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“Caro Papa, ecco il nostro rosario della pace”

Vatican Insider - pubblicato il 14/08/16

Chissà se papa Francesco risponderà o telefonerà a Sampierdarena. Certamente, se la riceverà, la lettera che i ragazzi genovesi gli hanno inviato gli strapperà un sorriso: nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie quel messaggio di fratellanza su cui insiste, soprattutto con i giovani, ha già portato frutto.

«Abbiamo deciso di scriverti – si legge nelle prime righe – perché grazie a te, al nostro arcivescovo Bagnasco e ai tanti preti che conosciamo, sappiamo che la speranza non è morta, ma si alimenta anche in mezzo a angoscianti interrogativi, con il semplice e umile amore quotidiano». I venti firmatari hanno tra i 18 e i 30 anni: fanno gli animatori, si occupano dei bambini, delle famiglie e del servizio liturgico. S’interrogano, soprattutto: «Ci siamo chiesti tante volte a vicenda “dov’è Dio?” in mezzo a questa distruzione, a queste disuguaglianze, a queste miserie sociali che vediamo – scrivono al Pontefice – Nella preghiera e nella fraternità abbiamo percepito che, se rimane la domanda su Dio, ci è data la possibilità non di avere ma di essere risposte per i fratelli che abbiamo accanto».

Risposte concrete. Da settembre 2013, quando Bergoglio aveva chiesto di pregare per la Siria, il gruppo organizza incontri settimanali per il quartiere. «Sono momenti di riflessione – spiega Davide Penna, uno degli ideatori – con cui vogliamo tenere acceso il cuore delle persone». Il rischio è che le stragi del terrorismo «addormentino le coscienze o le carichino di intolleranza». Così dopo gli ultimi attentati in Bangladesh e a Nizza, a Sampierdarena hanno pensato che quei ritrovi non fossero più sufficienti. Hanno preso carta e penna e inventato un rosario ad hoc: «Tutto incentrato sui misteri della pace, che sono quelli che ci stanno più a cuore». Il segno che sono cambiati i tempi: «Rispetto a vent’anni fa è più difficile per i ragazzi credere in un futuro di pace – racconta Penna – la nostra generazione non dà più niente per scontato, non sa se conoscerà o meno la guerra. Per questo sentiamo l’urgenza di promuovere una cultura di pace nei luoghi dove viviamo». Una cultura fatta di gesti e meditazione: «Il rosario ha una tradizione orientale, Maria è una figura riconosciuta anche dall’islam. Ci rivolgiamo a lei». Qualche settimana fa hanno partecipato alla recita anche i profughi musulmani che sono ospiti della parrocchia.

Da quasi un anno a Santa Maria delle Grazie ne accolgono sei: scappano dal Ghana, dal Mali, dal Gambia. Sono in attesa di risposte dalla prefettura, hanno richiesto asilo. «Quando sono arrivati c’erano grossi problemi linguistici, tanta distanza sulle abitudini e i modi di vedere le cose – continua Penna – ma abbiamo cercato di coinvolgerli in quello che facciamo, nel rispetto della diversità». Grazie al lavoro di don Mario Colella e don Giacomo Martino si stanno superando gli ostacoli. I migranti ora studiano italiano, giocano a calcetto e mangiano la pizza con gli animatori. Uno aiuta persino in sacrestia. Hanno partecipato alla Messa di Natale e le famiglie del quartiere li hanno abbracciati: a turno cucinano per loro. «Siamo una storia di convivenza possibile, nonostante le difficoltà», dicono i liguri. In centinaia di altre parrocchie nel paese, ogni giorno, ci si prova. Da oggi, con un aiuto in più: il rosario della pace e dell’integrazione ideato a Sampierdarena. E magari pure la benedizione che il gruppo ha chiesto a papa Francesco.

Ecco il testo della lettera e il rosario.

Genova, 10 agosto 2016
Caro papa Francesco,
siamo un gruppo di giovani della parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Genova. Abbiamo deciso di scriverti per molti motivi, ma soprattutto perché desideriamo un  mondo di pace. In questo periodo restiamo attoniti, sbigottiti e impauriti di fronte alle continue notizie di morte da tutto il mondo. Ci siamo chiesti tante volte a vicenda “ma dov’è Dio?” in  mezzo a questa distruzione, a queste disuguaglianze, a queste miserie sociali che continuamente sentiamo e vediamo intorno a noi. Tuttavia, nella preghiera e nella fraternità abbiamo percepito che, se rimane la domanda su Dio, ci è data la possibilità non di avere ma di essere risposte per i fratelli che abbiamo accanto. Sì, caro papa Francesco, anche grazie a te, al nostro arcivescovo, e ai tanti preti che conosciamo, sappiamo che la speranza non è morta, ma si alimenta, anche in mezzo a angoscianti interrogativi, con il semplice e umile amore quotidiano che non sale alla ribalta dei media ma ci assicura un futuro.
Per questo nostro desiderio organizziamo, ogni settimana, un momento di preghiera e abbiamo deciso di ideare i misteri della pace. Eccoli:

Nel primo mistero della pace si contempla: l’insegnamento di Gesù sull’amore                                                      Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 38 – 48)

“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Nel secondo mistero della pace si contempla: l’unità in Gesù                                                                                Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini (Efesini 2, 13-18)

“In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.”

Nel terzo mistero della pace si contempla: la pace in Gesù                                                                                       Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25 – 30)

“In quel tempo Gesù disse: ‘Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.

Nel quarto mistero della pace si contempla: la pace frutto del perdono e di un incontro d’amore
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi (Colossesi 3, 12-17)

“Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti. La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali. Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.”

Nel quinto mistero della pace si contempla: la vita nuova in Gesù
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani

“Vi esorto fratelli, la carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”.
Inoltre, dato che la nostra parrocchia grazie ai nostri fantastici preti, don Mario Colella e don Giacomo Martino, ospita sei ragazzi migranti del Gambia, Mali e Ghana, abbiamo coinvolto anche loro nella preghiera; pur essendo musulmani hanno accettato il nostro invito e vogliamo camminare con loro in questo percorso di preghiera e pace. Dio è grande, e la sua grandezza si manifesta nel suo farsi piccolo per entrare in noi e rivelarsi, così, nella nostra capacità di costruire percorsi di preghiera, incontro e comunione nella diversità.

Ti invitiamo a pregare con noi e ti chiediamo di benedirci. Noi ti affidiamo al Signore con tutto il nostro cuore.

I giovani della parrocchia:
Alessia Miceli, Annalisa Marighella, Daniele Anselmi, Davide Penna, Eleonora Marighella, Emanuele Filocamo, Esmeralda Solari, Francesca Buttiglieri, Francesca Pistone, Giovanna Fiore, Giulia Rimembrana, Giuseppe Papalia, Ivan Totaro, Marta Lizzio, Matteo Lizzio, Mattia Butera, Michela Stanislao, Miguel, Nicoletta Papalia, Thomas Butera.
Parrocchia Santa Maria delle Grazie                                                                                                                   Via Chiesa delle Grazie 1                                                                                                                                        16149 Genova (Italia)

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