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La Croce e la resurrezione di Cristo

Vatican Insider - pubblicato il 14/09/16

Gli Orientali in data odierna celebrano la Croce con una solennità paragonabile a quella della Pasqua. Costantino aveva fatto costruire a Gerusalemme una basilica sul Golgota e un’altra sul sepolcro di Cristo Risorto. Oggi Golgota e sepolcro sono sotto uno stesso tetto, perché Golgota e sepolcro sono inseparabili, come la croce e la pietra sepolcrale. 

Un membro del clero di Gerusalemme, Andrea, vescovo a Creta, dove morì nel 740, guardando la croce esclamava con parole incantate: «Oggi noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Celebriamo la festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi». 

La croce è fonte di luce e di alta dignità. Oggi per noi, Cavalieri e Dame, la croce è vuota come il sepolcro, perché Cristo è risorto. Nella Croce veneriamo il suo sangue redentore, nel sepolcro adoriamo il suo corpo glorioso. Anche per noi oggi è festa grande come fosse Pasqua. La Croce porta al sepolcro e il sepolcro è la culla della risurrezione. 

Ti abbraccio, croce della morte. Ti saluto, sepolcro della vita che non muore. 

Croce senza Crocifisso, come sepolcro vuoto. 

Infatti ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. E’ tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto è il più prezioso di tutti i beni. E’ in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa è il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale. 

Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell’albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l’inferno non sarebbe stato spogliato. 

* Cerimoniere dell’Ordine 

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La Festa dell’Esaltazione della Croce

Il 14 settembre la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa celebrano la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. 

«Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Celebriamo la festa della Santa Croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi» (dai «Discorsi» di S. Andrea di Creta, vescovo. Disc. 10 sull’Esaltazione della Santa Croce). 

Il Vescovo di Gerusalemme, Macario, ricevette l’ordine da parte dell’imperatore Costantino e di sua madre, Sant’Elena di costruire a Gerusalemme due Basiliche: una sul Golgota e l’altra sul Santo Sepolcro. La madre dell’Imperatore aveva fatto fare degli scavi nella zona del Golgota che avevano portato alla luce quella che venne identificata come la vera croce di Cristo. Il 14 settembre non si ricorda tanto la dedicazione di queste basiliche che avvenne nel 335 quanto si celebra il trionfo della Croce come segno e strumento di salvezza. 

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