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L’aborto? L’arma utilizzata dal milionario George Soros per abbattere i cattolici

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Shutterstock/Antonio Scorza

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 24/08/16

Ecco i documenti segreti di Wikileaks che attestano la campagna anti-life del ricco fondatore di Open Society Foundations

Dai documenti della Open Society Foundations, fondazione di George Soros, Wikileaks ha potuto constatare che il miliardario ungherese naturalizzato statunitense in questi anni ha utilizzato l’aborto come arma per abbattere quei Paesi da lui ritenuti conservatori, cattolici, tradizionali e sovranisti (Notizie Pro Vita, 20 agosto).

In particolare Soros si è concentrato su un Paese: la Repubblica d’Irlanda.

La “conquista” dell’Irlanda è considerata dalla lobby abortista un obiettivo centrale: se infatti si riuscisse ad introdurre l’aborto nella legislazione del Paese, si potrebbe poi far venir meno la resistenza che ancora si trova in altri Stati, restii a cedere di fronte a queste grandi pressioni mortifere.

EFFETTO DOMINO

Nel file rubato “Women’s Rights Program 2016-2019 Strategy” della Open Society Foundations (LEGGI QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE), a pagina 4, a proposito dell’EIRE, si legge che «con una delle leggi più restrittive del mondo, una vittoria lì potrebbe contagiare gli altri Paesi fortemente cattolici in Europa, come la Polonia, e dimostrare che il cambiamento è possibile, anche nei luoghi molto conservatori». Come si vede, l’obiettivo finale è la liberalizzazione totale dell’aborto. In Irlanda infatti, a seguito delle grandi pressioni internazionali e finanziarie, nel 2014 il governo ha approvato una legge abortista, sebbene assai restrittiva.

CAMBIO DI COSTITUZIONE

Ora però i vari “poteri forti” stanno spingendo perché venga abrogato l’Ottavo Emendamento della Costituzione, approvato in via referendaria nel 1983 e in base al quale viene riconosciuto dall’ordinamento il diritto alla vita del nascituro, insieme a quello della madre. E’ per questo che Soros finanzia la Campagna Diritto all’aborto, Amnesty International Irlanda e Planned Parenthood: tutti uniti per spalancare le porte all’aborto in Irlanda.

“OFFESA AL POPOLO IRLANDESE”

Cora Sherlock, vice presidente dei Pro Life in Irlanda a Catholic News Agency (18 agosto), ha parlato di «notizia devastante se vera». «Pensare di smantellare, attraverso organismi esterni, la rete irlandese di protezione per il nascituro – sentenzia Sherlock – rappresenterebbe una grave interferenza e un totale disprezzo nei confronti del nostro popolo».

Migliaia di cittadini irlandesi «sono oggi vivi grazie a questa legge», ha detto Sherlock. «In aggiunta a questo, l’Irlanda ha dimostrato che è possibile vietare l’aborto e di essere anche un leader mondiale nel proteggere la vita delle donne in gravidanza».

LA STRATEGIA MEDIATICA DI SOROS

La tesi sostenuta nel documento della fondazione di Soros verte esattamente sulla tesi opposta: le donne «devono essere in grado di controllare i loro corpi», devono dunque essere autonome anche nel decidere di abortire.


Un portavoce di Open Society Foundations non ha commentato il documento specifico, ma ha detto alla CNA che un certo numero di documenti interni sono stati pubblicati «dopo essere stati rimossi da una comunità online che serviva come una risorsa per il nostro personale, i membri del consiglio, e i partner in tutto il mondo». «In alcuni casi – ha aggiunto – i materiali pubblicati riflettono le strategie della fondazione, che sostiene i diritti umani e lo stato di diritto in più di cento paesi al mondo».

Il portavoce, di cui non viene citato il nome, precisa che l’obiettivo della fondazione è promuovere «uguali diritti per le donne, tra cui l’autonomia sessuale e riproduttiva». Escamotage “letterario” che serve a giustificare l’aborto.

ABORTISTI DAL 2000

Il filantropo e la sua fondazione, scrive www.lifenews.it (17 agosto) sono da anni sostenitori delle politiche abortiste. Si suppone che il gruppo Soros ha contribuito con circa un milione di dollari per sostenere la promozione della pillola RU486, dopo aver ricevuto l’approvazione alla commercializzazione da parte della Food and Drug Administration nel 2000 (Wall Street Journal, 14 novembre 2000).

IL RUOLO DI PLANNED PARENTHOOD

Ma c’è di più. Un dossier pubblicato da The Washington Free Bacon (23 agosto) evidenzia un legame molto stretto tra Soros e la Planned Parenthood Federation of America, organizzazione che si batte negli Stati Uniti in favore della legislazione abortista, dell’educazione sessuale, dell’accesso a certi servizi medici anche contrastando il diritto all’obiezione di coscienza.

Un altro documento segreto, pubblicato da Wikileaks attesta che dalla fondazione del miliardario “filantropo” si versano nelle casse della Planned Parenthood 1,5 milioni di dollari per potenziarne le attività di lobbying (LEGGI QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE)


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FABBRICA DI ABORTI

La Planned Parenthood Federation of America, spiega Tempi.it (14 settembre 2015), si definisce «provider di servizi per la cura della salute riproduttiva delle donne». In realtà sotto la sua bandiera sono riunite 59 imprese affiliate, per un totale di quasi 700 cliniche sparse in tutti gli Stati Uniti, all’interno delle quali si consuma circa il 30 per cento di tutti gli aborti praticati nel paese. Sono più di 300 mila aborti ogni anno (nel report 2013-2014 erano esattamente 327.653), diversi milioni se si considerano i decenni di attività.

Planned Parenthood (Pp) è anche un gigante dal peso politico notevole: non è stato ininfluente per esempio il suo esplicito appoggio a Barack Obama, e soprattutto gode di finanziamenti pubblici per mezzo miliardo di dollari (528 milioni solo l’anno scorso, su un incasso totale di 1,3 miliardi). Ovvio che sia diventata il nemico numero uno del movimento pro-life americano.

IL VITTIMISMO DELL’ORGANIZZAZIONE

Anche in questo caso, come per la fondazione di Soros, si cerca, con escamotage “letterari”, di rilanciare la bontà delle attività dell’organizzazione.

Nel documento rubato si legge, infatti, che «Planned Parenthood si sia già dovuto difendere da una serie di attacchi da parte degli anti-abortisti» e «contrastare questa offensiva richiede una quantità enorme di risorse e di tempo». Pertanto Planned Parenthood «sta conducendo la sua difesa a livello federale e statale attraverso una campagna, che si presume avrà un costo tra i 7 e gli 8 milioni di dollari».

L’ESCAMOTAGE DELLA SALUTE RIPRODUTTIVA

Il soccorso di Soros all’organizzazione che sponsorizza per cliniche pro aborti, pari ad un milione e mezzo di dollari, è stato utilizzato per attività di lobbying decisive «per mobilitare movimenti spontanei dal basso e attivisti influenti, facendo pressione sul Congresso per contrastare i tentativi di taglio dei fondi a Planned Parenthood (a livello federale e statale) e continuare a fornire i suoi fondamentali servizi di salute riproduttiva in tutto il Paese».


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