“Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti”. Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: “Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; 50 perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”.
E ancora: Mc 3,31-34; Lc 8,19-21; Mt 13,53-57; Mc 6,1-4; Lc 4,16-30; Giovanni 2,12, Giovanni 7, 3-10.
Accenni sono contenuti in Atti, Colossesi, Galati:
«Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui» (1,14);
«Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?» (9,5);
«degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore» (1,19).
Un esame oggettivo limitato a questi passi, gli unici del Nuovo Testamento nei quali si parli esplicitamente di “fratelli”, conduce alle seguenti considerazioni:
i nomi dei quattro fratelli sono Giacomo, Ioses (variante ellenista di Giuseppe), Giuda e Simone; fratelli e sorelle appaiono sempre in compagnia di Maria, madre di Gesù. Di loro però non viene mai indicata una parentela diretta con Maria o Giuseppe. Solo Gesù viene indicato come “figlio di Maria” o “figlio di Giuseppe”
LE TRE IPOTESI
La questione dell’interpretazione degli adelfòi di Gesù, data la frammentarietà e ambiguità delle fonti, è controversa. Tre sono le ipotesi che circolavano già nei primi secoli della cristianità, secondo le quali il termine greco adelfòi può corrispondere a: fratellastri, cioè figli di Giuseppe con una prima moglie di cui sarebbe rimasto vedovo prima di risposarsi con Maria; fratelli; cugini o parenti.
FRATELLI

L’ipotesi dei ‘fratelli’ di Gesù come fratellastri, cioè figli di Giuseppe avuti da un precedente matrimonio con Maria, è quella più antica: è attestata per la prima volta nel Protovangelo di Giacomo, testo apocrifo redatto attorno alla metà del II secolo. In esso viene descritta la miracolosa scelta di Giuseppe sposo di Maria tramite la fioritura del bastone, alla quale Giuseppe obietta: “Ho già figli e sono vecchio, mentre lei è giovane. Non voglio apparire ridicolo tra i figli di Israele” (9,2; v. anche 17,1-2; 18,1). Il nome della prima moglie di Giuseppe non è precisato né in questo testo né in altri apocrifi.
Nonostante il Protovangelo sia un testo antico, vicino agli eventi narrati, contiene (come gli altri apocrifi) numerosi elementi di stampo leggendario, sia per quanto riguarda la gratuita miracolosità di alcuni eventi (il tempo che si ferma, la levatrice incredula…) sia per quanto riguarda il confronto con altre fonti storiche (il collegio per bambine meritevoli all’interno del tempio non trova altri riscontri, oltre ad apparire inverosimile data la ieraticità del luogo).
FRATELLASTRI

L’interpretazione dei “fratelli” come altri figli di Maria e Giuseppe avuti successivamente a Gesù (fratelli carnali o germani) è stata avanzata da Elvidio, oscuro personaggio probabilmente discepolo di Aussenzio, vescovo ariano di Milano. L’opera è andata perduta, per cui non ci sono note nel dettaglio le varie argomentazioni, ma è conoscibile indirettamente dallo scritto che Girolamo redasse nel 383 in sua risposta. Da quanto si desume da Girolamo, Elvidio negò anche la nascita verginale di Gesù, attribuendola a un normale rapporto sessuale dei genitori.
CUGINI MATERNI

Girolamo sostiene contro Elvidio che i “fratelli” erano cugini materni di Gesù, figli di Alfeo e Maria di Cleofa, sorella di Maria madre di Gesù. Girolamo però non identifica Alfeo con Cleofa.