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La sorprendente azione di grazie dei bambini dopo aver pregato

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Santi Casanova - pubblicato il 28/09/16

Quante lezioni ci offrono i bambini sul fatto di essere amici e seguaci di Cristo! Lo ha detto già Lui: se non farete come loro...

Tutto ieri e oggi ho letto i post-it su cui gli alunni della scuola elementare dello scorso anno hanno espresso un ringraziamento da lasciare sotto al tabernacolo nella cappella della scuola in cui lavoro. Sono contento di aver deciso di leggere ciascuno dei messaggi, anche se parliamo di circa 300 alunni.

È confortante verificare il bel rapporto di molti bambini con Gesù. Per tanti un “Gesù, ti voglio bene” è più che sufficiente, e mi chiedo se ci sia davvero qualcosa di più importante di questa dichiarazione d’amore che sboccia spontaneamente dal cuore. Quante volte noi adulti siamo capaci di sintetizzare in modo così adeguato la nostra fede? Pochissime. Quel “Gesù, ti voglio bene” di molti bambini racchiude un sentimento molto più profondo: credo che sbocci da un amore che sentono da parte di Gesù. E torniamo alla stessa domanda: c’è qualcosa di più importante di saperci amati da Dio? C’è qualcosa di più importante che riconoscere che Dio è Dio-Amore, Dio-Misericordia, Dio-Tenerezza? Probabilmente no.

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Ho continuato a leggere e mi rallegro del fatto che molti di loro rendano grazie per il fatto di aver imparato tante cose in chiesa e per essersi anche divertiti. E questo binomio mi ha fatto pensare: si può andare a pregare e divertirsi? Probabilmente noi adulti non lo affermeremmo mai. Forse lo diremmo in un altro modo. Penso che i bambini capiscano che andare a pregare non dev’essere un’attività “seria” propria di quell’uomo serio che parlava con il Piccolo Principe di Saint-Exupéry e si riempiva la bocca lodando la sua “serietà”, come se fosse un’autentica virtù.

I bambini hanno scoperto che la gioia e la preghiera vanno di pari passo. Hanno scoperto che andare a incontrare il Padre non può essere un’attività che suscita timore, caratterizzata dalla disciplina dell’aula, che lega, che immobilizza. Hanno scoperto che pregare è legato ad essere se stessi e a scoprire che si può ascoltare Qualcuno che non si vede, che si può parlare con Qualcuno che li ascolta, che si può essere contenti per il fatto di essere amici… Hanno anche scoperto che si può pregare in silenzio condividendo, cantando, ballando, piangendo e abbracciando… Sì, si può imparare a divertirsi anche nelle cose che riguardano Gesù.

Vorrei infine sottolineare qual è la cosa che è piaciuta di più a questi bambini tra i 6 e gli 11 anni. Tre elementi spiccano sugli altri: la “preghiera del cuore”, che è il momento di preghiera personale in silenzio ad occhi chiusi; la Via Crucis in Quaresima e il Rosario a maggio. Sorpresi? Anch’io. Questa opinione obbliga noi educatori, catechisti, genitori, ecc. ad essere aperti al fatto che le “cose di sempre”, con senso e mezzi rinnovati, influiscono sui bambini e sulla loro crescita spirituale. Fare silenzio, incontrare Gesù da soli, prendere la Croce e seguirla in processione con i canti e guardare Maria, pregare e contemplare i misteri continuano ad essere sulla cresta dell’onda.

Quante lezioni ci offrono i bambini sul fatto di essere amici e seguaci di Cristo! Lo ha detto già Lui: se non farete come loro…

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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