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Madre Teresa rifiutava donazioni. Un suo amico e cardinale spiega il suo segreto

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Jesús Colina - Aleteia - pubblicato il 22/08/16
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Così la ricorda Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano “Nella sua opera, Madre Teresa di Calcutta non ha esitato a rifiutare importanti donazioni, perché sapeva che non avrebbero rispettato la dignità dei poveri”, lo racconta un suo amico, il cardinale Angelo Comastri.

Vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, il porporato italiano, diventato amico da giovane sacerdote della suora albanese che sarà proclamata santa il 4 settembre, ha raccontato il suo segreto con il ricordo di questo incontro.

“Mi guardò con due occhi limpidi e penetranti. Poi mi chiese: ‘Quante ore preghi ogni giorno?’. Rimasi sorpreso da una simile domanda e provai a difendermi dicendo: ‘Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?’. Madre Teresa mi prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettermi ciò che aveva nel cuore; poi mi confidò: ‘Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!’”.

“Non ho più dimenticato questo incontro —ha raccontato in una testimonianza scritta il cardinale Comastri, che è anche arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano—: il segreto di Madre Teresa sta tutto qui. Ci siamo rivisti tante altre volte, ma ogni azione e ogni decisione di Madre Teresa li ho trovati meravigliosamente coerenti con questa convinzione di fede: ‘Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore, e così…’”.

Comastri ricorda: “Nel 1979 ricevette il Premio Nobel per la Pace: lo accolse stupendosi e restando quietamente piccola nelle mani di Dio. Andò a ritirare il premio con la corona del Santo Rosario stretta tra le grosse mani, abituate alla fatica del lavoro e alla dolcezza della carezza: nessuno osò rimproverarla per il suo affetto verso la Madonna, neppure in una terra rigidamente luterana!”.

Tornando da Oslo Madre Teresa fece tappa a Roma. Vari giornalisti si accalcarono nel cortile esterno della povera dimora delle Missionarie della Carità sul Monte Celio. Madre Teresa non si sottrasse ai giornalisti, ma li accolse come figli, mettendo nella mano di ciascuno una piccola medaglia dell’Immacolata.

I giornalisti, ricorda il cardinale, furono generosi in foto e domande; una domanda fu un po’ birichina: “Madre, lei ha settanta anni! Quando lei morirà, il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica?”.

“Madre Teresa avrebbe potuto reagire con un po’ di santo sdegno ed invece fece un sorriso luminoso, come se le avessero dato un bacio affettuosissimo. E aggiunse: ‘Vede, io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, nella quale potesse brillare l’amore di Dio. Le pare poco?’”.

Il giornalista non riuscì a rispondere, mentre attorno alla Madre si era creato il silenzio dell’ascolto e della emozione. Madre Teresa riprese la parola e chiese al giornalista “sfacciatello”: “Cerchi di essere anche lei una goccia pulita e così saremo in due. È sposato?”. “Sì, Madre”. “Lo dica anche a sua moglie e così saremo in tre. Ha dei figli?”. “Tre figli, Madre”. “Lo dica anche ai suoi figli e così saremo in sei …”.

Nel 1988 Madre Teresa ha visitato Porto Santo Stefano, a Grosseto, dove Comastri allora era parroco. Con motivo della visita, un ricco industriale aveva manifestato l’intenzione di regalare a Madre Teresa la sua villa per accogliere i malati di Aids ed aveva in mano le chiavi per consegnarle alla Madre.

Il sacerdote riferii la proposta a Madre Teresa, che prontamente rispose: “Debbo pregare, debbo pensarci: non so se è cosa buona portare i malati di Aids in un luogo di grande turismo. E se fossero rifiutati? Soffrirebbero due volte!”.

“Però a tutti noi, uomini di poca fede, sembrava che Madre Teresa stesse per perdere una bella e rara occasione. Un distinto signore, che aveva assistito al dialogo, si sentì in dovere di consigliare: ‘Madre, intanto prenda la chiave e poi si vedrà…’”, ricorda Comastri.

Madre Teresa, senza alcuna esitazione, forse sentendosi ferita in ciò che aveva di più caro e di più prezioso, chiuse il discorso dicendo risolutamente: “No, signore! Perché ciò che non mi serve, mi pesa!”.