Un racconto che ispira
C’era una volta, a meno di mille chilometri da qui, un sarto vedovo che viveva con la figlia piccola. Pur essendo un bravissimo artigiano, era una persona che non faceva attenzione ad alcune cose.
Usciva quindi in strada con gli stessi abiti vecchi, tutti sdruciti, che usava tutto il giorno in casa.
Le persone commentavano: “Un uomo che va vestito così male non può essere un professionista competente. Quel sarto non dev’essere bravo”.
I commenti si diffusero, e nessuno ordinò più nulla al sarto, che diventò povero. Un giorno la figlia gli disse: “Papà, non abbiamo quasi niente da mangiare. Devi fare qualcosa, altrimenti moriremo di fame”.
Il sarto andò in soffitta, dove da molto tempo conservava cose che riteneva inutili. Rimestando tra le pile impolverate, scoprì che c’erano anche oggetti di valore. Non ricordava neanche più quando li aveva messi lì o perché. Mise un po’ di quegli oggetti in un carretto e andò a venderli al mercato cittadino. Con il denaro guadagnato comprò cibi deliziosi per sé e per la figlia.
Sulla strada del ritorno verso casa vide appeso alla porta di un negozio un tessuto magnifico, come non ne aveva mai visti. Era ricamato con fili di ogni colore dell’arcobaleno a formare varie figure. C’erano anche disegni ornamentali con fili d’oro e d’argento intrecciati che brillavano alla luce del sole. Il sarto, meravigliato, decise di comprare quel tessuto con il denaro che gli era avanzato.
Non appena arrivò a casa stese il tessuto sul tavolo, pensò un po’ e poi tagliò e cucì uno splendido mantello che arrivava quasi fino a terra.
Quando uscì con quel mantello, le persone lo circondarono e gli chiesero: “Dove hai comprato questo mantello? In Oriente, nell’isola di Giava?”
“No”, risposte il sarto. “L’ho fatto io”.
“Anche noi vogliamo un mantello bello come questo”.
E gli portarono dei tessuti, facendo la fila alla porta di casa sua. Erano talmente tante persone e lui confezionò così tanti mantelli che finì per diventare ricco.
Ma era una persona che non faceva attenzione ad alcune cose. Non si toglieva mai il mantello: lo indossava sempre, anche quando cuciva, preparava da mangiare o curava il giardino.
Trascorse molto tempo. Il mantello divenne vecchio e logoro. Le persone, vedendo il sarto girare per strada così malvestito, iniziarono a pensare che non dovesse essere un buon professionista e smisero di commissionargli degli abiti. E lui tornò ad essere povero.
Un giorno, non avendo niente da fare, il sarto si mise a osservare il mantello e scoprì che c’era ancora un pezzo di tessuto che non era rovinato. Mise il mantello sul tavolo, tagliò le parti logore, aprì le cuciture, pensò un po’ e confezionò una bella giacca.