che Dio esiste perché DIO ESISTE.


Continuate a seguirci sulla nostra pagina FB: Cecilia Music

A cura di Costanza d’Ardia

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