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Scrittore ucciso ad Amman per una vignetta sull’Islam

Vatican Insider - pubblicato il 25/09/16

È stato ucciso da tre colpi di pistola alla nuca davanti a un tribunale di Amman per una vignetta ritenuta offensiva nei confronti dell’Islam. Nahed Hattar, 56 anni, cristiano, controverso giornalista e scrittore per il suo appoggio incondizionato al regime siriano di Bashar el-Assad, si stava recando questa mattina davanti ai giudici. Il 13 agosto era stato arrestato per aver condiviso una caricatura – di cui lui non è l’autore – sul suo account Facebook. A inizio settembre è stato rilasciato su cauzione, ma accusato di vilipendio alla religione. Il suo avvocato, Faisal al-Batayneh, ha rifiutato di seguire il caso, per motivi religiosi. 

Nella vignetta, un uomo con la barba – che ricorda un jihadista e si chiama Abu Saleh, come l’ex “ministro delle Finanze” dello Stato Islamico ucciso in un attacco aereo della coalizione a guida americana a dicembre – è a letto con due donne. Fuma. Attorno, bicchieri di vino rovesciati, un piatto di pollo, le ossa rosicchiate per terra. Siamo in paradiso, è scritto. Da una tenda, spunta Dio, che gli chiede se vuole qualcosa. “Portami del vino rosso e chiedi a Gabriele un piatto di noccioline”, dice l’uomo con la barba facendo riferimento all’Arcangelo.  

Dopo la pubblicazione della vignetta su Facebook, la reazione dei social giordani contro Hattar è stata immediata, e sono scoppiate le polemiche online. Lo scrittore dopo aver cancellato la caricatura si è scusato: non è un attacco alla religione, ma una satira contro lo Stato Islamico. “Non intendevo offendere i credenti – ha detto Hattar – Cercavo invece di rivelare come i terroristi miliziani dello Stato Islamico e i Fratelli musulmani concepiscano Dio e il paradiso”. Secondo al-Jazeera, la Fratellanza musulmana giordana ha pubblicato una risposta, chiedendo al governo di prendere misure contro coloro che condividono materiale capace di minare l’unità nazionale.  

I Fratelli musulmani sono in Giordania un movimento – reso illegale dalla monarchia di Abdullah II – ma anche un partito, il Fronte Islamico di Azione, che dopo nove anni di boicottaggio delle urne si è presentato il 20 settembre al voto parlamentare e, secondo i risultati preliminari, avrebbe ottenuto quasi 20 dei 130 seggi in Parlamento. Nella loro lista, erano presenti anche candidati cristiani e di alcuni minoranze giordane. Dall’uscita di scena nel 2013 al Cairo del presidente Mohammed Morsi, leader dei Fratelli musulmani locali, l’Islam politico nella regione è stato indebolito. Il voto giordano nei giorni scorsi apre quindi a nuovi scenari. 

L’assassinio di Hattar arriva a meno di una settimana da quelle elezioni, che si sono tenute nella calma in Giordania, alleato occidentale e parte di quella coalizione militare a guida americana impegnata a bombardare le postazioni di ISIS in Iraq e Siria. L’assalitore, descritto da testimoni come un uomo sulla cinquantina con la barba lunga e una tunica bianca, è stato immediatamente arrestato.  

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