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A quale tipo di martirio ti stai preparando?

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Jean-Léon Gérôme/Public Domain

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 19/10/16

C'è più di un modo per offrire la propria vita a Cristo

“A quale tipo di martirio ti stai preparando?” Sembra una domanda strana, per due ragioni. In primo luogo, suggerisce che ci sia più di un tipo di martirio – qualcos’altro rispetto all’essere uccisi per la Fede. In secondo luogo, almeno in Nordamerica, sembra allarmista esortare i cristiani a prepararsi per il martirio, come se venissero radunati per essere uccisi come accadeva nell’antica Roma. Diamo un’occhiata a entrambe le questioni.

Parlando in senso stretto, per essere dei veri martiri bisogna effondere il proprio sangue fino alla morte, vittime di chi odia la Fede. In senso più ampio, attingendo ad alcune fonti di spiritualità celtica, alcuni parlano di martirio “rosso”, “bianco” o “blu”. In base a questa tradizione, il “martirio rosso” è soffrire fino alla morte per Cristo, il “martirio bianco” è rinunciare ai beni del mondo per la purezza e l’autocontrollo e il “martirio blu” (a volte indicato come “martirio verde”) è una vita di lacrime, digiuno e penitenza in segno di pentimento per i propri peccati (lasciamo agli irlandesi l’elaborazione di una tassonomia completa della sofferenza). L’amore per Dio può offrirci l’opportunità di donare la nostra vita in un’unica volta (come nel “martirio rosso”) o come offerta quotidiana nel corso di molti anni (come nel “martirio bianco” e nel “martirio blu”).

In alcune conversazioni recenti con fedeli cattolici, ho sentito parlare di “martirio bianco” per riferirsi a chi svolge i doveri del proprio stato di vita, a grande costo, giorno dopo giorno: genitori che si occupano di bambini molto malati, studenti che accettano la severa disciplina richiesta dall’eccellenza accademica, medici e infermieri che affrontano quotidianamente la malattia e la morte senza intravedere la fine di questo percorso di dolore.

In questo senso, penso a un gesuita che ha insegnato Chimica a studenti liceali per più di 40 anni e penso a mio padre, che è andato in pensione presto e ha trascorso gli ultimi 15 anni della sua vita prendendosi cura di mia madre malata. Questi uomini giorno dopo giorno, anno dopo anno, si sono offerti in sacrificio per amore. Devo credere che Dio abbia sempre benedetto questa loro offerta.

È facile immaginare che i cristiani ad esempio in Medio Oriente (ma non solo lì) considerino la possibilità reale o perfino la probabilità del “martirio rosso”. In Nordamerica, la violenza settaria sciocca ancora perché è molto rara. L’Europa è un po’ in una situazione intermedia. Chi ha una qualche certezza che l’odio anticristiano, sia sporadico che sistematico, non si diffonda e non persista?

In America del Nord, ad ogni modo, l’ostilità culturale e civile nei confronti del cristianesimo sta aumentando. Anche se qui i cristiani non sono soggetti a una violenza sistematica, stanno diventando sempre più sgraditi nell’Occidente post-moderno, post-cristiano. Serviranno eroismo, amore, dovere, onore e un’apertura radicale alla grazia per perseverare nelle tempeste che stanno per travolgerci. E come ci stiamo preparando come cultura e popolo di fede?

Apparentemente, i nostri giovani sono diventati talmente fragili che almeno un’università sta offrendo una consulenza h24 agli studenti irritati dai costumi di Halloween. L’ufficio di “ministeri di campus” di una scuola che si identifica come cattolica sta offrendo un ritiro e sta chiedendo agli studenti di vestirsi come il loro personaggio Disney preferito. Possiamo aspettarci che questi giovani sopportino periodi di prova e persecuzione? Possiamo descrivere onestamente gli adulti infantili come il coronamento della nostra cultura?

Il passo biblico preferito da mio padre era questo: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l’oro, e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Affidati a lui ed egli ti aiuterà; segui la via diritta e spera in lui. Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate per non cadere” (Siracide 2, 1-7).

Possiamo essere chiamati al martirio in un modo o nell’altro. Dobbiamo sicuramente prendere su di noi la nostra croce per seguire Cristo. Chi desidera distinguersi nel servizio a Cristo Re può aspettarsi un odio profondo da parte del mondo e un fuoco purificatore dal Cielo. Sant’Ignazio di Loyola avvertiva che “nulla che sia degno di Dio può essere fatto senza che la terra vada in tumulto e si risveglino le legioni infernali”.

Martiri o meno, siamo tutti chiamati a testimoniare Cristo e ad essere fedeli fino alla fine. Sapendo questo, assumiamo quello che la Chiesa ha sempre offerto a chi desidera essere santo: Scrittura, sacramenti, preghiera, penitenza e digiuno. Con queste cose, Dio ha reso sante molte persone. Con queste cose, Dio può rendere santi anche voi e me.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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