Volti nuovi nel sacro collegio. «Sono lieto di annunciare che sabato 19 novembre, alla vigilia della chiusura del giubileo, terrò un concistoro per la nomina di 13 nuovi cardinali, da 11 nazioni– ha detto il Pontefice all’Angelus-. Il 20 celebrerò la messa con loro».
Francesco ha designato 17 nuovi cardinali: 13 sono possibili elettori in un eventuale Conclave, tra i quali il nunzio apostolico in Siria Mario Zenari, che resta comunque alla nunziatura di Damasco. E 4 ultraottantenni, tra i quali l’italiano Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara e il semplice sacerdote albanese Ernest Simoni di Scutari. Lo scorso anno Francesco aveva affidato a Corti il compito di scrivere le meditazioni per la tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. Il neo-porporato, dopo aver lasciato la guida della diocesi di Novara nel 2011 per raggiunti limiti di età, si è ritirato a vivere a Rho (Milano), nel santuario dei Padri Oblati dei santi Ambrogio e Carlo. Continua però a predicare esercizi spirituali e a girare l’Italia per tenere incontri e conferenze. Oltre ad essere stato per molti anni vicario generale dell’arcidiocesi di Milano con il cardinale Carlo Maria Martini e dal 1990 al 2011 vescovo di Novara era stato anche vice presidente della Conferenza episcopale italiana. Nel febbraio 2005 aveva predicato gli esercizi spirituali alla Curia vaticana, gli ultimi ai quali aveva partecipato Giovanni Paolo II.
I cardinali che il Papa creerà alla vigilia della chiusura dell’Anno santo della misericordia, sono quindi 13 elettori, che avranno diritto di voto in un eventuale conclave e 4 ultraottantenni, quindi non elettori.
I 13 elettori sono: Mario Zenari, italiano, che il Papa ha annunciato resterà «nunzio nella martoriata Siria», Dieudonne Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, nella Repubblica centrafricana; Carlo Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid in Spagna, Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia in Brasile. Gli altri cardinali elettori indicati oggi dal Papa sono: Blase Cupich, arcivescovo di Chicago negli Stati Uniti, Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka in Bangladesh, Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Merida, in Venezuela, Jozef De Kesel, arcivescovo di Maline-Bruxelles, in Belgio, Maurice Piat, arcivescovo di Port Louis nella Isola Maurizio. E ancora: Kevin Farrell, prefetto del dicastero per i laici, famiglia e vita, Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla in Messico, John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis negli Stati Uniti.
Inoltre i quattro nuovi cardinali annunciati oggi dal Papa, che, avendo superato gli ottanta anni, non sarebbero elettori in un eventuale conclave, sono: Anthony Soter Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia), Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara, Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoek, nel Lesotho e il reverendo Ernest Simoni, sacerdote dell’arcidiocesi di Shkodre-Pult (Scutari-Albania).
La ripartizione geografica dei cardinali elettori annunciati questa mattina a sorpresa dal Papa è questa: tre europei, tre dell’America Latina, tre statunitensi, due africani, un asiatico e uno dall’Oceania. Particolarmente commovente la storia di uno dei nuovi porporati over 80. Il 20 aprile scorso, Francesco ha riconosciuto don Ernest Simoni all’Udienza Generale e ha voluto baciargli le mani, sottraendosi lui allo stesso gesto che l’anziano sacerdote voleva compiere per rendere omaggio al Pontefice. Un gesto clamoroso quello del Papa che certificava però un’idea espressa più volte da Bergoglio: che sono martiri anche i sopravvissuti alle persecuzioni di ieri e di oggi. «È con un bacio sulle mani – confermò quel giorno l’Osservatore Romano – che Francesco ha accolto stamani don Ernest Simoni, il sacerdote albanese che ha passato ventotto anni in prigione: il Papa, commosso, lo aveva già abbracciato il 21 settembre 2014 a Tirana, dopo aver ascoltato la storia della sua persecuzione durata undicimila giorni, durante i quali don Ernest è stato sottoposto a torture e lavori forzati».
Aveva spiegato il Papa a proposito della scelta di nuovi cardinali, sul volo che lo riportava a Roma da Baku, domenica scorsa: «La lista è lunga, – ma ci sono soltanto 13 posti. E si deve pensare di fare un equilibrio. A me piace che si veda, nel Collegio cardinalizio, l’universalità della Chiesa: non soltanto il centro, per dire , “europeo”,ma dappertutto. I cinque continenti, se si può».