Diventare santi non è facile, ma con la grazia di Dio tutto è possibile
Cosa significa essere santi? E come lo diventiamo?
Queste due domande mi hanno occupato la mente per anni mentre passavo dall’agnosticismo al protestantesimo fondamentalista per poi tornare a casa nel cattolicesimo. Quando sono tornata alla Chiesa cattolica ho continuato a pormi le stesse domande sulla santità mentre mi specializzavo in Apologetica, Teologia Morale e Bioetica. Alla fine, grazie all’implosione della mia vita, sono giunta alla conclusione che la santità consiste, in modo piuttosto semplice, nell’amare Dio e nell’arrendersi a Lui.
A dire la verità, ora posso vedere che il mio percorso all’interno del cristianesimo è stato un tentativo di far sì che un’autorità mi dicesse la verità nero su bianco, mi desse delle leggi e i parametri in base a cui vivere. In genere scherzavo dicendo che volevo solo qualcuno che mi dicesse le regole da seguire!
Dentro di me sapevo che queste regole erano molto più facili che arrendersi a un Dio imprevedibile – soprattutto un Dio che permette tanta sofferenza nella vita. Ci sono voluti molti anni di preghiera, studio, ricerca nell’anima e ovviamente sofferenza personale prima che iniziassi a vedere che l’essenza della santità non risiede nelle formule, nei fatti o nelle imprese personali – per quanto possano essere validi –, ma nell’avere fiducia in Dio, e che gli ingredienti indispensabili della santità sono sperare in Dio in ogni circostanza, credere che sia buono indipendentemente da tutto e arrendersi con abbandono al suo amore.
Sembra piuttosto semplice, vero? Beh, non è proprio così…