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Spiritualità
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Il primo insegnamento per non contrabbandare Dio con qualcos’altro

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don Fabrizio Centofanti - pubblicato il 03/10/16

La parola d’ordine è “Altro”

Il Vangelo è un’altra cosa, un altro mondo. Se manca l’approdo a questa sponda, si arranca in una terra di nessuno in cui si fanno le cose della fede, ma non si viene trasformati in Cristo. È il capovolgimento dei criteri, dell’occhio per occhio, del do tu des, della reazione uguale e contraria che congela l’uomo nell’assenza d’amore. Finché non sperimento la diversità irriducibile del Regno, è meglio non dirmi cristiano, per non correre il rischio di contrabbandare Dio con qualcos’altro.

“Credevi che io fossi come te”, dice il Signore, facendo capire come stanno le cose. Se l’uomo è attratto in quest’altra dimensione, sperimenta pensieri e sentimenti nuovi: si stacca dalla riva, lascia il noto per l’ignoto, comincia l’avventura. “Prendete il largo”, raccomanda il Cristo ai pescatori. Col piccolo cabotaggio, la pesca miracolosa non accade. È il servizio da fare gli uni agli altri: non restare aggrappati alle proprie sicurezze, non ribadire le difese, rinunciare alle certezze di una volta. Solo se mi fido di Dio posso fare l’esperienza di un’abbraccio che guarisce la mia mentalità, la libera per sempre dai rancori e dai ricatti. Se riesco a condividere il suo sguardo posso entrare nella pace, che è al di là delle alleanze umane, dei compromessi che tradiscono, perché ignorano l’esigenza di totalità inscritta nel destino umano.

La parola d’ordine è “Altro”. Dio è Altro da me: per questo può mostrarmi lo Straniero che mi abita, e di cui ho paura. Se apro le porte alla Diversità sarò certo di esserle simile, fatto a sua immagine da sempre. Se mi apro all’Altro troverò me stesso, non temerò piùnulla.

Ma come aprirsi, in modo concreto? In una delle recenti apparizioni, la Vergine Maria consiglia una preghiera semplice: “Gesù, io ti amo. Gesù, io ti adoro. Gesù, io voglio che tu viva nel mio cuore!“. È un modo efficace per tenere acceso il fuoco della fede, la relazione che salva.

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