3. “Il tuo corpo è tuo, spetta a te decidere. E perderai la tua silhouette”
Nory Camargo
Educare i giovani a vivere la sessualità in modo sano è una sfida ed è un tema che dev’essere più presente nei nostri dialoghi quotidiani. Accanto a questa educazione, è importante rivalorizzare la maternità, un aspetto femminile che ha perso la sua trascendenza nel nostro mondo sempre più individualista.
Sentiamo milioni di argomentazioni sul perché le donne non dovrebbero più essere madri, a maggior ragione se si tratta di una gravidanza indesiderata e non pianificata. Abbiamo educato le nostre bambine a pensare solo a se stesse e al loro benessere personale.
Una gravidanza non pianificata scatena poi un’infinità di commenti negativi gettati senza alcuna compassione addosso alle donne che affrontano questa difficile situazione. Molte persone non misurano il peso delle proprie parole, e quindi non riescono neanche a immaginare il danno che provocano.
LEGGI ANCHE: Aborto e satanismo: un rapporto reale e pericoloso
Quello di cui dobbiamo realmente tener conto in quanto esseri fragili e peccatori è che l’amore dev’essere presente in ciascuna delle parole che ci escono dalla bocca, soprattutto in situazioni delicate come questa. Un commento inadeguato può essere il fattore scatenante perché l’aborto venga visto come l’unica decisione da prendere, la più semplice.
Per questo, oggi vorrei condividere con voi cinque famose bugie che possono suonarci piuttosto familiari:
1. “Sei giovane, tutti i progetti che avevi per il futuro svaniranno”
©static.pexels.com
Sicuramente in qualche momento della nostra vita, soprattutto nell’adolescenza, facciamo dei progetti per il futuro, sogniamo un certo stile di vita. Una gravidanza non pianificata cambierà non alcuni, ma TUTTI i progetti che avevamo fatto. Anche prendere la decisione di abortire cambierà i nostri progetti per il futuro (ma di questo non si parla quasi mai). Si crede che dopo aver abortito non succeda nulla, che la vita vada avanti con tranquillità, ma non è così. Molte donne, soprattutto quelle giovani, decidono di abortire perché un bambino non rientrava nella lista delle mete da raggiungere, sono spinte dal partner, da amici o familiari con l’oscura promessa che “è la cosa migliore”, ma nessuno parla loro del “dopo”, dei minuti successivi a un aborto; nessuno menziona loro la depressione, l’angoscia, la paura, il trauma psicologico o anche le conseguenze fisiche che comporta un aborto.
L’unica cosa certa è che il futuro non ci appartiene, e per questo ci sono due opzioni: la prima è credere a tutto quello che dicono gli altri – incluso il famoso “inverno demografico” – e commettere un aborto, la seconda è assumere la responsabilità delle nostre azioni, chiedere forza a Dio e proporci di essere la madre migliore per quel bambino che sta per arrivare, perché la decisione di avere un futuro migliore non è in mano ad altri, ma nelle nostre, guidate dalla volontà di Dio.