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7 passi per raggiungere la guarigione dell’anima

wife comforting suffering man in mental pain

Monkey Business Images / Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 06/10/16

di Ruth Baker

Chiunque abbia visto Will Hunting – Genio ribelle conoscerà la famosa scena “Non è colpa tua” (ma se non doveste aver visto il film non preoccupatevi, questo intenso dialogo è comprensibile lo stesso). All’inizio mette a disagio, ma quando ci si lascia andare al turbine di emozioni che attanagliano Will (Matt Damon) lo si comprende appieno. È crudo e reale. E fa male, perché parla di una situazione che abbiamo vissuto tutti: quel momento in cui la sofferenza è così forte da non permettere a nient’altro di occupare la nostra mente, il momento in cui il nostro cuore è così saturo che rilascia il dolore in qualsiasi modo, persino urlando.

La verità è che nella vita non ci viene insegnato come soffrire. Non ci viene insegnato come soffrire in modo adeguato. E non ci viene neanche insegnato come guarire le nostre ferite. Non siamo creati per la sofferenza, è una tragedia che ci portiamo dalla Caduta dell’uomo. Non è nella nostra natura. E proprio come il personaggio di Will, anche noi spesso soffriamo per cose di cui non abbiamo alcuna colpa. Guarire sembra impossibile, vogliamo soltanto evitare il processo e arrivare direttamente alla parte in cui non sentiamo più alcun dolore.


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Ma la sofferenza è un viaggio, non la destinazione finale. E saper soffrire è l’inizio del viaggio verso la guarigione. Fa male doversi rapportare con la sofferenza, ma nella mia esperienza posso dire che fa ancora più male provare ad ignorarla. Questo articolo non ha alcuna pretesa di esaustività, vuole soltanto mostrare la punta dell’iceberg della guarigione interiore. Quest’ultima ha sempre a che fare con Dio, che sia in modo diretto o attraverso altre persone. Confidare che Dio è lì, quando ogni parte di noi pensa l’esatto contrario, è parte del processo. Speriamo che questi sette consigli possano aiutarti. Se in questo momento stai soffrendo, sappi che stiamo pregando per te.

1) Inizia chiedendo

“Vuoi guarire?” (Giovanni 5:6)

“Che vuoi che io ti faccia?” (Marco 10:51)

“Va’, la tua fede ti ha salvato”. In molte circostanze riportate nei Vangeli (Marco 5:34, Marco 10: 52) Gesù usa queste parole verso coloro che Lui ha guarito. Non è stata la loro bontà a guarirli, né tantomeno il loro successo o i loro talenti. Ma è la fede – che li ha spinti a chiedere a Cristo e a credere che Lui li avrebbe guariti – ad averli condotti verso la guarigione. Possiamo avere molti motivi, assolutamente legittimi, per cui ci troviamo nel dolore o nella rabbia; ma la guarigione richiede necessariamente che noi ci spogliamo del nostro orgoglio, del nostro desiderio di risolvere tutto da noi e di ogni potenziale pensiero di vendetta verso chi è causa del nostro male. Bisogna lasciar correre, e non è affatto semplice. Ma almeno, in un certo senso, non dobbiamo fare neanche lo sforzo di essere noi a pensare alla nostra guarigione. Invece di dimenarci come chi sta per affondare in un mare in tempesta, lasciamoci andare e facciamoci cullare dalle onde, permettendo a Dio di operare nel nostro dolore e di arrivare fino a noi. “Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli” (Esodo 14:14).

2) Ci vuole tempo (ma non nel senso che pensi)

C’è un vecchio cliché che continua ad essere propinato: “Il tempo guarisce tutte le ferite”. Sembra offensivamente semplicistica l’idea che basti aggrapparsi al tempo e, spuntando anno dopo anno, le ferite si guariranno da sole, come per magia. Consiglio di guardare lo stesso principio da un’altra prospettiva: la guarigione richiede del tempo. La differenza è sottile, ma determinante. Vuol dire che potresti non guarire immediatamente. Ma questo non deve lasciar intendere che Dio non stia gradualmente operando in te, nella tua situazione, nella tua personalità e nelle persone attorno a te. Vuol dire che, anche se non te ne accorgi, Dio ti sta aiutando a guarire, strato dopo strato. Potresti comprenderlo col senno di poi, ma abbi fiducia che, non importa dove tu ti trovi, Qualcuno sta facendo qualcosa per aiutarti.

The painful quest of fertility junkies - it
© Emmanuel DUNAND / AFP

3) Non nascondere il tuo dolore

Qualsiasi cammino tu voglia percorrere, non farlo da solo. Permetti ai tuoi sentimenti di trovare una valvola di sfogo. Il silenzio fa marcire ogni dolore. Pronunciare ad alta voce la propria sofferenza ha un potere immenso. Potremmo essere trattenuti dalla vergogna, ma le parole la neutralizzano. L’orgoglio può spingerci a coprire il nostro dolore, ma condividendo la nostra situazione ci farà scoprire che anche altre persone hanno vissuto la stessa cosa. Permettendoci persino di godere della saggezza altrui. Condividi ciò che provi con un amico sincero, trova un terapista affidabile o parlane con un sacerdote.


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4) Dormi, mangia, bevi acqua, e ripeti da capo

Il dolore ci fa tornare all’essenziale. O perlomeno dovrebbe incoraggiarci a farlo. Se stai attraversando un momento particolarmente difficile, se pensi di aver toccato il fondo, non dimenticarti dell’incredibile connessione tra la mente e il corpo. Quando si tratta dei (forse noiosi) bisogni prioritari della vita dell’essere umano, non risparmiarti affatto. Dopo aver incassato un colpo devastante, riposati. Elimina tutto ciò che non è essenziale. Prova a dormire più di quanto tu non faccia normalmente. Mangia bene e spesso. Bevi più acqua, resta idratato. Fatti un bagno rilassante. Concedi al tuo corpo l’energia di cui ha bisogno per aiutare lo spirito a guarire.

5) “Il dolore esige di essere sentito”

Una celebre citazione di “Colpa delle stelle”, libro per ragazzi di John Green, è la seguente: “È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito”. Ciò che preoccupa della guarigione è che pretende che noi andiamo dritti verso il dolore e lo viviamo. Scappare dalla sofferenza, evitarla o tentare di intorpidirla in modi non sani non fa che prolungare il dolore. E a lungo termine soffriamo molto di più. Ma la sofferenza è solo il viaggio, la destinazione finale è la guarigione. Sebbene guarire richieda del tempo, non siamo destinati a restare impigliati nel dolore per sempre. Cristo ci offre la speranza certa della Sua guarigione. Ed è qualcosa in cui possiamo riporre tutta la nostra fiducia.


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6) Prega con un amico

A volte la sofferenza rafforza la nostra vita spirituale, e potremmo trovare più semplice pregare. Altre volte, invece, la sofferenza ci rende totalmente incapaci di comunicare con Dio. In questo caso, chiedere a qualcuno di pregare con noi e per noi potrebbe rendere più facile il processo di guarigione. Quando non abbiamo le parole adatte, gli altri potrebbero averle. Quando abbiamo abbandonato ogni speranza, gli altri possono ricordarci dei progetti che Dio ha per noi (vd. Geremia 29:11). Gli altri possono portarci a guardare la nostra situazione da una nuova prospettiva. Dio opera attraverso coloro che sono attorno a noi per donarci la Sua guarigione. Chiedi ad un amico pieno di fede di pregare con te o di trovare dei passi della Bibbia da condividere con te. “La parola di Dio è viva, efficace” (Ebrei 4:12) Mai sottovalutare la potenza di un versetto e la sua capacità di aiutarci a trovare conforto e pace nei momenti più dolorosi.

Families are encouraged to pray the rosary together - it

7) Prega con Dio

Spesso il dolore ci sembra insopportabile perché non riusciamo a vedere alcuna ragione per la sua esistenza. La sofferenza inutile è in effetti intollerabile, ci fa desiderare di uscire da noi stessi e cercare conforto in altri modi. Cercare di dare un senso alla sofferenza è dunque parte del processo di guarigione. La sofferenza, se ha un significato, è sopportabile. Non è piacevole, ma può essere tollerata perché confidiamo che vi sia redenzione dentro di essa. Anche se non sempre ci sembra così, Dio non gioca con noi. Non si nasconde volontariamente. Ma lavora al nostro ritmo per donarci la Sua guarigione, affinché ogni cosa possa essere compiuta correttamente e nei tempi appropriati. È meraviglioso il senno di poi, a volte capiamo soltanto dopo tanto tempo dove ha operato Dio nei momenti in cui pensavamo ci avesse abbandonati.

La preghiera, col tempo, ci permette di scoprire come Dio fosse presente nel nostro dolore, dandoci sempre il Suo amore. Ciò vuol dire che quando soffriamo possiamo far tacere ogni voce e gustarci il silenzio, permettendo a Dio di sussurrarci la Sua Parola durante il nostro tempo di miseria e bisogno.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]
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