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Il Papa ai volontari: voi siete la mano tesa di Cristo

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Vatican Insider - pubblicato il 03/09/16
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«Non c’è misericordia senza concretezza, voi siete la mano tesa di Cristo: ci avete pensato? Cari fratelli voi toccate la carne di Cristo con le vostre mani. Non dimenticatelo». Papa Francesco abbandona per un attimo il testo del discorso scritto e si rivolge con queste parole ai circa 40 mila «operatori della misericordia» che celebrano oggi, in piazza San Pietro, il loro Giubileo. Un incontro che culmina domani con la canonizzazione di madre Teresa.  

La piazza è gremita di persone da tutto il mondo, con anche una folta rappresentanza delle suore di madre Teresa. Bergoglio è giunto in piazza poco prima delle 10 e un quarto, e ha compiuto un ampio giro in papamobile tra la folla. Durante il giro come di consueto ha salutato moltissimi bambini, e un gruppo di suore di madre Teresa, una delle quali gli ha messo al collo una ghirlanda bianca e azzurra, i colori del sari delle suore della Carità.  

«Tra le realtà più preziose della Chiesa – scandisce il Pontefice nel suo messaggio che prende le mosse dall’inno alla carità di San Paolo – ci siete proprio voi che ogni giorno, spesso nel silenzio e nel nascondimento, date forma e visibilità alla misericordia. Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre. Nelle diverse condizioni del bisogno e delle necessità di tante persone, la vostra presenza è la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti. La credibilità della Chiesa passa in maniera convincente anche attraverso il vostro servizio verso i bambini abbandonati, gli ammalati, i poveri senza cibo e lavoro, gli anziani, i senzatetto, i prigionieri, i profughi e gli immigrati, quanti sono colpiti dalle calamità naturali… Insomma, dovunque c’è una richiesta di aiuto, là giunge la vostra attiva e disinteressata testimonianza. Voi rendete visibile la legge di Cristo, quella di portare gli uni i pesi degli altri». 

«Il mondo – prosegue il Papa – ha bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a sé stessi e disinteressarsi dei fratelli nel bisogno». 

«Questo voltarsi per non vedere la fame, le malattie, le persone sfruttate a -aggiunge a braccio – è un peccato grave, è il peccato moderno, il peccato di oggi. Noi cristiani non possiamo permettercelo». 

Francesco mette anche in guardia i volontari dal pericolo della presunzione. «Siate sempre contenti e pieni di gioia per il vostro servizio, ma non fatene mai un motivo di presunzione che porta a sentirsi migliori degli altri. Invece, la vostra opera di misericordia sia l’umile ed eloquente prolungamento di Gesù Cristo che continua a chinarsi e a prendersi cura di chi soffre». 

«Il nocciolo della misericordia – spiega a braccio – è il dialogo con il cuore misericordioso del Signore. Diciamogli: “Signore, io sono tanto debole ma tu mi hai chiamato a fare questo servizio. Dammi forza e umiltà”». 

«Domani, – conclude Francesco – avremo la gioia di vedere Madre Teresa proclamata santa. Se lo merita, eh? Questa testimonianza di misericordia dei nostri tempi si aggiunge alla innumerevole schiera di uomini e donne che hanno 

reso visibile con la loro santità l’amore di Cristo. Imitiamo anche noi il loro esempio, e chiediamo di essere umili strumenti nelle mani di Dio per alleviare la sofferenza del mondo e donare la gioia e la speranza della risurrezione». 

Al termine discorso Francesco ha invitato tutti a pregare in silenzio «per le tante persone che soffrono e per i tanti volontari che toccano, curano, incontrano la carne di Cristo. Preghiamo anche e per i tanti che davanti alla miseria si girano dall’altra parte» 

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