Negli anni successivi, infatti, nelle catacombe di San Pietro i collaboratori di Pio XII si sarebbero riuniti per architettare, con la sua benedizione, il piano più audace della seconda guerra mondiale: l’eliminazione del «tiranno», Adolf Hitler.
GLI ARCHIVI BRITANNICI
Del resto, scrive sempre uccronline.it, la notizia della cospirazione contro Hitler, appoggiato da Pio XII, non è una novità in quanto esso è conosciuto da decenni dagli storici, grazie allo studio effettuato negli archivi britannici. Negli ultimi giorni della campagna polacca (1939), infatti, alcuni generali tedeschi architettarono un piano per spodestare Hitler e vollero ottenere da Londra e Parigi delle garanzie affinché il proprio paese potesse ottenere un accordo di pace dignitoso.
L’INCONTRO SEGRETO CON IL MINISTRO INGLESE
I cospiratori vollero sfruttare la posizione del Papa per avviare dei contatti con gli inglesi e, per aprire un canale segreto con il Vaticano, fu inviato a Roma l’avvocato bavarese Josef Müller, che incontrò monsignor Ludwing Kaas. Questi gli suggerì di incontrare il gesuita Robert Leiber, assistente e confidente del pontefice e, dopo il colloquio, il prelato accettò di comunicare al Papa il messaggio degli ufficiali tedeschi. Informato dei piani, Pio XII decise di accettare di fungere da canale di informazione e convocò il ministro inglese presso la Santa Sede, sir d’Arcy Osborne, riferendogli le informazioni raccolte.
L’ERRORE DELLA GRAN BRETAGNA
Il tentativo però non andò a buon fine, sia perché gli inglesi pensarono che dietro queste proposte potesse celarsi una trappola nazista, sia perché i cospiratori sembravano riluttanti ad abbandonare le pretese territoriali e politiche della “Grande Germania”. Fu un errore, quello commesso dalla Gran Bretagna, anche se le motivazioni della sua diffidenza erano comprensibili.
IL PERICOLO CHE CORSE PIO XII
L’azione di Pio XII fu molto rischiosa in quanto, accettando di avviare delle trattative per spodestare un governo straniero e fornendo informazioni militari a paesi che erano suoi nemici (il papa giunse persino ad avvisare il governo belga e olandese dell’immediato attacco a sorpresa tedesco), veniva a compromettere la sua posizione di neutralità; e questo avrebbe esposto la Chiesa a feroci ritorsioni da parte della Germania nazista (linkiesta.it, 22 ottobre 2015).
I MOVIMENTI CRISTIANI
Nel libro Riebling scrive che Pio XII seguì attentamente l’attività dei movimenti cristiani nella Germania nazista grazie proprio al ruolo strategico dell’avvocato Muller, che fu in quegli anni il principale informatore della Santa Sede ed ebbe un ruolo strategico nella nascita della Democrazia Cristiana tedesca.
IL CIRCOLO DI KREISAU
Tra quei movimento, il Circolo di Kreisau è stato uno dei più attivi nella preparazione del mancato attentato ad Hitler del luglio 1944. Al castello di Kreisau, in un fine settimana di Pentecoste del 1942, una riunione dei membri del Circolo già pianificava un’azione contro il tiranno. Passarono buona parte del loro tempo a discutere di un programma sociale e cristiano per la Germania e per l’Europa nel dopoguerra. Il fallimento dell’attentato diede al Circolo, però, un colpo mortale. Molti suoi espoenti vennero arrestati e giustiziati nei giorni successivi. Quasi tutte le esecuzioni avvennero nel carcere di Plotzense, dove esistono ancora, in alcune celle, i ganci usati per l’impiccagione (Corriere della Sera, 3 luglio 2016).
L’ACCUSA DI STALIN
Secondo Reibling, «la prima persona che accusò Pio XII di cospirare con la resistenza tedesca e gli Alleati contro l’URSS fu Stalin» nel ’44. Così, mentre da un lato il Papa non denunciò pubblicamente l’Olocausto, per motivi strategici di prudenza che abbiamo già avuto modo di chiarire, (pur dando il suo sostegno alla fuga e al nascondiglio degli ebrei perseguitati), dall’altro però, si impegnò in un’intensa attività clandestina volta a sostenere chi si opponeva al nazismo.