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Vescovi cattolici e anglicani pellegrini insieme

Vatican Insider - pubblicato il 26/09/16

Trentasei vescovi in rappresentanza delle comunità cattoliche e anglicane di tutto il mondo si recheranno insieme in pellegrinaggio prima a Canterbury e poi a Roma. Celebrando in questo modo i 50 anni del dialogo ufficiale tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana, iniziato ufficialmente nel 1966 con la «Dichiarazione comune» firmata da Paolo VI e dall’allora arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey. 

A promuovere il gesto è la Iarcuum, la Commissione internazionale per l’Unità e la Missione istituita nel 2000 come punto di riferimento pastorale nel dialogo tra Roma e Canterbury e attualmente presieduta dall’arcivescovo cattolico di Regina (Canada) Donald Bolen e dal vescovo anglicano David Hamid. Saranno proprio i vescovi che fanno parte di questo organismo ufficiale – e che provengono a coppie da 18 paesi diversi – a dare vita al pellegrinaggio, che culminerà nel pomeriggio del 5 ottobre a Roma in una liturgia presieduta papa Francesco e dal primate anglicano Justin Welby. Sarà un appuntamento al quale i presuli arriveranno insieme da Canterbury, dopo aver vissuto lì un primo momento comune in quello che definiscono un itinerario di «nuovi passi su un antico pellegrinaggio».

Da venerdì, dunque, la Iarcuum sarà riunita in Gran Bretagna per fare il punto sul cammino percorso in questi cinquant’anni e – in particolare – sul documento «Crescere insieme nell’unità e nella missione», il testo in cui nel 2007 cattolici e anglicani provavano a riassumere i frutti e le sfide nuove aperte dal dialogo teologico tra le due comunità. Anche a Canterbury il pellegrinaggio vivrà un suo primo momento celebrativo forte con la sosta sulla tomba di san Tommaso Becket, dove nel 1982 furono Giovanni Paolo II e l’allora arcivescovo Robert Runcie a pregare insieme, in quella che fu un’altra pietra miliare nella storia recente dei rapporti tra cattolici e anglicani. 

Storia di un dialogo ricominciato in realtà già nel 1960, con il primo incontro tra un papa – Giovanni XXIII – e un primate anglicano – Geoffrey Francis Fisher. Quella volta, però, si trattò ancora di una visita a carattere privato: per arrivare a un incontro ufficiale bisognò attendere il 24 marzo 1966 quando Paolo VI e l’arcivescovo Ramsey firmarono per la prima volta una dichiarazione comune. Da allora – attraverso l’Arcic, l’organismo di confronto teologico tra le due confessioni – si è arrivati all’elaborazione di numerosi documenti comuni su temi come l’eucaristia, il ministero ordinato, l’ecclesiologia, la visione della figura di Maria. Ma a crescere è stato soprattutto il rapporto fraterno tra Roma e Canterbury attraverso i ripetuti incontri tra i Pontefici e i primati anglicani (l’ultimo appena pochi giorni fa ad Assisi). Questo pur nelle fatiche create dalle divisioni anche su questioni nuove, come il tema del sacerdozio femminile o il rapporto con l’omosessualità, che peraltro oggi scuotono anche al proprio interno la comunione anglicana. 

Il pellegrinaggio comune vuole essere dunque un’occasione di rilancio per questo dialogo soprattutto sul livello pastorale che la Iarcuum ha come proprio specifico. A Roma i vescovi arriveranno il 3 ottobre e faranno tappa sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. La giornata centrale del 5 ottobre sarà infine aperta da un simposio accademico in programma alla Pontificia Università Gregoriana. Ma il momento più importante si terrà a San Gregorio al Celio, la chiesa romana di cui il monaco Agostino era priore quando nell’anno 595 fu inviato da papa Gregorio ad evangelizzare le popolazioni anglosassoni. Qui papa Francesco e l’arcivescovo Welby pregheranno insieme presiedendo un rito durante il quale ai vescovi presenti sarà affidato il mandato a proseguire il dialogo nella vita quotidiana delle proprie comunità. 

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