separateurCreated with Sketch.

Un metodo semplice di discernimento

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
don Fabrizio Centofanti - pubblicato il 15/09/16
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Spesso ci chiediamo quale sia il criterio di discernimento che possa aiutarci nelle nostre scelte, o anche solo nel respingere o accogliere un’idea, un pensiero, un sentimento. Per i Padri della Chiesa questo era un punto cruciale, tanto da consigliare di porre una domanda ad ogni impulso proveniente dall’interno: sei dei nostri o sei dell’avversario?

Nella storia della spiritualità cristiana ci sono molte proposte, in questo campo: una della più famose è quella di sant’Ignazio di Loyola, vero maestro di discernimento spirituale, come tutti sanno. Ma il suo metodo è complesso, e soprattutto richiede la presenza di un direttore spirituale.

C’è un’altra possibilità più semplice, ma altrettanto efficace; chiederci, quando si affaccia un pensiero o un sentimento: dove mi porta tutto questo? A soddisfare me stesso, anche sottilmente, a farmi sentire più importante, a procurarmi un vantaggio più o meno consapevole? Oppure mi aiuta a uscire da me stesso, ad andare verso l’altro, a farmi crescere nella capacità di amare?

Le ferite creano in noi dei meccanismi di difesa, che ci fanno vivere un poco più tranquilli, ma imbavagliano la nostra autentica personalità. Il demonio agisce su questi meccanismi, per impedirci di fare progressi nell’amore. Discernere nel modo suddetto ci orienta a superare le difese e le autoaffermazioni e a sperimentare quell’amore che libera e guarisce noi stessi e gli altri.