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Quelle scuole che restano aperte grazie agli stranieri

Vatican Insider - pubblicato il 14/10/16

Nei piccoli comuni le scuole chiudono per mancanza di studenti? A tenerle aperte sono gli extracomunitari. Grazie a un migliaio di iscritti è da otto anni che gli istituti e i convitti (della Calabria prima e ora anche della Campania e della Toscana) riescono a sfuggire ai tagli delle sedi scolastiche. Un progetto, condiviso con le istituzioni regionali e nazionali, che dal 2008 a oggi ha consentito di fronteggiare lo svuotamento demografico di antichi borghi e la conseguente riduzione del numero di studenti italiani.  

«Il progetto si realizza a diversi livelli- spiega Salvatore La Porta, presidente dell’istituto calabrese di politiche internazionali, la onlus da cui è partita l’iniziativa-. Il primo è collegato alle scuole di italiano per stranieri che ospitano in estate studenti che vengono a imparare la lingua in piccoli comuni della Calabria, come Santa Severina, Diamante, Belvedere Marittimo, Tropea, Scilla». 

Il secondo livello, invece, riguarda la frequenza quinquennale di studenti stranieri ad un intero corso di studi superiori. Dal 2008 sono stati formati in Calabria oltre mille ragazzi extracomunitari, proventi principalmente da Kurdistan iracheno, Egitto, America Latina. Attraverso un accordo con il ministero dell’Istruzione e la Regione, sono stati individuati alcuni piccoli comuni della Calabria dove c’era una storica difficoltà a mantenere aperte le scuole per la diminuzione degli abitanti dovuta al calo della natalità e alla forte emigrazione verso le regioni del centro-nord.  

«Grazie agli studenti stranieri, gli studenti locali hanno potuto continuare a frequentare le scuole superiori nei loro comuni di residenza», osserva Donatella Romitelli, collaboratrice del programma Pitagora Mundus-. Ciò crea anche una microeconomia locale perché questi studenti vengono accolti e accuditi in strutture del posto. I comuni, i convitti e gli istituti scolastici li ospitano quasi gratuitamente e l’investimento ha ricadute economiche positive sull’economia di questi comuni». 

Le borse di studio vengono erogate in base alla disponibilità delle scuole dei comuni calabresi di ospitare un certo numero di studenti. Le disponibilità di posti vengono raccolte e proposte attraverso le ambasciate ai paesi in via di sviluppo. Così la presenza di studenti stranieri ha permesso d tenere aperte scuole e convitti in piccoli comuni calabresi come San Demetrio Corone, Sant’Agata di Esaro, Scigliano, Diamante (istituto alberghiero), Santa Severina (liceo classico), Palmi (convitto) e anche in Campania a Salerno (convitto Tasso). E adesso il programma verrà esteso alla Toscana e alle regioni del nordest.  

«Gli studenti stranieri si iscrivono al primo anno delle superiori e dopo cinque anni arrivano al diploma sottolinea La Porta-.Dopo il diploma tornano nei loro paesi e diventano un ponte tra l’economia italiana e quella del loro paese di provenienza”. I ragazzi trovano già lavoro in Italia durante le vacanze estive. “Conoscono perfettamente l’italiano e, dopo il diploma, molti di loro vengono assunti da aziende italiane che lavorano con l’estero e che esportano nei paesi di provenienza degli studenti- aggiunge Romitelli-. Inoltre assumerli è un vantaggio per le aziende italiane perché la presenza di personale locale è meglio a accettata in quei paesi. E sappiamo quanto grave sia il rischio di rapimento di lavoratori stranieri in alcune zone del mondo». 

Il 18 dicembre un gruppo di studenti andrà a piazza San Pietro all’Angelus di papa Francesco, tra loro studenti paraguaiani selezionati dal ministero degli esteri paraguaiano nelle zone più povere del paese. «Dal 2008 il programma Pitagora Mundus contribuisce a riattivare l’economia locale dei borghi calabresi- evidenzia La Porta-.Il paese di provenienza concorre alle spese degli studenti per viaggi aerei annuali di ritorno in patria, per i permessi di soggiorno, per le spese burocratiche e mediche, per le attività extradidattiche». 

Nei piccoli comuni gli studenti ritrovano quell’ambito più a misura d’uomo e di tipo familiare che hanno lasciato nel loro paese. E in questi piccoli centri il controllo sociale è maggiore. «Sono studenti meritevoli che vengono scelti, nel loro paese in via di sviluppo, tra i ragazzi più bravi- puntualizza Romitelli-.Nei piccoli comuni calabresi vengono istruiti e formati. E così in zone difficili della Calabria le difficoltà diventano opportunità. E in questo modo il Mezzogiorno diventa come nel passato un anello di congiunzione tra civiltà ,come all’epoca della Magna Grecia». 

Accordi di programma e intese di collaborazione sono state firmate con la regione Calabria, l’ufficio scolastico regionale e le province calabresi. La scuola di Diamante, con la preside Concetta Smeriglio, è la capofila della rete di istituti E ora lo stesso progetto è stato esteso viene a Salerno e nei piccoli comuni della Toscana attraverso istituti scolastici e convitti. Il progetto è stato adottato dal ministero dell’Istruzione e il 10 11 novembre si terrà un incontro a Diamante, in provincia di Cosenza, per istituire un gruppo di coordinamento nazionale. Attraverso il piano presentato al viceministro degli Esteri, Mario Giro è allo studio la modalità tecnica per poter destinare l’1% dei fondi della cooperazione internazionale alla formazione dei giovani di paesi in via di sviluppo ai quali “Pitagora Mundus” permette di studiare.  

«L’Agenzia della cooperazione e dello sviluppo è stata coinvolta con l’arrivo di 27 studenti somali- precisa La Porta-.Il ministero degli Esteri della Somalia ha chiesto 27 borse di studio alla Farnesina che gliele ha concesse». In questo modo la cooperazione internazionale viene collegata all’istruzione. «La filosofia è quella di non dare solo il pesce, ma anche la canna per insegnare a pescare- conclude La Porta-. Un progetto senza finanziamenti europei e statali. Siamo come la dieta mediterranea, facciamo sinergia di tutto, facciamo con tutto ciò che facciamo. Il prossimo passo accogliere i minori stranieri non accompagnati attraverso i comuni e i convitti che hanno dato la disponibilità ad ospitarli».  

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