La foto di suor Marjana Lleshi, 35 anni, albanese, ha fatto il giro delle prime pagine del mondo. Ritratta distesa per strada e sanguinante, è diventata il simbolo della tragedia che ha colpito l’Italia. La sua storia è stata raccontata in un’intervista con il Sir, in cui spiega di essersi salvata insieme ad altre due consorelle delle Ancelle del Signore, ora ricoverate all’Ospedale di Rieti.
L’eroe che l’ha salvata si chiama Louis, ed è colombiano. Badante, si trovava ad Amatrice per assistere una famiglia di anziani in villeggiatura nell’Istituto delle suore “Ancelle del Signore” di padre Minozzi, all’ingresso della cittadina laziale. «E’ stato l’angelo che Dio ha mandato quando pensavo di morire, quando tutto attorno a me crollava», dice Marjana.
Come tutto il centro storico, anche la struttura è stata completamente rasa al suolo. Tre suore e diversi anziani hanno perso la vita. Marjana, invece, si trova attualmente ad Ascoli Piceno, dove, dopo essere stata curata, è tenuta sotto controllo medico.
«Mi sono guardata attorno e ho visto che tutto crollava. Avevo un taglio sulla testa e ho chiesto aiuto. Nessuno mi rispondeva. Ho fatto in tempo a indossare un maglione e il velo e mi sono di nuovo rifugiata sotto il letto, pensando di rimanere lì finché non fossero arrivati gli aiuti. E’ stato a quel punto che mi sono rassegnata», spiega la sorella.
Un singhiozzo spezza il suo racconto per un breve istante. Poi riprende; dice di aver sentito tra le macerie la voce di una sorella che chiedeva aiuto. «Mentre cercavamo di capire da dove provenisse la voce, abbiamo sentito un’altra suora lamentarsi perché le mancava il respiro e aveva le gambe bloccate. Siamo rimasti accanto a loro cercando di rasserenarle. Non potevamo smuovere le macerie, perché tutta la zona era pericolante».
Finalmente arrivano gli aiuti con la guardia forestale e le due suore sono state tratte in salvo e portate all’ospedale di Rieti.
«E’ stato proprio in quel momento che ho sentito la voce del ragazzo che mi chiamava e in quella voce ho sentito la voce di Dio che mi chiamava alla vita. E’ stato l’angelo che Dio ha mandato quando pensavo di morire e quando tutto attorno a me crollava».
Marjana dice che è in queste tragedie che si rivela davvero cosa è l’uomo, a prescindere dalla sua religione, dalla sua cultura, dalla bontà stessa della persona. «Io ho visto un Dio che, in mezzo alla morte, dà la vita. Pensando alle suore che sono ancora sotto le macerie, devo dire che io non sono più santa di loro. Non sono neanche migliore delle persone che non ce l’hanno fatta. Allora, mi chiedo: perché io mi sono salvata e loro no? Chiedermelo ora non serve, perché non avrò mai risposta. Però prima o poi comprenderò, a Dio piacendo, cosa Lui vuole da me».