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Semafori per distratti

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Catholic Link - pubblicato il 21/10/16

Correggiamo la nostra stupidità o adattiamo la nostra società ad essa?

di Sebastian Campos

La democrazia è indiscutibilmente un valore molto considerato dalla civiltà occidentale, curato dai potenti, apprezzato dai più umili e ritenuto fondamentale al momento di edificare la società. Quello che dice e pensa la maggioranza ha grande valore e peso, perché le società occidentali si edificano in base a queste opinioni e a questi modi di vedere la vita.

Tutto ciò è molto bello, un vero dono di Dio. Il fatto che tutti, indipendentemente da chi siano, abbiano una voce che può essere ascoltata, un’opinione che viene considerata e che al momento di prendere decisioni importanti abbiano valore cambia le cose e si fa sentire. Dall’altro lato, ci troviamo di fronte a uno sguardo positivista al momento di configurare il diritto, le leggi e le norme che ci reggono come società.

Come cristiani abbiamo una bussola, a cui possiamo ricorrere ogni volta che ci disorientiamo un po’ per sapere dov’è il vero nord: la legge naturale, la Parola di Dio, il Magistero della Chiesa e anche la nostra coscienza.

Ma cosa accade quando organizziamo le nostre società in base alle opinioni relative e democratiche della maggioranza? Probabilmente anziché procedere verso nord ci saranno momenti in cui andremo verso nord-est, o nord-ovest… Costruiamo bussole che non necessariamente puntano al nord.

In Germania e in altri Paesi è avvenuto qualcosa che ha conquistato i titoli dei telegiornali. Forse non stupisce tanto gli europei, ma a noi sudamericani fa venire voglia di prendersi la testa tra le mani e chiedersi con meraviglia: “Ma a cosa pensano questi tipi?”

L’uso massiccio degli smartphone tra gli europei ha iniziato a provocare incidenti automobilistici visto che i pedoni, immersi nelle loro tastiere mentre camminano, spesso attraversano la strada col semaforo rosso. Si sono verificati così tanti casi che in alcune città tedesche si è deciso di mettere i semafori a terra. Lucine al suolo perché quando i pedoni distratti arrivano a un incrocio non debbano interrompere la navigazione alzando gli occhi per vedere se il semaforo è verde o se si sta avvicinando un’automobile, ma sia necessario solo spostare leggermente lo sguardo dallo schermo e vedere se la luce che lampeggia al suolo è rossa o verde.


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Sembra aneddotico, ma è anche molto preoccupante. Siamo d’accordo sul fatto che debba essere un problema per i nostri amici tedeschi il fatto che la gente venga investita perché è distratta dal cellulare, ma da qui a stabilire politiche pubbliche finanziate con le tasse di tutti solo perché delle persone distratte non vogliono compiere il minimo sforzo per alzare la testa di qualche centimetro e vedere se il semaforo è verde o sta arrivando una macchina ce ne passa. La cosa preoccupante è che questo lì accade con i semafori a terra, mentre nei nostri Paesi latini si verifica con cose più importanti, come la salute riproduttiva, il matrimonio, l’economia, la povertà, le droghe e tutto ciò su cui si sta legiferando perché la maggioranza delle persone pensa che sia necessario cambiare le cose.

Nella pagina seguente vi proponiamo alcune idee per aprire il dialogo e capire come affrontare questo tema partendo da uno sguardo di fede.

1. La maggioranza può sbagliare, ma la legge naturale no

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“La storia dimostra con grande chiarezza che le maggioranze possono sbagliare. La vera razionalità non è garantita dal consenso di un gran numero, ma solo dalla trasparenza della ragione umana alla Ragione creatrice e dall’ascolto comune di questa Fonte della nostra razionalità” (Benedetto XVI).

Il papa emerito Benedetto XVI è stato un deciso difensore della Legge naturale nella sua lotta contro la dittatura del relativismo, spiegando che la legge naturale è quella “norma scritta dal Creatore nel cuore dell’uomo” che gli permette di distinguere il bene dal male. Ciò vuol dire che il nostro progetto naturale ci dà le chiavi necessarie per capire come dobbiamo relazionarci, cosa dobbiamo curare e come.

Dio è stato saggio e la natura non sbaglia. Quello che ha creato con amore e saggezza risponde a un disegno intenzionale, che spinge inevitabilmente verso la verità. Voler andare contro questo e democratizzare tutto è antinaturale, e non si tratta di essere ultraconservatori, ma di rispettare il progetto originale di Dio.


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2. Curare la verità

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Gesù ci ha insegnato che se rimaniamo fedeli ai suoi insegnamenti saremo suoi discepoli, conosceremo la verità e questa ci renderà liberi (cfr. Giovanni 8, 31-32). Ciò significa che siamo capaci di conoscere e di vivere la verità, ed essa a sua volta ci renderà liberi. Se il Signore ci dice che possiamo conoscere la verità, è nostro compito scoprirla alla luce della sua parola, difenderla, custodirla e insegnare ad altri che esiste e che non essa non si negozia.

Gesù stesso si presenta come la via, la verità e la vita. La verità non è un concetto filosofico che fluttua nella stratosfera, ma una persona, il nostro Dio, che conosciamo, che ci ha insegnato come devono essere le cose. È di questo tesoro della fede che dobbiamo prenderci cura nella nostra vita, nelle nostre comunità e nelle nostre società, e per questo è importante che noi cattolici ci esprimiamo vigorosamente nel mondo sociale.

3. La comodità del relativismo

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Il gusto personale, le proprie inclinazioni e i propri desideri sono difesi come verità dimenticando l’aspetto soggettivo e imparziale di ciascuno di loro. Cadere nel relativismo è una risposta comoda, che giustifica e vuole modificare il contesto per adattarsi alle nostre preferenze. Non ne può venire nulla di buono, sapendo che le nostre tendenze e le nostre idee cambiano col passare del tempo. Come costruire una casa se iniziamo con paglia e legno e poi cambiamo opinione e vogliamo proseguire con mattoni e cemento? Sicuramente il peso di questi ultimi farà cadere tutto.

“Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie” (Benedetto XVI).

Avendo chiare queste idee, vi invito a condividere questi concetti nel vostro gruppo o nella comunità in cui svolgete il vostro apostolato, non solo per poter riflettere sulla reale necessità di installare semafori al suolo nelle vostre strade, ma anche per capire se le cose che stanno cambiando nel vostro Paese e nella vostra città rispondono a una cura della verità, del bene comune e della difesa dei valori reali o si tratta di mero relativismo, comodità e manipolazione.


Sebastian Campos è un missionario laico a tempo pieno e si dedica all’evangelizzazione dei giovani. Conferenziere e scrittore, è anche blogger su Catholic Link. Il suo sito web è www.sebacampos.com.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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