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Le differenze contano: i cattolici sono ancora lontani dall’unione con i luterani

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Russell Shaw - pubblicato il 17/10/16

Nonostante i recenti passi verso la riconciliazione, la dottrina resta un ostacolo all'unità

Alla fine di ottobre, papa Francesco si recherà in Svezia per unirsi a una celebrazione della Federazione Luterana Mondiale per l’apertura del 500° anniversario della rottura di Martin Lutero con la Chiesa cattolica e l’inizio della Riforma protestante.

Il gesto del papa sottolineerà i passi compiuti negli ultimi anni da cattolici e protestanti per riconciliare le loro differenze, ma anche il percorso ancora da compiere per ripristinare l’unità.

Tra gli indicatori recenti dei progressi già compiuti, c’è la pubblicazione di un documento della Conferenza Episcopale Tedesca che definisce Lutero un “maestro della fede”.

Lo è stato senza dubbio, ma era anche qualcosa di notevolmente più complesso.

La complessità viene suggerita dalla descrizione del tempestoso agostiniano da parte dello storico Christopher Dawson come “un uomo dal potere e dall’energia titanici, che combinava… l’eloquenza vernacolare del demagogo e la convinzione religiosa del profeta”.

Lutero è stato sicuramente un maestro, guidato dal desiderio di fedeltà a quello che pensava intendesse la Scrittura ed esasperato da quelli che riteneva – e spesso erano davvero – abusi all’interno della Chiesa cattolica della sua epoca.

Lutero ha promosso innovazioni dottrinali e pratiche, e lo stesso hanno fatto altri luterani, calvinisti, anglicani, anabattisti e la folla sempre crescente di altri nuovi settari che hanno preso la via da lui inaugurata.

Ora il principio della Sola Scriptura – la Scrittura come unica regola di fede – è diventato un principio di disunione. Come spiega Brad Gregory dell’Università di Notre Dame nel suo notevole studio The Unintended Reformation (Harvard University Press), fin dai primi anni della Riforma i riformatori non erano d’accordo tra loro sul significato della Scrittura, e hanno così prodotto un’ampia gamma di rivendicazioni di verità conflittuali tra loro.

Oggi parlare di luteranesimo come se fosse un’unica comunità di fede sarebbe fuorviante. Lasciando ai luterani il compito di risolvere i rapporti tra di loro, noto che solo negli Stati Uniti ci sono almeno tre corpi luterani principali. La Chiesa Evangelica Luterana in America è il gruppo più consistente e più liberale, ma non è l’unico. Ciascuno si distingue dagli altri in termini dottrinali e pratici.

In un’epoca in cui il sentimentalismo a volte mina il pensiero ecumenico, c’è chi chiede che differenza facciano le differenze dottrinali tra i cristiani – Dio non è forse contento di tutti noi? La domanda merita di essere presa in considerazione in modo serio, visto che una certa dose di diversità dottrinali su questioni aperte è non solo tollerabile, ma entro certi limiti anche auspicabile.


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Al di là di questo, comunque, le differenze contano. Il Nuovo Testamento è pieno di forti avvertimenti contro il falso insegnamento e i falsi maestri che, come dice Paolo nella Lettera ai Romani – documento che Lutero stimava molto –, “provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso” (Rom 16, 17).

Lo scorso anno, rappresentanti della Chiesa Evangelica Luterana degli Stati Uniti (ELCA) e la Conferenza dei Vescovi Cattolici hanno pubblicato una dichiarazione congiunta citando numerosi argomenti in cui dicono che le differenze “divisive a livello di Chiesa” tra la ELCA e la Chiesa cattolica non esistono più. Su altre questioni, però – tra le quali l’ordinazione, inclusa quella femminile, il papato e questioni morali come l’aborto – ammettevano che i disaccordi continuano a separare cattolici e luterani.

Se la dottrina è importante – e lo è –, allora i leader sia cattolici che luterani hanno molto da fare prima che l’unità distrutta cinque secoli fa venga ripristinata. Come mostra il gesto di papa Francesco, la ricerca dell’unità ha compiuto passi importanti, ma non inganniamoci – la strada da percorrere è ancora lunga.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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