Aleteia logoAleteia logoAleteia
giovedì 25 Aprile |
Aleteia logo
vaticano notizie
separateurCreated with Sketch.

L’avvocato di Asia Bibi: “Chiediamo la piena assoluzione”

Portrait Asia Bibi – it

© DR

Vatican Insider - pubblicato il 12/10/16

Alla vigilia dell’udienza davanti alla Corte suprema del Pakistan, le sorti della donna cristiana sono affidate a un legale musulmano che crede nella giustizia e nei diritti umani

di Paolo Affatato

È intento a lavorare nel suo ufficio in un giorno di vacanza. Da buon musulmano, il decimo e undicesimo giorno del mese di muharram, il primo del calendario islamico, l’avvocato Saiful Malook celebra di solito la festa islamica dell’ashura in famiglia. Quest’anno l’eccezione è d’obbligo e i familiari dovranno attendere. Il 60enne avvocato che ha accettato di difendere Asia Bibi semplicemente perchè «non fa discriminazioni nella scelta dei suoi clienti», sta limando l’arringa che presenterà alla Corte suprema del Pakistan. Intende dimostrare l’innocenza di Asia, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia nei due gradi di giudizio precedenti, con le sentenze del 2009 e del 2014.

La sezione penale della Corte, composta dai tre giudici, aprirà i battenti in aula alle 9,30 del 13 ottobre. Alla vigilia dell’udienza, Malook è sereno: «Sono fiducioso. Vogliamo dimostrare che le prove a carico di Asia Bibi sono insufficienti a motivare la condanna e che le accuse sono infondate, secondo gli standard legali del sistema giudiziario», spiega a Vatican Insider. «Le accuse sono pretestuose e Asia va dunque assolta: è quanto emerge con chiarezza dalle carte processuali».

Il Tribunale dovrà prenderne atto: «La Corte suprema – nota – è il livello massimo della giustizia pakistana. I magistrati sono persone di alto rango giuridico e non si lasceranno influenzare da fattori esterni. Ascolteranno le motivazioni dell’accusa e della difesa. Poi potranno pronunciarsi subito oppure prendersi alcuni giorni per confrontasi, prima di emettere il verdetto».

Timori esistono per la questione della sicurezza, rileva il legale: «La sicurezza, nel frangente di vicenda talmente sensibile, è oggettivamente un aspetto da gestire con massima cura. Si può immaginare la mentalità di alcuni gruppi estremisti islamici presenti nel paese. Molti vorrebbero uccidere Asia Bibi. Ci sono gruppi militanti che hanno tirato in ballo la sua storia nel momento dell’esecuzione capitale di Mumtaz Qadri, il killer del governatore del Punjab, Salman Taseer, ucciso nel 2011 per aver difeso Asia. Oggi questi militanti hanno sete di vendetta e l’obiettivo è una donna che per loro è comunque blasfema, al di là di quanto potrà stabilire la Corte».

Saiful Malook è pienamente coinvolto: è stato, infatti, il Procuratore generale – ruolo che ricopriva cinque anni fa – che fece condannare Mumtaz Qadri. «Ora i leader estremisti entreranno in aula, potranno guardarmi negli occhi, ascoltare le mie parole. Ma non mi lascio intimorire», rimarca.

Sta di fatto che sarà il governo pakistano a dover garantire, con adeguate misure di sicurezza, il regolare svolgimento dell’udienza e la protezione a tutti coloro che vi prendono parte, a cominciare da giudici e avvocati.

Ma dove trova Malook la forza e il coraggio di esporsi e di rischiare perfino la vita per una donna cristiana? «È un’opera che ho iniziato e che porterò a termine. Sono un musulmano che crede nella giustizia. Credo che in Pakistan si possa garantire lo stato di diritto, credo nei diritti umani e nell’uguaglianza delle minoranze religiose in Pakistan».

L’avvocato spera nella piena assoluzione della donna. Se invece l’esito dovesse essere negativo, la difesa potrà ancora presentare alla Corte suprema un’ulteriore richiesta di «revisione della sentenza», come previsto dalla Costituzione. Poi resterebbe solo la chance della grazia presidenziale. Ma a Lahore molti sperano non ve ne sia bisogno.

Lo sperano anche esponenti del governo pakistano, ben consci che i riflettori di tutto il mondo saranno puntati su Islamabad e che il caso di Asia Bibi è noto a livello mondiale. «Proprio in virtù di questa risonanza, è nell’interesse delle istituzioni pakistane che Asia Bibi venga assolta, così da dimostrare al mondo che il Pakistan rispetta lo stato di diritto, i diritti umani, la libertà religiosa. In tal modo si migliora l’immagine internazionale del Paese», ha spiegato Robert McCulloch, missionario per oltre 30 anni in Pakistan, all’agenzia vaticana Fides.

Senza tralasciare la cornice della controversa legge di blasfemia, «pesante bagaglio ereditato da un dittatore». È un fatto positivo, nota McCulloch che «l’esecutivo abbia avviato una discussione in Parlamento per completarla e correggerla, per evitarne l’uso improprio che fa soffrire molti cittadini pakistani, musulmani, cristiani e indù. In quest’opera il sostegno internazionale può essere importante».

È indubbio che la legge di blasfemia (che punisce con l’ergastolo o la pena di morte il vilipendio all’islam) danneggi la reputazione internazionale del Pakistan che oggi, mentre è nuovamente salita la tensione al confine indiano, in Kashmir, avrebbe estremo bisogno di essere tirata a lucido.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

Tags:
asia bibi
Top 10
See More