Un convertito cattolico vuole “tornare a quella gioia”
Katrina,
sto attraversando un periodo piuttosto difficile. Mi sono convertito circa tre anni fa e ora sono un po’ frustrato. Sento come se la Chiesa a cui mi sono convertito non esistesse. Dove sono tutta la tradizione e la ricca liturgia? Le cose che ci sono state insegnate nei riti di iniziazione cattolica per adulti sembravano così chiare; ecco quello che la Chiesa insegna su questo, ecco quello che dice il Catechismo… In realtà, però, non è affatto così. La gente fa un po’ quello che vuole.
Mi sono così stancato che di recente ho iniziato a frequentare una chiesa ortodossa, e la liturgia è sublime. Sono talmente deluso dalla Chiesa che ho pensato seriamente di convertirmi all’ortodossia. Vorrei potermi spostare in un’altra diocesi che ha parrocchie migliori. Come posso tornare a provare la gioia che mi invadeva quando mi sono convertito?
Anonimo
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Caro Anonimo,
il tuo rapporto con il cattolicesimo è un rapporto vivo con Cristo e con la sua Chiesa. A questo riguardo, è simile ad altri rapporti che hai nella vita – amici, familiari, colleghi, coniuge. Un rapporto sano esposto al tempo e alle turbolenze è un rapporto con basi solide in cui ogni membro partecipa dando e prendendo. Se ti aspetti che la Chiesa ti realizzi costantemente o soddisfi sempre le tue aspettative, in questo rapporto sei quello che “prende”. Cosa stai dando alla Chiesa?
Continuando a usare la metafora del rapporto, diciamo che sei sposato e non sei soddisfatto del tuo coniuge. Qual è la cosa più sana da fare? Avere una relazione extraconiugale, divorziare o andare in terapia? La terapia, ovviamente. A meno che tu non cerchi una guida per risolvere la fonte del tuo scontento, tutto ciò che farai è trasferire la tua insoddisfazione su un altro partner e ripetere i modelli di rapporto che hai adottato finora.