Come si può aiutare una donna che è rimasta incinta in seguito a uno stupro? E sopratutto qual è il consiglio più utile per lei e la vita che porta in grembo?
La risposta arriva da “Docat. Dottrina Sociale della Chiesa” (edizioni San Paolo), a cura della Conferenza Episcopale Austriaca. Una sorta di compendio “2.0” agile e rivolto alle nuove generazioni, con tanto di premessa di Papa Francesco.
PRETI E CONSULTORI
In caso di stupro, si legge su Docat, vanno distinti due aspetti oggettivi. Da un lato, c’è un crimine terribile commesso contro una donna, un crimine che deve essere perseguito penalmente e considerato moralmente grave e deprecabile. La donna parte lesa deve ricevere immediatamente aiuto sia dalle istituzioni pubbliche, sia da assistenti spirituali. Un prete o il personale appositamente formato negli ospedali gestiti da enti ecclesiastici o nei consultori cattolici aiuteranno la vittima, la consoleranno e le suggeriranno i modi per superare l’accaduto.
UN DISEGNO PER IL BAMBINO
Dall’altro lato, tuttavia, il bambino che è stato generato è amato da Dio. Indipendentemente dal genitore, Dio ha un disegno su quel bambiino. Per quanto siano pesanti le ferite interiori subite dalla donna, il bambino può diventare una consolazione e donarle nuova speranza. Qualsiasi cosa accada, Dio accompagna gli esseri umani e vuole il loro bene. A causa della libertà umana Dio non può impedire il crimine, ma può fare in modo che ne derivi nuova speranza, nuova vita.
SE ACCADE L’ABORTO
Il bambino che nascerà ha bisogno di tutta la cura e l’amore di sua madre. Tuttavia, anche il contesto sociale della madre deve fare in modo che la donna incinta si senta protetta e accolta. In ogni caso, anche dopo un aborto, i consultori cattolici rimangono a fianco della donna per rielaborare insieme a lei l’esperienza vissuta.
IL MESSAGGIO DEL CATECHISMO
Docat richiama alcuni passaggi della Catechismo della Chiesa Cattolica che supportano questa tesi: