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Provare pace di fronte alla morte: l’esempio di San Simeone

Canto Gregoriano - pubblicato il 06/10/16

Nunc Dimittis

I miei occhi hanno visto la tua salvezza

Nel vangelo di Luca (Lc 2,25-35), leggiamo che San Simeone era un uomo giusto e timorato di Dio. Il nome “Simeone” deriva dall’ebraico, e significa “Dio ha ascoltato”. Quando Gesù fu presentato al Tempio da Maria e Giuseppe, l’anziano, che aveva ricevuto dallo Spirito Santo, la promessa di sopravvivere fino alla venuta del Messia, mosso dallo stesso Spirito entrò nel Tempio, prese tra le braccia Gesù e lodando Dio, chiese congedo. Simeone esprime la gioia di questo straordinario e atteso incontro, in un cantico di ringraziamento, conosciuto nella  liturgia come  il “Nunc Dimittis”. Detto anche ‘cantico di Simeone.’ Si tratta di un intensa meditazione, che mette in evidenza la sua spiritualità. Simeone riconosce la presenza salvifica di Dio, in un piccolo neonato. La sua fedeltà, la pace di fronte alla morte, il riconoscere Dio nella semplicità di un bambino, fanno della figura di Simeone, un modello spirituale.

Costanza D’Ardia

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