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La madre ha provato ad abortirla bruciandola. Dopo 29 anni lei si “vendica” così

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Aleteia - pubblicato il 16/08/16
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Una storia potente che in merito all'aborto mostra un punto di vista raramente preso in considerazione

Una storia potente che in merito all’aborto mostra un punto di vista raramente preso in considerazione

Quello dell’aborto è un tema molto controverso. Alcune persone sono a favore, altre hanno invece posizioni più “equilibrate”, considerandolo accettabile soltanto in casi di violenza e gravi condizioni fisiche del nascituro. Ma ci sono anche persone contrarie, che sostengono che l’aborto equivalga ad un omicidio. E anche la donna di cui parliamo oggi difende quest’ultimo punto di vista…

Gianna Jessen ha 29 anni ed è sopravvissuta ad un aborto. Sua madre andò in una clinica per “liberarsi” di lei. Si trovava quasi alla fine della gravidanza, con ben 7 mesi e mezzo di gestazione.

I medici consigliarono alla donna di abortire attraverso un’iniezione di soluzione salina nell’utero, in modo da bruciare la bimba, dentro e fuori, e farla nascere morta. Ma proprio quando tutti pensavano che fosse arrivata la fine, successe qualcosa di impressionante…


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La bambina nacque viva! Contro ogni aspettativa, la bambina sopravvisse… Gianna ebbe alcune conseguenze a causa della mancanza di ossigeno, come ad esempio una paralisi cerebrale.

Dopo 29 anni ha deciso di “vendicarsi” di sua madre. Nel modo migliore che ci sia. Senza violenza, senza odio, ma diventando un’ambasciatrice contro l’aborto!

La giovane attivista ha tenuto conferenze in tutto il mondo, portando con sé una testimonianza molto forte: la sua stessa vita. Il suo caso fa riflettere, perché lei non sarebbe su questa terra se l’aborto avesse funzionato… e lei è grata a Dio per averle concesso il dono della vita e non aver permesso che fosse sua madre a decidere per lei.

Guardate e condividete questo discorso di Gianna. Ne vale la pena.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]