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Pompili: il terremoto non uccide, le opere dell’uomo sì

Vatican Insider - pubblicato il 30/08/16

«Il terremoto non uccide, uccidono piuttosto le opere dell’uomo». «La ricostruzione? Non deve essere una forma di sciacallaggio di vario genere, ma deve semmai far rinascere una bellezza di cui siamo custodi». Sono alcuni dei passaggi della breve omelia tenuta ad Amatrice da monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, nel corso dei solenni funerali delle vittime del sisma. «Disertare questi luoghi – ha ammonito ancora Pompili – sarebbe come ucciderli una seconda volta». «Abitiamo una terra verde, terra di pastori. Dobbiamo inventarci una forma nuova di presenza che salvaguardi la forza amorevole e tenace del pastore». 

Pompili aveva aperto la cerimonia leggendo un lungo elenco con i nomi delle persone rimaste uccise nella provincia di Rieti. Al termine, un lungo applauso da parte delle centinaia e centinaia di persone presenti. Fuori, la pioggia continua a cadere. 

«Non basteranno giorni, ci vorranno anni – ha detto il vescovo di Rieti riferendosi alla ricostruzione -. Sopra a tutto è richiesta una qualità di cui Gesù si fa interprete: la mitezza. Che è una `forza´ distante sia dalla muscolare ingenuità di chi promette tutto all’istante, sia dall’inerzia rassegnata di chi già si volge altrove. La mitezza dice, invece, di un coinvolgimento tenero e tenace, di un abbraccio forte e discreto, di un impegno a breve, medio e lungo periodo».  

Il presidente della Repubblica Mattarella, il premier Renzi e i presidenti di Camera e Senato sono rimasti in piedi in mezzo alla gente nella tensostruttura per tutta la cerimonia. L’unico segno istituzionale è la corona del Presidente della Repubblica affiancata da due corazzieri.  

Sull’altare della tensostruttura i volontari hanno fissato un crocifisso ligneo salvato dal crollo di una delle chiese di Amatrice distrutte dalle scosse. «Dio non è il capro espiatorio – ha osservato il vescovo – ma l’unica salvezza possibile». 

«Il Papa ha voluto che venissi e io sono qui. Ha mandato i rosari a tutte le famiglie di coloro che sono stati colpiti dal terremoto». Lo dice al Sir monsignor Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, presente ad Amatrice per i funerali delle vittime. Quando verrà il Papa? «Non posso dirlo, ma verrà». 

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