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A due passi dal letto del Papa. Ora si può 

Vatican Insider - pubblicato il 21/10/16

Fino a ieri, se non si era capi di Stato o altissime gerarchie ecclesiastiche, erano luoghi non solo intimi, ma anche inarrivabili, segreti. Invece da oggi, per volere di papa Francesco, chiunque può entrare dentro la camera dei pontefici nel loro appartamento di Castel Gandolfo e osservare da vicino il letto su cui sono morti due vescovi di Roma, oppure – varcando semplicemente un porta – percepire l’intimità e la spiritualità della cappella personale dedicata alla Madonna di Czestochowa, o ancora ammirare il divano e la poltrona della biblioteca su cui si sono seduti, uno di fronte all’altro, due Papi, Bergoglio e Ratzinger, e il tavolino su cui erano appoggiati i faldoni contenenti anche i documenti di vatileaks; uno dei loro passaggi di consegne più celebri.

Per la prima volta dunque aprono al pubblico i portoni dell’appartamento pontificio del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, per secoli residenza-rifugio estiva dei successori di san Pietro. Il percorso è stato ideato ed è amministrato dai Musei Vaticani (visite dal lunedì al sabato).

Ecco così la matita lasciata nello studiolo da papa Benedetto XII, la «Galleria» che Alessandro VII desiderò delicatamente decorata, con gli affreschi di Pierleone Ghezzi. Salito il grande scalone, si attraversa il «Salone degli Svizzeri» con i suoi marmi policromi, l’elegante salottino verde per gli incontri ufficiali, la «Galleria della musica», la «Sala del trono», la sala del Concistoro per gli incontri con i cardinali, dove ha ricevuto la porpora Giuseppe Angelo Roncalli, futuro san Giovanni XXIII. Lo studio in cui sono state scritte chissà quante encicliche e omelie. La biblioteca, sulla cui scrivania è visibile l’Atlas Hierarchicus, ossia il volume che contiene la descrizione geografica e statica, nonché le note storiche, della Chiesa universale e che permetteva al Santo Padre di avere una immediata visione dello stato di ogni diocesi del mondo.

Poi, appunto, la sobrietà della camera da letto, con appena un letto a una piazza e mezzo, la Madonna con il Bambino, un armadio, lo scrittoio in legno e il ritratto di papa Gregorio.

In quella stanza, ricorda Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Papa Pacelli permise di far partorire numerose donne sfollate per la seconda guerra mondiale: nacquero circa 40 i bimbi, chiamati «figli del Papa», «e mai così tanti bambini vennero battezzati con il nome di Eugenio».

La camera è rivolta con le finestre verso il mare, una striscia azzurra all’orizzonte. L’emozione, con tutte le conseguenti suggestioni, per essere a due passi dal letto del Papa – su cui hanno terminato la loro vita a distanza di vent’anni Pio XII, nel 1958, e Paolo VI, 1978 – si unisce immediatamente all’impatto della Cappella dove per la prima volta due pontefici, Benedetto XVI e il neo eletto Papa Bergoglio, hanno pregato insieme. La Cappella privata fu realizzata su iniziativa di Pio XI; sull’altare è presente una riproduzione del quadro della Madonna di Czestochowa, donata a Papa Ratti dai vescovi polacchi dato che tra il 1918 e il 1921 egli era stato in Polonia da visitatore e poi da nunzio apostolico.

Come trascurare la vista: dalle grandi e alte finestre il panorama è mozzafiato, infatti Paolucci invita: «Affacciatevi dal terrazzo e vedrete la pura bellezza, il miracolo della natura», in particolare il lago di Albano e gli immensi e incontaminati boschi.

Il presidente del Governatorato della Città del Vaticano, cardinale Giuseppe Bertello, assicura: «Nulla è stato toccato o modificato nell’appartamento, in modo che i visitatori possano vedere e gustare la quotidianità, generalmente tranquilla, dei pontefici nel luogo in cui vivevano d’estate». Dunque tutti gli orologi –  funzionanti – hanno davvero segnato le ore di riposo e di riflessione dei papi che vi hanno risieduto. E tutti i telefoni «sono stati davvero usati dai pontefici»: in particolare ci sono quelli del modello Sip, bianchi con tasti neri, diffusi soprattutto negli anni ’90 del secolo scorso, quindi al tempo di san Giovanni Paolo II.

L’appartamento è legato a 33 papi, ma solo 15 vi hanno risieduto. A cominciare da Urbano VIII: la prima villeggiatura ufficiale è data il 10 maggio 1626.

L’ultimo ad averne usufruito è stato il papa emerito Benedetto XVI. Il 28 febbraio del 2013 Joseph Ratzinger ha lasciato il Vaticano in elicottero dopo avere rinunciato al pontificato: quando i portoni del Palazzo sono stati chiusi, è iniziata la sede vacante: quelli sono stati – a oggi – gli ultimi istanti di un papa residente a Castello Gandolfo.

VIDEO: La residenza estiva Pontificia di Castel Gandolfo

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