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“La pace? Non bastano i grandi incontri se i cuori sono in guerra”

Pope Francis Holy Mass for World Youth Day Sunday 31 July 2016

© Marcin Mazur/catholicnews.org.uk

Domenico Agasso jr - Vatican Insider - pubblicato il 08/09/16

Riprendono le Messe mattutine del Papa a Casa Santa Marta. La fine delle ostilità «è un dono che diviene artigianale nelle mani degli uomini. È il nostro lavoro»

Non sono sufficienti, i «grandi incontri» internazionali. È dai «piccoli gesti» quotidiani che si può costruire la pace nel mondo. Dunque, bisogna domandare al Signore la «saggezza» di cercarla nelle cose e situazioni di ogni giorno. Lo afferma oggi papa Francesco nella prima omelia mattutina a Casa Santa Marta dopo la pausa estiva, come riferisce Radio Vaticana.

La pace non si fa tanto nei grandi meeting internazionali. È un regalo di Dio che nasce in posti «piccoli». Piccoli come un cuore. O nei sogni, come succede a Giuseppe, quando un angelo gli indica di non temere di prendere Maria in sposa, perché Lei donerà al mondo l’Emmanuele, il «Dio con noi». E il Dio con noi, sottolinea il Pontefice nella Festa della Natività di Maria, «è la pace».

Papa Bergoglio è colpito in particolare da un verbo della preghiera della colletta odierna, «che tutti noi possiamo crescere nell’unità e nella pace»: «Crescere» perché, evidenzia, la pace è un dono «che ha il suo cammino di vita» e quindi ciascuno deve «lavorare» per svilupparlo.

E «questa strada di santi e peccatori ci dice che anche noi dobbiamo prendere questo dono della pace e farlo strada nella nostra vita, farlo entrare in noi, farlo entrare nel mondo». La pace «non si fa da un giorno all’altro – precisa – la pace è un dono, ma un dono che deve essere preso e lavorato ogni giorno». Ecco perché «la pace è un dono che diviene artigianale nelle mani degli uomini. Siamo noi uomini, ogni giorno, a fare un passo per la pace: è il nostro lavoro. È il nostro lavoro con il dono ricevuto: fare la pace».

Come riuscirci? Nella liturgia odierna c’è un’altra parola indicativa che parla di «piccolezza»: quella della Madonna, e anche quella di Betlemme, così «piccola che neppure sei nelle carte geografiche», dice il Papa. Ecco, la pace «è un dono, è un dono artigianale che dobbiamo lavorare, tutti i giorni, ma lavorarlo nelle piccole cose: nelle piccolezze quotidiane. Non bastano i grandi manifesti per la pace, i grandi incontri internazionali se poi non si fa, questa pace, nel piccolo. Anzi, tu puoi parlare della pace con parole splendide, fare una conferenza grande… Ma se nel tuo piccolo, nel tuo cuore non c’è pace, nella tua famiglia non c’è pace, nel tuo quartiere non c’è pace, nel tuo posto di lavoro non c’è pace, non ci sarà neppure nel mondo».

Dunque occorre chiedere a Dio la grazia della «saggezza di fare la pace, nelle piccole cose di ogni giorno ma puntando all’orizzonte di tutta l’umanità». Tutto ciò a maggior ragione oggi, tempo in cui «stiamo vivendo una guerra e tutti chiedono la pace».

Il Papa suggerisce di partire da questa domanda: «Come è il tuo cuore, oggi? È in pace? Se non è in pace, prima di parlare di pace, sistema il tuo cuore in pace. Come è la tua famiglia oggi? È in pace? Se tu non sei capace di portare avanti la tua famiglia, il tuo presbiterio, la tua congregazione, portarla avanti in pace, non bastano parole di pace per il mondo».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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