Qual è il termine corretto per riferirsi a un disabile? Ogni sordo è muto? Handicap intellettivo e malattia mentale sono la stessa cosa?
Dai, confessate. Avete un sacco di domande sull’universo delle persone disabili ma non avete mai trovato delle risposte, o perché avete chiesto a persone anch’esse con molti dubbi o perché avete finito per dimenticare di informarvi sulla questione. Il motivo non è importante. In questo post risponderemo ad alcune delle domande più frequenti delle persone non disabili su quelle disabili.
1. Qual è il termine corretto per riferirsi a un disabile?
È forse il dubbio più comune, e la questione su cui si commettono più errori. In alcuni casi, la gente cerca di essere “politicamente corretta” e finisce per usare eufemismi che non fanno altro che peggiorare la situazione. Il termine corretto e accettato a livello internazionale è “persona disabile”. Qualsiasi altra definizione è imprecisa. La definizione “persona disabile” è in vigore dal 2006, dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. Eliminate quindi dal vostro vocabolario definizioni come “portatore di handicap”, “handicappato” e “portatore di necessità speciali”.
2. Cosa devo dire quando mi presentano una persona disabile?
Potreste cominciare dicendo “Salve!” e comunicando il vostro nome. Va bene eliminare frasi come “Piacere di conoscerla”. Ricordatevi che vi trovate di fronte a una persona in carne e ossa, con sogni, visioni del mondo, paure, aspettative, capacità… come voi. E allora trattatela normalmente, come fate con tutti. Facile, no?
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