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Sono un “fallimento cattolico” perché continuo a confessare gli stessi peccati?

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Katrina Fernandez - pubblicato il 27/09/16

“Rieccomi qui” non dev'essere un'ammissione di sconfitta. Potrebbe essere anche una preghiera

Cara Katrina,

odio confessare ogni mese gli stessi peccati. Sta diventando stancante e temo che il sacerdote non pensi che sia davvero pentita se poi continuo a comportarmi allo stesso modo. Se fossi veramente pentita smetterei, no? Credo che possa pensare questo. Sono stanca di sentirmi un fallimento cattolico ogni volta che devo andare a confessarmi. So che non è l’atteggiamento giusto con cui accostarsi alla confessione, ma mi risulta difficile pensarla in un altro modo. Si può imparare ad amare la confessione?

C.

Cara C.,

impareremo mai ad amare la confessione? Non dev’essere un divertimento. Dev’essere quell’occasione scomoda in cui mettiamo a nudo i nostri peccati e chiediamo il perdono di Dio. Nel farlo riconosciamo la nostra debolezza umana e la nostra totale dipendenza da Dio. È questo che rende la confessione un’esperienza così sorprendente. La forza e l’indipendenza sono caratteristiche preziose, e l’atto di confessarsi è un’ammissione del fatto che manchiamo di entrambe.

Considera ciò che dice l’atto di dolore:

“Propongo, col tuo santo aiuto, di non offenderti più, e di fuggire le occasioni prossime del peccato”.

È solo con l’aiuto della grazia di Dio che possiamo proporci di non peccare più. Non dice “Propongo di non offenderti più con la tua grazia e il mio forte senso di autocontrollo”. Non possiamo salvarci da soli. È il nostro orgoglio che ci dice che dovremmo essere migliori dei nostri peccati e che dovremmo saperli sconfiggere completamente da soli o “smettere” di commetterli, come dici tu.

Pensi che confessarti ogni mese mostri la tua mancanza di controllo su un certo comportamento peccaminoso. Ritienilo invece un riconoscimento del fatto che hai bisogno di dipendere dal perdono e dalla grazia di Dio per evitare che quel peccato ripetuto assuma il controllo totale su di te. La confessione è il nostro promemoria mensile del fatto che senza Dio e la sua infinita misericordia non siamo nulla. Pensi che questo peccato particolare con cui combatti sia difficile da controllare. Immagina quanto potrebbe devastare la tua vita se non lo confessassi regolarmente per paura di quello che il sacerdote possa pensare di te. Ti garantisco che il tuo confessore non pensa che tu sia debole perché vai a confessarti ogni mese. Probabilmente pensa che tu sia un essere umano normale che cerca con grande impegno di vivere la sua fede. Ma se vuoi esserne certa chiediglielo. Prendi un appuntamento con il tuo sacerdote per parlare dell’insicurezza che ti suscita il fatto di confessare sempre gli stessi peccati.

So che pensare “Rieccomi qui” è frustrante e deludente, ma non dev’essere un’ammissione di colpa. Potrebbe essere anche una preghiera.

Rieccomi qui, Signore, a riconoscere la necessità di Te nella mia vita. Rieccomi qui, Signore, a dipendere da Te. Rieccomi qui, Signore, bisognosa della tua misericordia infinita. Rieccomi qui, Signore, nei miei fallimenti umani. Rieccomi qui, Signore, grata per la tua Grazia.

Lodo la tua decisione di confessarti regolarmente una volta al mese. Continua così. Non sei un “fallimento cattolico”. Sei una guerriera cattolica che combatte una battaglia contro il peccato, e Dio è l’armatura che indossi nel confessionale.

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Katrina Fernandezha un dottorato in essere single e un master in monogenitorialità con specializzazione in senso di colpa cattolico. Scrive su questi e altri argomenti legati alla sopravvivenza da più di un decennio. Si possono sottoporre le proprie domande all’indirizzo katrinafixesitforyou@gmail.com.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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