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Dalla sedia elettrica alla Certosa: non è mai troppo tardi per cambiare vita

Death-Penalty-Behind-Bars – Niklas Morberg / CC – it

© Niklas Morberg / CC

Il Timone - pubblicato il 30/09/16

Cari amici, la storia che sto per raccontarvi sembra la trama di un film di spionaggio frutto della fantasia di qualche celebre scrittore del genere spy story, ma niente di tutto ciò. La realtà sovente riesce a sbalordirci più della fantasia, ed i piani della Provvidenza per quanto contorti possano apparire, si realizzano sempre!!!

La prima domanda che vi sarete posti leggendo il titolo di quest’articolo è che connessione vi può essere tra la sedia elettrica e la certosa? Vi svelerò il senso di questa palese dicotomia.

Il personaggio protagonista di questa incredibile narrazione è Roberto Lañas Vallecilla, nato da una buona famiglia a Calì, in Colombia, il 30 agosto del 1908. Ricevuti insegnamenti cattolici, sin da piccolo studiò presso i maristi, con i francescani ed infine introdotto al noviziato nella Porziuncola di Bogotà. Stava dunque per essere ordinato sacerdote, ed avviato ad una vita ecclesiastica quando vincendo una borsa di studio si trasferì in Italia presso l’Istituto Sapienza presso i francescani laddove avrebbe coronato il suo sogno. Entusiasta di questa nuova esperienza egli studiò con profitto, imparando l’inglese, il francese, l’italiano, il tedesco, il russo, il greco ed il latino.

La sua vocazione cresceva smisuratamente come il suo sapere. Ma ecco intercorrere le variabili imprevedibili della vita…

Un giorno i ragazzi del seminario dovettero uscire e prestare la loro opera per strada offrendo frutta ai viandanti. In questa occasione il giovane e aitante Roberto, alto, biondo e dal sorriso magnetico incontrò una giovane donna siciliana della quale si innamorò a tal punto da abbandonare la vita in seminario, rinunciando alla sua vocazione.

Fece ritorno in patria, tra lo sconforto della sua famiglia amareggiata per quella scelta scellerata, di una rinuncia per un effimero amore.

In un primo momento il giovane grazie alle sue conoscenze linguistiche lavorò a Calì presso un Hotel come receptionist, ma ben presto decise di ritornare in Europa e precisamente a Parigi. Nella capitale francese, si recò alla Sorbona per studiare Scienze Politiche, ma nel 1938 si trasferì a Ginevra dove si impiegò come interprete.

Roberto guadagnando bene, potè vestirsi elegantemente e nel tempo libero, cominciò a frequentare locali notturni, facendosi notare per il suo fascino e la sua classe. In questo contesto, fu avvicinato e reclutato dai servizi segreti nazisti, i quali ingolositi dalla sua conoscenza delle lingue gli offrirono di prestare servizio, come spia, negli Stati Uniti per fornire loro informazioni segrete.

Il giovane colombiano accettò il delicato incarico, sbarcando nel settembre del 1940 negli U.S.A. Furono in tutto sei le spie reclutate dai nazisti che operarono in territorio americano.

A New York, Roberto seppe grazie al suo fascino, alla sua eleganza, alla sua fine dialettica, inserirsi nei contesti più facoltosi ed esclusivi conoscendo personalità di rilievo. Ciò gli permise di sedurre svariate donne dalle quali riusciva ad appurare notizie militari segrete, che relazionava ai suoi referenti nazisti in Europa. Ma questa sua attività spionistica fu scoperta a causa di una denuncia effettuata direttamente all’ F.B.I. da una modella, Audrey Roncovieri, assunta da Roberto come segretaria, la quale innamoratasi ma non corrisposta dal colombiano, scoprì e denunciò l’illecita attività.

L’accusa di organizzatore di una rete di spionaggio e connivenze con il regime hitleriano, portarono alla ricerca di Lañas tra il 1941 ed il 1943. Costretto alla fuga ed alla clandestinità Roberto grazie all’aiuto dei nazisti dovette cambiare identità, spacciandosi per Gabriel Reyes. Con tale nuovo nome continuò la sua losca attività, ma ancora una volta una donna, che, come abbiamo visto nella sua vita hanno avuto una importanza fondamentale, diede fine a questa spy story. Egli infatti fu scoperto dalla sua nuova fidanzata, figlia di un noto contrammiraglio della marina degli Stati Uniti, Charles E. Rosendahl, dalla quale aveva estorto preziosi segreti militari.

Fu catturato nella camera da letto della casa della giovane americana ed arrestato. Abbandonato definitivamente dai nazisti, Roberto fu giudicato e condannato alla sedia elettrica. Egli rimase per ben cinque anni nel braccio della morte in attesa di essere giustiziato come spia, ma i suoi avvocati grazie all’intervento del presidente della Colombia López Pumarejo riuscirono a fargli avere la grazia e ad estradarlo.

La Provvidenza stava operando per recuperare la sua pecorella smarrita… Ritornato in patria nel 1948 fu collocato a lavoro fino ad insegnare filosofia alla Universidad del Valle. Trascorsi 19 anni si recò nuovamente in Europa, a Madrid dove insegnò all’Università Autonoma della capitale iberica, ciò gli consentì di conoscere varie personalità. Tra questi amici, vi fu chi gli fece conoscere Dom Luis María de Arteche, (1948-1979), il Priore della certosa di Jerez de la Frontera.

Il disegno della Provvidenza stava per compiersi! Dopo una vita rocambolesca Roberto Lañas Vallecilla, decise di provare a redimersi di tutti i peccati commessi ed avvicinarsi a Dio nell’isolamento, nel silenzio, nella meditazione e nella preghiera all’interno di una certosa. Una scelta radicale che lo portò ad entrare, nel 1972, come fratello converso, nella certosa della Defension, con compiti di portierato. Visse tra le mura claustrali, senza mai indossare l’abito monastico, tra prolungate veglie, preghiere, lavori agricoli e di falegnameria, leggendo e rispettando l’assoluto silenzio. Nella notte del 26 novembre del 1988, ad ottanta anni compiuti, e dopo aver ricevuto la comunione dalle mani del Padre Priore, Dom Gerardo Marìa Posada, fu colpito da infarto miocardico nella sua cella, e la sua anima salì al cielo.

Il suo corpo fu seppellito dalla comunità certosina nel cimitero della certosa. Roberto giovane dall’incrollabile vocazione in età giovanile e con ambizioni di vita monastica, per una sua debolezza verso l’amore umano spezzò il suo amore per Dio. Questa la sua scelta, ma non condivisa dalla Provvidenza che seppur in ritardo riuscì a riavvicinare a Dio un uomo attratto dalle passioni materiali ma intimamente anelante all’Assoluto.

[Tratto da «Cartusialover’s blog»]

Tags:
testimonianze di vita e di fede
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