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Il Papa saluta il premier ungherese Orbàn insieme ad altri leader

Vatican Insider - pubblicato il 28/08/16

Il premier cattolico che innalza muri per bloccare gli immigrati e il Papa che chiede di costruire ponti e di accoglierli. Si sono salutati brevemente domenica 28 agosto in Vaticano il primo ministro ungherese Vilkor Orbàn e Francesco. Non si è trattato di un incontro ufficiale: Orbàn è arrivato Oltretevere insieme ad altri leader che stanno per partecipare a un incontro a Frascati, per discutere della situazione dei cristiani in Medio Oriente. È la Rete/ICln dei parlamentari cattolici europei, un gruppo di riflessione nato nel 2010 per iniziativa congiunta del cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e di Lord David Alton. Secondo quanto riferisce il sito «Il Sismografo» non si sono trattati temi specifici e i leader hanno voluto salutare il Papa da «privati cittadini».

Orbàn ha recentemente annunciato la volontà di costruire un secondo muro anti-migranti al confine con la Serbia, «per fermare qualsiasi nuovo tentativo da parte dei migranti di entrare sul territorio magiaro». Il primo ministro già nei mesi scorsi aveva deciso di blindare i confini dell’Ungheria, con una recinzione lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia. «Un nuovo muro sarà costruito con equipaggiamenti più moderni», ha dichiarato Orbàn in un’intervista radiofonica, spigando che «il confine non può essere difeso con i fiori e i giocattoli, la frontiera deve essere difesa con la polizia, con soldati e armi», per bloccare «altre centinaia di migliaia» di persone che potrebbero cercare di entrare nel Paese.

L’Ungheria, con i suoi 10 milioni di abitanti, nel 2015 ha registrato 400mila ingressi, la percentuale europea più alta in rapporto alla popolazione. Secondo le decisioni prese in sede europea, dovrebbe ora accogliere altri 1.294 profughi. Il governo di Budapest ha presentato ricorso contro il piano quote dell’Unione Europea. Il premier ha anche annunciato un referendum, previsto per il prossimo 2 ottobre: vuole che il popolo ungherese a opporsi alla Ue e alla sua politica per l’immigrazione.

Nel Paese c’è chi si appella alle radici cristiane dell’Europa e persino al Vangelo per sostenere e giustificare la politica di Orbàn. Nei giorni scorsi su questo è intervenuto il Segretario di Stato Pietro Parolin, che rispondendo a una domanda di Stefania Falasca per il quotidiano Avvenire, ha detto: «Non possiamo sminuire l’apertura universalistica del Vangelo, o far finta che non esista. E la Chiesa deve continuare a ripetere, senza stancarsi, a tempo opportuno e importuno, le parole del Signore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, e “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. Lo spirito di accoglienza è parte essenziale dell’identità cristiana e un’applicazione concreta delle opere di misericordia indicate da Gesù nel Vangelo. Ovviamente, è legittimo per un Paese prendere misure legali e giuridiche per tutelare la propria identità culturale legata al cristianesimo. Ma anche tali misure vanno informate allo spirito di amore e di misericordia nei confronti di ogni persona, a partire da quelle che hanno più bisogno, senza alcuna distinzione». 

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