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“Intimo rapporto tra poveri e la fragilità del pianeta”

Vatican Insider - pubblicato il 01/09/16

«Qualche volta questa verità che non siamo noi i padroni della terra ci viene bruscamente ricordata da eventi come quello del terribile terremoto della scorsa settimana. Torna allora a porsi la domanda di sempre: `Dov’era Dio?´ Non commettiamo l’errore di pensare che abbiamo la risposta pronta a tale domanda. Piangiamo con chi piange, come faceva Gesù davanti al dolore della vedova di Naim o delle sorelle di Lazzaro». Lo ha detto il predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, nell’omelia dei Vespri presieduti in San Pietro in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, celebrata insieme alla Chiesa ortodossa, istituita da Papa Francesco lo scorso 10 agosto.

Il Pontefice ha presieduto alle 17.00 la celebrazione dei Vespri nella Basilica vaticana e il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, ha pronunciato l’omelia. Alla celebrazione partecipano anche rappresentanti ortodossi e di altre confessioni cristiane.

«Qualcosa però la fede ci permette di dire – ha spiegato il frate cappuccino -. Dio non ha progettato il creato come fosse una macchina o un computer, dove tutto è programmato dall’inizio in ogni dettaglio, salvo a operare periodicamente degli aggiornamenti. Per analogia con l’uomo, possiamo parlare di una sorta di `libertà´ che Dio ha dato alla materia di evolversi secondo leggi proprie». «Questo – ha osservato Cantalamessa – comporta rischi tremendi per l’uomo, ma anche un supplemento di dignità e di grandezza».

Secondo il predicatore pontificio, «alla domanda: `Dove era Dio la notte del 23 Agosto´, il credente non esita perciò a rispondere con tutta umiltà: `Era lì a soffrire con le sue creature e ad accogliere nella sua pace le vittime che bussavano alla porta del suo paradiso´». La domanda «Dov’era Dio?» era stata evocata sia dal vescovo di Ascoli, mons. Giovanni D’Ercole, sia dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, nelle cerimonie funebri da loro celebrate per le vittime del sisma rispettivamente nel capoluogo ascolano e ad Amatrice.

Papa Francesco raccoglie il messaggio del «Poverello d’Assisi» quando fa dell’«intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta» uno degli «assi portanti» della sua enciclica sull’ambiente, la Laudato si’. «Cos’è, infatti, che produce, nello stesso tempo, i guasti peggiori dell’ambiente e la miseria di immense masse umane, se non l’insaziabile desiderio di alcuni di accrescere a dismisura i propri possedimenti e profitti? – ha chiesto Cantalamessa – Alla terra, si deve applicare ciò che gli antichi dicevano della vita: `mancipio nulli datur, omnibus usu´; a nessuno è data in proprietà, a tutti in uso». 

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