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A Camaldoli gli 80 anni del Meic: si parla di corruzione

Vatican Insider - pubblicato il 24/08/16

È cominciata ieri sera la Settimana teologica di Camaldoli, appuntamento tradizionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale che quest’anno celebra un anniversario importante: era infatti l’estate del 1936, 80 anni fa, quando l’allora Movimento laureati dell’Azione cattolica, antesignano del Meic, si riunì per la prima volta al monastero camaldolese per l’allora «Settimana di cultura religiosa». 

«Gli 80 anni della presenza del Meic a Camaldoli hanno un valore storico fondamentale», dichiara il presidente del Meic, Beppe Elia: «In un momento oscuro della storia italiana, alla vigilia del disastro del conflitto mondiale e quindi della difficile ricostruzione civile e democratica del Paese, tra le mura di questo monastero l’allora Movimento laureati propiziò l’incontro e la formazione del meglio della futura classe dirigente italiana, grazie alla guida sapiente dei migliori maestri dell’epoca, primo fra tutti Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI». Un ruolo che le Settimane estive camaldolesi del Meic hanno sempre rivestito, continua Elia, «riunendo nel corso dei decenni migliaia di laici cattolici impegnati al servizio del Paese, nelle istituzioni, nelle università e nelle professioni: un’ambizione che il Meic continua a coltivare, offrendo anche questa estate un’occasione di riflessione e di formazione per tanti che scelgono di mettersi in gioco quotidianamente nel tessuto ecclesiale e civile come animatori di una presenza cristiana nella cultura e nella società d’oggi». 

In particolare, l’edizione di quest’anno è incentrata sul tema della corruzione. Come spiega il presidente del Meic, «più volte papa Francesco ha sottolineato il valore perverso della corruzione, al punto da indicarla come `un male più grande del peccato´. Nell’Anno della misericordia ci chiederemo come possa il credente affrontare quello che sembra essere diventato uno stato naturale del costume della società odierna, dai gesti quotidiani agli scandali pubblici, un male che, come ha detto proprio Francesco, più che perdonato va curato». 

Nutrito il gruppo di relatori: i teologi Giulio Parnofiello e Anna Maria Vissani, che declineranno il tema sotto il profilo teologico e spirituale, i filosofi Rocco D’Ambrosio e Luigi Alici, che parleranno di corruzione nell’uomo e nella società, il monaco camaldolese Matteo Ferrari, che affronterà l’argomento alla luce della Parola di Dio, e il canonista Andrea Favaro e il vicepresidente Meic (ed ex presidente della Regione Marche) Vito D’Ambrosio che, nella mattinata conclusiva di venerdì 26 agosto, dialogheranno sul «coraggio della denuncia e dell’azione». 

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