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“Un Sinodo per la Chiesa d’Australia nel 2020”

Vatican Insider - pubblicato il 18/08/16

La Chiesa cattolica dell’Australia vuole celebrare un proprio Sinodo nel 2020. Ad annunciarlo è l’arcivescovo di Brisbane, Mark Coleridge, in un’intervista pubblica sul Catholic Leader, il giornale cattolico locale. Coleridge – che ha partecipato in Vaticano al Sinodo sulla famiglia – è il principale promotore dell’iniziativa, sulla quale si è già espressa favorevolmente la Conferenza episcopale. Per divenire realtà attende ora solo l’approvazione da parte di papa Francesco.Si tratterebbe del quinto Sinodo per la Chiesa cattolica dell’Australia e giungerebbe a più di ottant’anni dall’ultimo, celebrato nel 1937.

«Attraversiamo un tempo di profondi mutamenti culturali – ha spiegato monsignor Coleridge – non solo nella società, ma anche nella Chiesa. Penso che dobbiamo accettare il fatto che la cristianità – nel senso del cristianesimo come religione civile, di massa – è finita. Come affrontare questa situazione?». 

Sullo sfondo c’è anche la questione dello scandalo pedofilia, che ha toccato in maniera dura la Chiesa dell’Australia: la Royal Commission che dal 2013 sta indagando sugli abusi sessuali nei confronti di minori ha gettato un’ombra sull’impegno educativo della Chiesa, da sempre uno dei punti di forza del cattolicesimo australiano. «Per la Chiesa non è certo il tempo di andare avanti come se niente fosse – commenta Coleridge sul Catholic Leader – E se ci fosse stata ancora bisogno di una prova la Royal Commission ce l’ha fornita. Dobbiamo fare i conti con i fatti e alla luce dei fatti, non sempre piacevoli, prendere decisioni importanti per il nostro futuro». 

L’Arcivescovo di Brisbane sottolinea infine il legame con l’esperienza vissuta al Sinodo per la famiglia: “È stato ascoltando il discorso del Papa sulla sinodalità nella Chiesa, la mattina del 17 ottobre – racconta – che ho iniziato a pensare in maniera chiara e potente che fosse arrivato il momento per l’Australia». E anche il metodo vuole essere lo stesso: «Spero che l’agenda del nostro Sinodo – continua Coleridge – sarà il frutto di una consultazione vera all’interno della Chiesa, da tenersi da qui al 2020. Chiunque lo vorrà potrà avere diritto di parola, com’è stato per i Sinodi a Roma».  

In questo senso – spiega – il Sinodo potrebbe avere un significato anche oltre i confini dell’Australia, indicando un metodo. Da parte sua il Presule sottolinea due grandi temi: la missionarietà della Chiesa e il futuro del ministero ordinato.  

Se arriverà l’assenso del Papa il comitato preparatorio guidato dall’Arcivescovo di Brisbane entro la fine dell’anno nominerà un segretario generale del Sinodo. «Sarà la figura chiave – spiega Coleridge – e potrà essere un uomo o una donna. Perché dovrà essere un’assemblea della Chiesa intera e non solo dei vescovi». 

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