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Torino, Calabresi dialoga con Carrón

Vatican Insider - pubblicato il 16/09/16

È in programma lunedì 19 settembre a Torino la presentazione de “La bellezza disarmata”, il primo libro di Julián Carrón, responsabile del Movimento di Comunione e Liberazione da dieci anni, dopo la scomparsa del fondatore, monsignor Luigi Giussani (ore 21, Teatro Alfieri, Piazza Solferino, 4, ingresso libero fino ad esaurimento posti). 

Il volume, uscito a metà dello scorso settembre per Rizzoli, mette a tema la crisi della cultura occidentale, con un affondo su temi di attualità come immigrazione, famiglia, nuovi diritti, Europa, terrorismo, politica ed economia. Attraverso il percorso del libro, l’autore rimette al centro l’uomo, con le sue domande e le sue esigenze di verità e di libertà. La “bellezza disarmata” della fede si fa strada come possibile risposta alle sfide del presente. 

«Non c’è altro accesso alla verità se non attraverso la libertà. La storia è lo spazio del dialogo nella libertà»; e ancora: «Nessuno può stare in piedi senza qualcosa per cui valga la pena vivere», scrive l’Autore. Mario Calabresi, direttore de “La Repubblica” e già direttore de “La Stampa” si confronterà con don Julián Carrón su queste provocazioni e numerose altre che il sacerdote spagnolo lancia con il suo libro. Modererà l’incontro il giornalista Marco Bardazzi. 

La bellezza disarmata propone gli elementi essenziali della riflessione di don Julián Carrón a partire dal 2005, anno della sua elezione a presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, dopo che don Giussani stesso, l’anno prima, lo aveva chiamato dalla Spagna a condividere con lui la responsabilità di guida del movimento. Gli scritti, nati in occasioni diverse, sono stati ampiamente rielaborati e ordinati dall’autore per offrire il contributo di una esperienza reale a chiunque sia alla ricerca di ragioni adeguate per vivere e costruire spazi di libertà e di convivenza in una società pluralistica.  

«L’unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre e intensamente il reale, senza rinnegare e dimenticare nulla» scriveva don Giussani nel suo libro più famoso, Il senso religioso, e il suo successore scommette totalmente su questo magistero della realtà che sottopone anche la fede alla verifica dell’esperienza. Solo se l’avvenimento cristiano si dimostra capace di risvegliare l’uomo e di affrontare l’intera esistenza con le sue prove e la sua problematicità, può risultare credibile e suscitare l’interesse dell’uomo contemporaneo. 

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