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Così una cultura ipersessualizzata critica oggi la verginità

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Sonjalazukic | Getty Images

Christine Stoddard - For Her - pubblicato il 15/09/16

Il sesso è un aspetto normale dell’esperienza umana, e può essere uno splendido motore di trasformazione. Per molte donne, il sesso è significativo soprattutto quando è un atto d’amore – anche se questo richiede anni di attesa perché l’amore arrivi.

Questa attesa è per loro un sacrificio del corpo per il bene del cuore e della mente. Confidano nel fatto che la persona giusta le stia aspettando. Per chi sceglie di aspettare fino al matrimonio, la decisione è radicata nelle convinzioni (spesso religiose ma non solo) e nella consapevolezza che da questa scelta derivino benefici psicologici per il singolo come per la coppia. Questa scelta profondamente personale purtroppo diventa spesso oggetto di critiche da parte di alcune persone, anche se non è certo affar loro.

L’era della critica della verginità

Guardare il programma televisivo Jane the Virgin fa capire immediatamente come la cultura popolare non rispetti l’impegno di una donna nei propri confronti. Se questo programma romantico satirico è di grande intrattenimento, le sue premesse possono esistere solo in una cultura che non rispetta l’attesa. Fans e critici hanno acclamato la protagonista della prima stagione e hanno espresso frustrazione quando Jane è rimasta fedele alla sua promessa. Dopo le nozze nella seconda stagione, una tragedia le ha impedito di consumare il matrimonio. Ora si specula sul fatto che Jane farà sesso nella terza stagione, che verrà trasmessa su The CW dal 17 ottobre. Non sciocca troppo che il personaggio sia sposato, mentre la sua intimità suscita grande interesse.

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Un articolo di Atlantic riferisce che l’età media del primo rapporto sessuale negli Stati Uniti è 17 anni. Degli americani tra i 20 e i 24 anni, il 12,3% delle femmine e il 14,3% dei maschi è composto da vergini. Sono decisamente pochi, ma mentre questa rarità non spiega perché i vergini debbano essere criticati, spiega perché quelli meno giovani siano fraintesi, biasimati e a volte perfino ostracizzati.

Lauren, 32enne dell’Indiana, era già sposata quando ha sperimentato per la prima volta le critiche nei confronti della verginità.

“Quando ho trovato il mio primo lavoro e sono uscita dalla mia piccola bolla per entrare nel mondo reale, la gente è rimasta scioccata dalle decisioni che avevo preso”, ha affermato. “Quando ho detto alle persone che avevo aspettato fino al matrimonio hanno pensato che fossi pazza. Ricordo vari colleghi – incluso il mio capo – che mi hanno detto: ‘Te ne pentirai. Sei troppo giovane per sposarti. Dovresti solo fare sesso’”.

Lauren non ha apprezzato le critiche e la mancanza di sostegno, ma ha ricordato a se stessa che le sue scelte riguardavano solo lei, e crede che altre donne che vengono criticate per via della verginità dovrebbero trovare forza e fiducia in se stesse per pensarla allo stesso modo.

“Nessuno dovrebbe mai farti sentire male per aver compiuto una scelta che è profondamente personale e riguarda solo te”, afferma. “Non dovremmo permettere alla gente di avere il potere di esercitare pressioni su di noi – vergini o meno. Non significa che siamo perduti o strani. Sarebbe peggio vivere la propria vita in base a quello che pensano gli altri piuttosto che viverla come si vuole vivere”.

Jasmine*, trentenne del Kansas, sta aspettando per fare sesso e dice che affronta quotidianamente le critiche per via della sua verginità.

“Vengo spesso criticata da amici non religiosi perché voglio aspettare il matrimonio per fare sesso, soprattutto da quando ho detto che se non dovessi sposarmi mai non farò mai sesso”, ha dichiarato. “La critica spazia da quella più soft a quella piena d’odio, e quindi ricevo una gamma di risposte che vanno dal ‘Oh, sei pazza’ a ‘È una cosa così stupida!’ Penso che sia frustrante, soprattutto perché non critico la scelta altrui di non aspettare e sono sempre stata chiara dicendo che capisco che le mie scelte possano non essere condivise da tutti”.

Jasmine rimane comunque salda e ricorda a se stessa la sua fede e il motivo per il quale sta aspettando. Ricorre a un intero arsenale di tecniche, dal prendere in giro anche lei i suoi amici al dire con decisione ai critici più duri che non è d’accordo con le loro opinioni cambiando poi tema di conversazione.

“In genere non rispondo alle persone che mi criticano”, dice Jasmine. “Alla fin fine, il mio rapporto con Dio è più importante dell’opinione altrui”.

I benefici dell’attesa

Il dottor Greg Bottaro, psicologo presso il Catholic Psych Institute di Greenwich (Connecticut, Stati Uniti), afferma che la scienza – non solo la religione – concorda sul fatto che ci siano dei benefici nel rimandare il sesso. “Durante il rapporto sessuale viene rilasciato un ormone chimico, l’ossitocina”, ha spiegato. “Questo interagisce con certe parti del cervello responsabili della memoria. C’è un senso di vicinanza e di legame che si sviluppa nel cervello di una persona come risultato del rapporto sessuale con qualcuno. Se il processo si verifica con molteplici partner perde il suo effetto”.

È per questo che da un punto di vista neuropsicologico rimandare il sesso funziona e aiuta a preparare un’intimità duratura nel matrimonio.

“Aspettare fino al matrimonio permette di vivere quell’esperienza con qualcuno con cui si passerà il resto della vita”, sostiene. “Permette di sviluppare un senso di vicinanza e intimità”.

Il dottor Bottaro spiega che i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio possono essere problematici da un punto di vista psicologico perché i giovani sperimentano spesso “confusione sulla propria sessualità e identità”. Se dormono con più partner, sviluppano “meccanismi di difesa per indebolire l’effetto della perdita e del dolore per il fatto di non stare con la persona con cui vorrebbero stare”.

“Ne derivano cuori spezzati e sentimenti orribili”, ha aggiunto. “La svalutazione della sessualità, il cinismo nei confronti delle relazioni, l’ossessione per le persone – è davvero poco sano”.

Alle donne che sperimentano le critiche nei confronti della verginità, il dottor Bottaro consiglia di trovare amiche che le sostengano e che rafforzino la loro fiducia perché ricordino le vere ragioni per le quali stanno aspettando.

“Bisogna promuovere quelle aree in cui si ottiene quel sostegno”, ha osservato.

La storia di una donna fedele

Mary, originaria del Midwest e che ha vissuto negli ultimi 15 anni a New York, afferma che la sua fede cattolica ha influenzato la sua decisione di aspettare fino al matrimonio. Madre di quattro figli, sostiene che le ragioni psicologiche e volte alla relazione per aspettare hanno apportato grandi benefici alla sua persona e al suo matrimonio.

“Credo che aspettare fino ai 23 anni mi abbia liberato in molti modi”, afferma Mary. “Quando ho deciso di fare sesso ero un’adulta”.

Mary crede anche che aspettare le abbia permesso di concentrarsi sugli studi e di sviluppare la propria autostima.

“Credo che aspettare per fare sesso mi abbia dato più fiducia in me stessa e più fiducia nei miei rapporti”, dichiara. “I bravi ragazzi, senza eccezione, volevano aspettare che fossi pronta. Ciò non vuol dire che alcuni non abbiano esercitato pressioni su di me, ma la mia non disponibilità a fare sesso non ha fatto sì che smettessero di chiedermi di uscire”.

Il fatto che i fidanzati di Mary abbiano rispettato la sua decisione ha confermato secondo lei il suo valore. “Ho capito che potevo rimanere fedele a quello in cui credevo e avere comunque un ragazzo, e questo è piuttosto importante”.

Mary pensa che questo abbia fatto bene anche al suo matrimonio. “Potevo avere voce in capitolo come un uomo”, ha dichiarato. “E ho portato questo nel matrimonio. Avrei sposato una persona pari a me. Non ho paura di esprimere la mia opinione, e penso che tutto derivi dalla mia decisione di aspettare”.

Mary ritiene che rimandare il sesso con quello che oggi è suo marito abbia rafforzato il loro legame, ed è felice di averlo aspettato.

“Sapevo che c’erano molti modi per conoscersi che non coinvolgevano il sesso. Sapendo che c’erano ragazzi che volevano aspettare, che volevano conoscere la mia mente tanto quanto il mio corpo, se non di più. Questo ha promosso la mia fiducia in me stessa, e a sua volta questa maggiore sicurezza mi ha aiutato ad attirare alcuni ragazzi veramente validi. Quando alla fine ho conosciuto mio marito tutto è stato perfetto”.

Ovviamente anche Mary ha sperimentato le critiche alla verginità prima di sposarsi.

“La gente non riusciva semplicemente a crederci”, ha ricordato. “Non riusciva a credere che potessi flirtare e uscire a cena – e farmela offrire – senza poi ‘dare’ qualcosa in cambio”.

Mary sa che oggi risponderebbe in modo molto diverso alle persone che l’hanno criticata.

“Guardando indietro, era tutto così folle – pensare di dover dare a un uomo il mio corpo solo perché mi aveva pagato una o più cene… Ora saprei precisamente cosa rispondere, ma all’epoca non ero preparata e non sapevo come spiegare che avevo il diritto di conservare me stessa e il mio corpo per l’uomo giusto al momento giusto, indipendentemente da quante cene mi avesse offerto qualcuno”.

“Sono davvero felice di aver aspettato tanto”, ha dichiarato. “Aspettare mi ha permesso di conoscere ragazzi che mi amavano per la mia mente e il mio spirito – non solo per il mio corpo e per quello che facevo al loro. Mi ha permesso di finire di crescere dentro e fuori prima di compiere il grande passo”.

Le donne non religiose che aspettano

Le convinzioni religiose non sono l’unica ragione per la quale qualcuno potrebbe voler aspettare per fare sesso per la prima volta. Per altre donne, semplicemente non è arrivata la persona giusta. L’amore puro e romantico e il desiderio di una migliore comprensione di sé sono quello che le spinge ad aspettare.

Nikki*, 26enne dell’Illinois, ha detto di aver aspettato per fare sesso perché non era interessata a uscire con nessuno dei ragazzi che conosceva al liceo e voleva concentrarsi sul capire meglio chi era lei prima di avere intimità con qualcuno.

“Restare vergine per me non è stata una scelta ‘morale’ o religiosa”, ha confessato. “Ho iniziato a leggere letteratura femminista verso i 14 anni, e quindi avevo fiducia nella mia decisione di essere me stessa e di non cercare relazioni. Sono stata fortunata ad avere queste risorse così presto”.

Nikki spiega che nessuno l’ha mai criticata per la sua scelta, mentre ha affrontato un forte conflitto personale.

“Penso che mi vergognassi. Non necessariamente per il fatto di essere vergine, ma perché non ero interessata a uscire con qualcuno”, ha detto, aggiungendo che era incuriosita dall’apparente ossessione per il sesso da parte dei suoi coetanei, anche se è rimasta fedele alla promessa che si era fatta. “Ad essere sincera, probabilmente ero più interessata al sesso che a uscire con qualcuno, ma solo per la letteratura favorevole al sesso che avevo consumato, e volevo sapere di cosa si trattasse. Sono stata affascinata dal sesso e dalla sessualità umana fin da quando ero molto giovane”.

“Ci sono state molte volte in cui ho guardato tutte le altre persone presenti nella stanza e ho pensato: ‘Sono l’unica a non aver mai fatto sesso’. E mi dava fastidio. E allora, anche se razionalmente sapevo che essere vergine non è una questione così importante non riuscivo ad astraermi del tutto dai messaggi della società che mi diceva che se non ero interessata al sesso o a uscire con qualcuno doveva esserci qualcosa di sbagliato in me”.

Nikki ha superato i sentimenti negativi al riguardo trovando amici che la pensavano allo stesso modo e curando se stessa. “Sapere che c’erano altre persone vergini da quanto lo ero io o anche da più tempo mi ha aiutata”.

Mary*, 29enne di Washington, ha aspettato perché voleva fare sesso con qualcuno di cui si fidasse, ma fino ad allora ha detto di essere stata fortemente criticata dai ragazzi con cui usciva.

“Mi criticavano molto. Ci baciavamo e volevano fare sesso, io dicevo di no e spiegavo la cosa dicendo che era perché ero vergine. Dicevano di non credermi”.

“Il sesso dovrebbe essere sempre una scelta”, ha affermato, aggiungendo di essere rimasta scioccata dal numero di uomini che la pressavano per fare sesso quando lei voleva semplicemente uscire con loro.

“Mi dispiace di essere uscita con molti ragazzi, ma sono felice di non aver rinunciato a quello che ritenevo sacro solo perché cercavano di manipolarmi o di farmi vergognare”, ha osservato.

Come attestano queste donne, la decisione di aspettare è personale. Che si aspetti per Dio o per ragioni più terrene, la decisione spetta solo alla donna.

Come dice Gretchen*, 26enne del Maryland, “nessuno ha il diritto di essere informato sulla mia storia sessuale”.

Forza in una cultura ipersessualizzata

Anche donne che si ripromettono di aspettare possono cadere di fronte alla pressione, perché rimandare il sesso in una cultura ipersessualizzata è una promessa difficile da mantenere, ma non è neanche impossibile. È per questo che le donne che tengono fede al loro impegno sono così forti. Affrontano le critiche, come le persone di fede devono fare spesso per tener fede alle proprie convinzioni, e vogliono aspettare perché credono nel valore soggiacente a questo. Aspettare il matrimonio non è una regola arbitraria, ha implicazioni che rafforzano il matrimonio e la famiglia. Per alcune donne, è l’unica scelta possibile che possono immaginare per se stesse.

*I nomi sono stati modificati per difendere la privacy.

Il lavoro dell’editore associato Christine Stoddard è apparso, tra le altre cose, su Marie Claire, Bustle, Cosmopolitan, Good Housekeeping, The Huffington Post e il Catholic News Service. Christine è anche fondatrice della rivista letteraria e sociale Quail Bell.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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