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Il primo manuale educativo anti-gender del Vaticano

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 12/08/16

E' destinato agli educatori cattolici di tutto il mondo. Mons. Vazquez: proviamo a spiegare attraverso un corso on line la bellezza dell'amore vero

Non poteva esserci cornice migliore della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia per presentare il nuovo progetto del Pontifico Consiglio per la Famiglia, dedicato all’educazione affettiva e sessuale degli adolescenti e dei giovani.

Intitolato “Il luogo dell’incontro” e costruito sull’immagine della tenda, questo itinerario educativo on line accompagna i ragazzi nella comprensione di sé come persone, chiamate a vivere ogni relazione con gli altri nella dignità e nel rispetto. La scoperta del progetto di Dio che chiama ciascuno ad amare costituisce il culmine delle sei unità in cui il percorso è suddiviso.

E’ un vero e proprio manuale su cui costruire solide basi per i concetti di affettività e sessualità. Un primo vero e proprio libello anti-gender e che sviluppa una morale nuova nei giovani, lanciato dal Vaticano e destinato (per ora) agli educatori cattolici di tutto il mondo, che possono utilizzare a scuola o negli incontri di pastorale giovanile e familiare.

LA LEZIONE DI PAPA FRANCESCO

La premessa su cui nasce questo lavoro è indicata dall’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia al numero 280: “Il Concilio Vaticano II prospettava la necessità di «una positiva e prudente educazione sessuale», tenendo conto «del progresso della psicologia, della pedagogia e la didattica». Tale educazione solo si potrebbe intenderla nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione. In tal modo il linguaggio della sessualità non si vede tristemente impoverito, ma illuminato. L’impulso sessuale può essere coltivato in un percorso di conoscenza di sé e nello sviluppo di una capacità di dominio di sé, che possano aiutare a far emergere capacità preziose di gioia e di incontro amoroso“.

AFFETTO E SESSUALITA’

Si legge ne “i luoghi dell’incontro“: è assolutamente necessario che questo programma sia utilizzato da tutte le istituzioni educative, sempre a complemento e in aiuto al compito dei genitori. Deve essere un insegnamento che tenga conto dei diversi momenti della costruzione della personalità in relazione alla configurazione dell’ “identità sessuale” o assunzione matura della propria sessualità, con momenti differenziati a seconda dei sessi. In maniera integrata e partendo dall’esperienza dei giovani, si offriranno le fondamenta umane della sessualità e dell’affetto, il loro valore morale in relazione alla costruzione della persona e al suo significato nel piano di Dio.

LA METAFORA DELLA TENDA

La metafora della tenda non è casuale. Come la tenda man mano si costruisce per essere impiantata nel terreno ed ospitare al suo interno delle persone; così la persona man mano cresce, matura, fino ad impiantare solide fondamenta ai suoi valori educativi, scoprendo passo dopo passo ogni sua dimensione come persona: il suo corpo, la sua sessualità, i suoi affetti, la sua libertà, la sua volontà e la sua dimensione morale.

Proviamo a metterci nei panni di un educatore e a scandire le 6 tappe de “I Luoghi dell’incontro”, che si rivolgono ai ragazzi delle scuole medie e superiori.

1) ACCETTARE IL PROPRIO CORPO

Dio origine e destino degli uomini. E’ il primo passo dell’itinerario che i nostri giovani realizzeranno. Essi impareranno a guardarsi, a definirsi come persone, a partire dall’osservazione, dallo stupore e dalla propria esperienza; conoscendo e indirizzando la propria intelligenza, la propria volontà, i propri desideri e affetti, e la propria spiritualità; accettando il proprio corpo e riconoscendolo come espressione personale, in cui sono iscritti l’origine e il destino di ogni uomo e di ogni donna.

L’educatore in questa fase deve stimolare domande che facciano interrogare su se stessi ai ragazzi anche con immagini di supporto. Può inoltre stimolarli con la proiezione di spezzoni di film come L’Uomo d’Acciaio (Superman) e Spiderman nelle scene in cui i due supereroi si mostrano da adolescenti dotati di grande potere e quindi investiti di una grande responsabilità. Bisogna far vedere agli adolescenti che i cambiamenti che stanno sperimentando nella loro adolescenza sono una grande opportunità (un grande potere) per consolidare la persona matura che arriveranno ad essere in pochi anni.

2) LA DIFFERENZA TRA I SESSI

L’incontro con l’altro, con il TU, aiuta i nostri giovani a conoscersi meglio e a rafforzare la loro identità. Essi impareranno a riconoscere che la sessualità parla di una differenza: l’uomo e la donna, che condiziona tutta la persona. Anche la dimensione affettiva è condizionata dalla sessualità. Impareranno a riconoscere i loro affetti e a convogliarli all’ordine dell’amore.

L’educatore introduce la scheda sui “Corpi differenti” invitando i giovani ad essere protagonisti in questo percorso e a mettere in discussione il senso della propria identità. Il rapporto con gli altri ha un ruolo fondamentale nel processo di formazione dell’identità, perché aiuta a situarsi e a rispondere in modo più completo: Chi sono io? Attraverso l’osservazione di due fotografie: una di un neonato e l’altra di due sculture di Antonio López del corpo di un uomo e una donna, si cerca di guidare i giovani a riconoscere la differenza sessuale.

L’educatore propone anche esperimenti pratici: ad esempio con quattro ragazzi volontari, due per genere, che si incontrano e chi li osserva descrive la differenze in gesti e atteggiamenti. Tra gli spezzoni di film proposti, “La costola di Adamo” del 1949, o il più recente “Stockholm” nella scena dell’incontro tra un ragazzo e una ragazza: sarà amore a prima vista.

3) LA LIBERTA’ DI OGNUNO

Il terzo passo è riflettere sulla libertà assieme al giovane. L’IO e il TU che entrano in relazione possono farlo in maniere diverse per il fatto che siamo stati dotati di libertà e, pertanto, la storia di ciascuno deve essere ancora scritta.

L’IO e il TU che entrano in relazione possono farlo in maniere diverse per il fatto che siamo stati dotati di libertà e, pertanto, la storia di ciascuno deve essere ancora scritta.

Questa libertà che ci è stata donata come un regalo, deve essere alimentata e formata e deve maturare affinché, quando la mettiamo in gioco, sappiamo dare della nostra vita e di quella degli altri qualcosa di bello, poiché è nell’Amore che, a immagine del nostro Creatore, troviamo la ‘vera libertà’.

Ai ragazzi sono proposte schede in cui loro si esprimono sul concetto di libertà, con degli esempi concreti per definire ciò’ che considerano libero da ciò che non lo è. Fino a riflettere su chi ha originato ad ognuno di noi stessi la nostra libertà. Tra i film in “Batman Begins”, la doppia vita di Wayne, come multimilionario edonista e come Batman, permette di vedere in che modo la vera e libera scelta stia nell’agire bene.

4) LA BUONA SCELTA E IL PECCATO

In questo passaggio è importante che i giovani riconoscano la trascendenza di una buona scelta. Li si accompagna per comprendere più a fondo la difficoltà di scegliere il meglio per loro e come il peccato ferisca il cuore. Impareranno a riconoscere queste ferite dell’amore e gli strumenti per poterle prevenire, cioè la grazia e le virtù. La buona novella è che le ferite non sono irreversibili. Dio, nel suo Figlio Gesù Cristo, è il medico capace di guarire le ferite con la medicina migliore dell’amore.

L’educatore sollecita i ragazzi con schede in cui devono distinguere ciò’ che è caotico da ciò’ che è ordinato, la funzione di corretta di determinati oggetti, la ricerca sul vocabolario di parole come “concupiscenza”, “edonismo”, “pansessualismo” per conoscerne il loro senso. E’ utile in tal senso il film “Star Wars Episodio III. La vendetta di Sith” in cui si evidenziano la dicotomia tra Jedi, che cercano il bene degli altri, e i Sith che pensano interiormente solo dentro se stessi.


5) LA NOSTRA MORALITA’

Questa unità intende fare una riflessione approfondita sulla dimensione morale della persona. La morale viene presentata ai giovani non come un peso bensì come un aiuto lungo il cammino.

Dopo aver scoperto la dimensione del peccato, essi riconosceranno come la dimensione morale sia un elemento costitutivo di loro stessi e come i loro atti abbiano conseguenze anche sugli altri, in quanto possono essere moralmente buoni o moralmente cattivi. Percorreranno la via del valore della vita e della dignità umana.

L’educatore si rivolge ai ragazzi con l’ausilio di pubblicità, video su youtube, sollecitando con loro una riflessione a non farsi trascinare dal consumismo deviato di operazioni pubblicitarie a sfondo sessuale come quella del gelato Magnum depositato sul corpo di uomo nudo. Al contempo apre un confronto sugli atti considerati moralmente buoni, attraverso l’ausilio di schede che partono da esperienze pratiche come, ad esempio, l’aiutare una persona anziana a salire sul bus.

La lezione di Gandalf in “Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato” è emblematica: gli atti umani dovrebbero essere indirizzati ad un bene maggiore, ma ciò non si realizza soltanto nelle grandi decisioni della nostra vita. Come ci indica Gandalf sono le azioni quotidiane, le piccole azioni di ogni giorno, ad allontanarci dal male.

6) AMORE COME VOCAZIONE

L’ultimo passo del percorso è scoprire l’amore come vocazione personale, come risposta ad una chiamata. I giovani riconosceranno che l’amore è un cammino con le sue tappe, e che non devono aver fretta di arrivare alla meta. La cosa importante è arrivare, senza saltare tratti di strada, e riconoscere l’amore vero. L’amore, che è personale, si concretizza nel matrimonio e per questo il fidanzamento è un ponte nel cammino dell’amore verso la dedizione reciproca nel matrimonio. Anche il sacerdozio e la vita consacrata sono una risposta personale a questo primo amore.

Il docente cercherà di mostrare ai giovani quei valori che contraddistinguono un amore vero da uno che non lo è. Si utilizzeranno anche strumenti pratici come il “termometro dell’amore”. Il video “Perché aspettare fino al matrimonio (VOSE)” mostra l’autenticità di un grande amore: un ragazzo aspetta la sua fidanzata sull’altare, e ci rivela che durante il fidanzamento non hanno avuto rapporti sessuali.

“LA BELLEZZA DEGLI EFFETTI E DELLA SESSUALITA'”

«L’obiettivo del progetto – spiega ad Aleteia Monsignor Carlos Simon Vazquez

Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia è aiutare i giovani e gli adolescenti a scoprire la bellezza degli affetti e della sessualità come parte importante della loro educazione integrale. Questo sarebbe l’obiettivo diciamo principale. Poi ci sono tanti obiettivi, legati a quello principale, successivamente declinati nelle diverse unità».

D: Per esempio?

Mons. Vazquez: «Ne cito alcuni: l’antropologia adeguata come fondamento necessario per comprende gli affetti e la sessualità; conoscere e praticare la vita virtuosa; l’ aiuto della vita morale e spirituale per sapere che, in ogni momento, nessuno è mai solo durante il progetto educativo che porta alla pienezza di vita, a secondo della vocazione che ciascuno ha ricevuto».

D: E’ rivolto alle scuole cattoliche?

Mons. Vazquez: «Questo progetto aveva il focus fondamentale certamente nel docente e quindi particolarmente nelle scuole. Ovviamente qui si tenta di trasmettere e servire il piano di Dio sul binomio ‘uomo-donna, sulla sessualità come trasmessa nella rivelazione cristiana letta nella dottrina della Chiesa. Ma detto questo, è un progetto anche e sopratutto indirizzato ai genitori, primi ed insostituibili educatori dei loro figli. E ancora è indirizzato a catechisti, preti, religiosi che collaborano con i genitori in questa particolare missione della pastorale giovanile e familiare. A secondo dei loro bisogni, possono utilizzare il materiale delle diverse unità adeguandolo al proprio contesto. Questo non va in contrasto con l’ idea che accomuna il tutto: cioè trasmettere la verità degli affetti e della sessualità umana nella logica del dono, unica via possibile per raggiungere la felicità».

D: Per gli studenti, è più indicata come attività extracurriculare, cioè al di fuori delle attività scolastiche? Durerà quanto l’anno scolastico?

Mons. Vazquez: «Questo materiale può essere adattato sia al curriculum scolare che extra scolare. Dipenderà in ogni caso della autorità competente in materia che intende utilizzarlo. Noi semplicemente offriamo un percorso al docente con lo scopo di aiutare i giovani a scoprire la bellezza del linguaggio del corpo e tramite questo linguaggio vivere con autenticità la propria vocazione all’amore».

D: Parliamo delle unità. Avete deciso di iniziare con una “lezione” per l’educatore.

Mons. Vazquez: «L’educatore è fondamentale. Deve essere il punto di riferimento credibile per i ragazzi. Deve altresì avere i strumenti, attrezzature, “tools” per poter prima apprendere e poi presentare le diverse unità con un linguaggio tale da farle comprendere ai giovani. È vero che il progetto presta particolare riguardo al docente, alla sua preparazione, perché non deve solamente trasmettere contenuti, ma deve avere sopratutto l’arte della pazienza e del coraggio di accompagnare a trecentosessanta gradi i singoli giovani che formano il gruppo, la classe. Il Papa ci invita con molta frequenza ad avere questo atteggiamento educativo che fa giustizia alla dignità di ogni singolo ragazzo/ragazza, per fare in modo che tutti possano conoscere e vivere questa dimensione fondamentale della vita».

D: Un progetto articolato, dunque, che ha necessitato di una grande mole di lavoro.

Mons. Vazquez: «E’ stato un lavoro davvero intenso e vorrei qui ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno contribuito a fare di questo progetto un cammino di servizio a tanti giovani nella sua ipotetica vocazione matrimoniale come alla verginità consacrata.

Come dicevamo a Cracovia, il progetto è in costruzione, è in cammino, non è perfetto, è semplicemente quello che finora, vista l’esperienza dell’incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia, ci è sembrato giusto che emergesse in maniera più strutturata».

D: Secondo lei cosa va migliorato?

Mons. Vazquez: «Siamo consapevoli che il progetto bisogna comprenderlo nella sua interattività e sopratutto nella sua integrità. Ci possono essere tantissime cose da perfezionare come, ad esempio, la spiegazione più dettagliata del materiale cinematografico di ciascuna unità, così come alcuni elementi pittorici delle stesse. Anche questo materiale dovrebbe essere valutato nel contesto in cui l’abbiamo inserito. Non si può isolarlo, così come non si possono isolare come se fossero compartimenti stagni ciascuna delle sei unità. Un sforzo in questo senso va fatto, in primis, in noi per mostrare la sua ricchezza, tutt’altro che scontato, di questo corso di educazione affettiva sessuale on line».

D: Il messaggio che lei personalmente vuol trasmettere attraverso questo progetto?

Mons. Vazquez: «Mi piace dire che questo progetto “il luogo del incontro” è in cammino, perché chiama a tutti a servire la dimensione fondamentale dell’umanum. Amoris Laetitia ci sprona a fare dell’educazione in genere, e sessuale in particolare, una emergenza per tutti, poiché tramite l’adeguato rapporto con i nostri affetti e con la nostra corporeità possiamo umanamente, attraverso la grazia del Signore, vivere in pienezza e santità la nostra vita quotidiana».

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