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Ravasi: parlare di economia non significa solo riflettere sulla finanza

Vatican Insider - pubblicato il 12/09/16

«Interrogarsi sulla economia non significa assolutamente interrogarsi solo sulla finanza, la finanza per me è uno strumento, e purtroppo oggi assistiamo a una bulimia degli strumenti e a una anoressia dei fini». Lo ha rimarcato il cardinale Gianfranco Ravasi, durante la presentazione, in sala stampa vaticana, del convegno del 21 settembre prossimo, che si terrà a Palazzo Borromeo, intitolato «Verso una economia più umana e giusta, un nuovo paradigma economico inclusivo in un contesto di diseguaglianze crescenti».  

Al convegno, organizzato dal `Cortile dei Gentili´, la struttura del Pontificio Consiglio della Cultura costituita per favorire l’incontro e il dialogo tra credenti e non credenti, e dalla ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, interverranno tra gli altri Angus Deaton, Nobel per l’economia 2015, Jean Paul Fitoussi, e Dominique Y van der Mensbrugghe. 

Gli oggetti dei `Cortili´, ha commentato Ravasi, «sono evidentemente molteplici e tendenzialmente si muovono attorno alle idee che hanno delle ridondanze pratiche, concrete, vitali, pensiamo solo – ha aggiunto – cosa vuol dire interrogarsi sulla economia, non significa assolutamente la finanza, la finanza è per me uno strumento, purtroppo assistiamo oggi a una bulimia degli strumenti e una anoressia dei fini».  

L’ambasciatore Daniele Mancini ha spiegato ai giornalisti che «il tema scelto per il Convegno vuole stimolare una riflessione su un tema centrale nell’attuale dibattito politico ed accademico, al quale l’opinione pubblica è sempre più sensibile, ossia quello delle relazioni tra economia e società. Durante l’incontro si rifletterà anche sulla necessità di definire nuovi modelli economici più umani ed inclusivi».  

Dal canto suo Giuliano Amato, presidente della Fondazione Cortile dei gentili, intervenendo alla presentazione, ha rimarcato come il tema dello «sviluppo sostenibile» in passato ha considerato forse troppo i fattori ambientali e dimenticato la persona, gli scartati, la dignità di chi non ha mezzi né lavoro. E nella nuova prospettiva «si deve molto all’attuale Pontefice, papa Francesco, che è molto sensibile nel ricordare che lo sviluppo è sostenibile non solo se non danneggia l’ambiente, ma anche se non lascia indietro nessuno».  

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