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Da attrice di Bollywood e icona sessuale a suora? Attenzione, non è quel che sembra

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Luis Santamaría del Río - pubblicato il 31/08/16
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Disinformazione, poca serietà e confusione intorno alla conversione dell’attrice Sofia Hayat I mezzi di comunicazione, soprattutto quelli dedicati ai temi “del cuore” o la cosiddetta “stampa rosa”, si sono fatti eco negli ultimi giorni di una conversione particolare. I titoli sembrano volerci fornire un’idea di quanto accaduto, ma la storia è certamente confusa, come verificheremo in questo articolo. Vediamo alcune delle affermazioni che sono state pubblicate: “Da attrice di Bollywood e ‘sex bomb’ a suora”, “Dà l’addio alla sua promettente carriera nel cinema per diventare suora”, fino ad arrivare a uno che dice “Dal cinema alla Messa”.

Di chi si tratta? La protagonista di queste notizie è l’attrice britannica Sofia Hayat, 31 anni, che negli ultimi quindici ha lavorato in più di una decina di serie televisive e in una mezza dozzina di film.

Ha origini indiane e la sua famiglia è musulmana, un aspetto importante per quello che vedremo. Famosa per essersi fatta siliconare il seno e spesso ritratta in pose poche vestite, è stata inclusa in alcune liste delle “donne più sexy del mondo”.

 

Una curiosa “conversione”

All’improvviso, alcuni mezzi di comunicazione hanno iniziato a informare di un cambiamento radicale nello stile di vita di Sofia. Portali digitali come The Times of India lo commentavano già a maggio, anche se abbiamo dovuto aspettare l’estate perché, di fronte all’assenza di notizie interessanti, i media ispanofoni decidessero di diffondere la notizia – con poca serietà, direi.

Il riassunto della notizia? La voluttuosa attrice britannica ha deciso di farsi suora – abbracciando la vita contemplativa –, ha detto che non avrà più rapporti sessuali e si è tolta gli impianti di silicone al seno. Nelle fotografie che ella stessa ha diffuso attraverso le reti sociali la si può vedere con un velo e in atteggiamento di preghiera e meditazione.

Quando si guardano bene le fotografie, tuttavia, ci si rende conto che qualcosa non torna, e si scopre subito che non si tratta di una suora cattolica, e neanche cristiana. Le sue pose accanto a statue di Buddha, i medaglioni con il simbolo “om” e altri elementi lo dimostrano chiaramente. I media hanno quindi giocato con l’ambiguità, come minimo, per mostrarla come una “suora”, confondendo i lettori.

Una suora… reiki?

Visto questo, chiunque potrebbe pensare che ci si trovi allora di fronte a una conversione all’induismo o al buddismo, per cui Sofia Hayat avrebbe abbracciato qualche forma di consacrazione e di vita celibataria, ma la lettura attenta delle notizie pubblicate ci offre un dato fondamentale.


Riferisce ad esempio La Raza che l’attrice avrebbe scoperto “la sua vera vocazione… durante una sessione di reiki, una tecnica giapponese che consiste nell’imposizione delle mani sul corpo per cercare di curare le malattie e raggiungere uno stato di equilibrio”.

E allora niente religioni orientali. Semplicemente una nuova conversione, come tante altre – frequenti tra i famosi e le persone appartenenti al mondo dello spettacolo –, al New Age, un ambito sincretistico e diffuso in cui primeggia “l’aspetto spirituale” e non quello religioso, al margine di qualsiasi mediazione istituzionale.

Il nuovo nome che ha scelto per presentarsi al mondo è quello di “Madre Gaia Sofia”, per cui usa un termine – Gaia – che piace molto al New Age per riferirsi al pianeta Terra come a un essere vivente, una divinità femminile. Ovviamente non c’è alcun riferimento a Dio o a Gesù Cristo, e quindi si dimostra la falsità dell’affermazione che troviamo su vari media per cui “si è convertita al cristianesimo”.

“Sono il Cristo femminile”

Ecco alcune parole della Hayat raccolte dal quotidiano The Sun:

“Non ero mai stata troppo interessata alla spiritualità, ma più sessioni facevo [di reiki], più trovavo la pace spirituale. Ho iniziato a chiedermi se ci fosse un’altra via per me e ho iniziato a studiare reiki e meditazione”.

Quanto agli effetti di questo cambiamento di vita, la Hayat ha affermato:

“Nel luglio dello scorso anno ho posto fine alla mia relazione perché il mio desiderio sessuale era svanito. Ho optato per la vita celibataria. Non sentivo alcuna attrazione fisica per nessuno, e l’ho preso come un segno del fatto che dovevo abbandonare il sesso. Nell’aprile di quest’anno mi sono tolta gli impianti al silicone dal seno per poter tornare al mio vero ‘io’”.

Il messaggio proprio del New Age è chiaro. Tra altre frasi spirituali che l’attrice condivide sulle reti sociali, ha scritto di recente su Instagram:

“Quello che sta arrivando non è un nuovo ordine mondiale, ma una nuova Terra… di pace, gioia, amore e unità”.

Le sue dichiarazioni non lasciano spazio a dubbi. Nel maggio scorso ha rivelato al The Times of India:

“La mia religione è l’umanità. Non sono induista né cattolica. Credo solo all’amore e all’unità come mia religione”.

Oltre a questo, afferma quale siano la sua nuova identità e la sua nuova missione:

“Dato che sono la madre santa, tutti sono miei figli. Devo occuparmi di tutto il mondo e assicurarmi che tutti sappiano che l’inferno non esiste. È in cielo che stanno vivendo”.

Alcuni giorni dopo, il 3 giugno, ha affermato in una conferenza stampa:

“Sono l’incarnazione di Quan Yi, il Cristo femminile, Maria e la dea Iside. Sono la madre e la figlia di Dio, della Santissima Trinità. Voglio diffondere la verità su chi siamo e su quale sia il nostro proposito nella vita. È il momento di svegliarci e di vivere la verità”.

Cos’è il reiki?

Quella che ha favorito la “conversione” di Sofia Hayat è una delle tecniche di guarigione energetica e spirituale più diffuse del New Age.


Si basa sull’“energia vitale universale”, e da questo deriva il suo nome: “ki” significa energia vitale, “rei” universale. Questa energia, che si può emettere attraverso le mani, ha un potere di guarigione, perché in fondo per i difensori del reiki le malattie sono disturbi di natura spirituale, non organica né fisica. L’obiettivo è riequilibrare le energie che si sono squilibrate.

Ovviamente questa tecnica è considerata una pseudoterapia dai professionisti che si basano su parametri scientifici, e la sua validità non va oltre quello noto come effetto placebo. Joseph Chahoud, docente di Fisica all’Università di Bologna, riferendosi sia al reiki che alla pranoterapia ha affermato che “hanno la pretesa di una base fisica nel loro aspetto microenergetico: i centri di irradiamento elettromagnetico, i flussi magnetici e qualsiasi altra cosa che possa interessare la relazione dell’essere vivente con l’ambiente che lo circonda, a partire dal terapeuta. La fisica resta ancora perplessa”.

Nel marzo 2009, il Comitato Dottrinale della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti ha pubblicato un documento rispondendo alla preoccupazione per il tema del reiki, nel quale segnala che “la terapia reiki non trova sostegno né nelle scoperte della scienza naturale né nella dottrina cristiana. Per un cattolico, credere nella terapia reiki pone problemi irresolubili. In termini di cura della salute fisica propria o altrui, impiegare una tecnica priva di sostegno scientifico (e di plausibilità) in generale non è prudente”.

I presuli statunitensi spiegano anche che “esistono pericoli consistenti. Per usare il reiki bisognerebbe accettare, almeno in modo implicito, concetti chiave della cosmovisione soggiacenti alla teoria reiki, elementi che non appartengono né alla fede cristiana né alla scienza naturale. Senza giustificazione né nella fede cristiana né nella scienza naturale, tuttavia, un cattolico che ripone la propria fiducia nel reiki starebbe agendo nella sfera della superstizione, terra di nessuno che non è fede né scienza. La superstizione corrompe l’adorazione personale di Dio, perché guida il sentimento religioso personale e la pratica in una direzione sbagliata”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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