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2 lezioni che ho imparato sulla maternità quando mio figlio non capiva la matematica

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Colleen Duggan - pubblicato il 12/08/16

Non posso ricoprire tutti i ruoli di cui hanno bisogno i miei figli

Io e mia sorella Sarah stavamo chiacchierando al telefono, mentre con un occhio sorvegliavo i miei figli che nuotavano. E proprio parlando dei ragazzi, le confessai che il più grande, Patrick, era stato rimandato a matematica.

“Quest’anno gli è andata male”, le dissi. “Capisce al volo la maggior parte delle cose; ma, per quanto riguarda la matematica, Patrick sembra proprio non farcela. Non riesce a risolvere i problemi più complicati”.

Mentre le dicevo quelle cose, Sarah rimase in silenzio. Ma non a lungo. “Cosa vuol dire che è stato rimandato in matematica, Colleen? Patrick è un bravo studente. Gli hai fornito un tutor? Gli stai facendo fare dei corsi di ripetizione estivi? È inaccettabile”, replicò Sarah.

Sarah e suo marito Ted sono come dei secondi genitori per i miei sei figli. I successi dei miei figli li rendono entusiasti, e sono entrambi a terra quando vedono che uno dei miei figli ha qualcosa che non va. Quando Sarah venne a sapere del difficile rapporto tra Patrick e la matematica, la prese peggio di quanto mi aspettassi.


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“Devi inserirlo in un programma di recupero estivo. Non può trovarsi indietro in matematica, è troppo importante. So che hai bisogno di aiuto, quindi non preoccuparti, gestirò io questo problema. Gli troverò un buon corso di recupero e farà esercizi ogni giorno. Se fa un buon lavoro gli pagherò il biglietto aereo per venirci a trovare quest’estate”.

Quella sera Sarah iscrisse Patrick alla Kahn Academy e mandò a suo nipote un’e-mail con gli argomenti che avrebbe studiato, promettendogli di pagargli il viaggio se avesse lavorato sodo.

Patrick fu entusiasta di quella prospettiva, e accettò immediatamente l’accordo. Io invece ero più che scettica sulla buona riuscita del piano di Sarah.

Ma avevo torto marcio.

Dall’inizio dell’estate, Patrick iniziò a mettere un timer ogni mattina, spendendo almeno un’ora sui problemi di matematica. Proprio lui – che era solito lanciare libri e quaderni in aria quando un problema non gli ridava, o quando semplicemente non aveva più voglia di fare esercizi – lavorò alacremente senza lamentarsi mai. Nonostante la sua atavica avversione per la matematica, dedicò l’intera estate a compiere quell’impresa titanica.

Voglio chiarire una cosa. Se io e mio marito avessimo deciso di dargli una ricompensa in denaro, non saremmo comunque riusciti a motivare Patrick a chinare la testa sui libri di matematica. Anzi, quasi tutti i nostri tentativi di insegnargli formule ed espressioni si rivelarono più che inefficaci.

Ma la promessa degli zii motivò Patrick a lavorare duramente.

Questa esperienza mi ha dato due lezioni sull’essere genitori, che non dimenticherò.

La prima è che non posso ricoprire tutti i ruoli di cui hanno bisogno i miei figli. È impossibile. Sebbene io desideri che sviluppino determinati talenti e abilità, le mie continue sollecitazioni non possono far succedere chissà cosa. E miei fastidiosi consigli (per quanto possano essere saggi) rimarranno comunque inascoltati.

Ma se sono le persone giuste a incoraggiare i miei ragazzi, con buone probabilità le ascolteranno. Un consiglio opportuno, da parte di qualcuno che i miei figli rispettano, può motivarli a fare qualcosa che io ho provato inutilmente a chiedere da tanto tempo.

bambino lavagna matematica
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La seconda lezione è che ci vuole davvero “un villaggio” per crescere un bambino. Provo a gestire da sola la vita morale, emotiva, psicologica e accademica di tutti i miei sei figli. E questo spesso mi sovraccarica. Sono onesta, proprio non avrei avuto l’energia necessaria per seguire gli sviluppi del corso di matematica di Patrick di quest’estate, sebbene conosca molto bene la sua importanza. Mia sorella si era accorta del mio bisogno di aiuto, e ha agito di conseguenza.

Tranquillizza sapere che, nel caso io e mio marito dovessimo avere difficoltà nel raggiungere i nostri obiettivi, saremmo sempre circondati da persone che si rimboccano le maniche e si mettono al lavoro.

Penso proprio che Dio sappia che io ho bisogno di tanto supporto da parte degli altri.

Ringrazio Dio per le “Sarah” e i “Ted” nel mondo. E ringrazio anche voi, Sarah e Ted. Vi devo un favore, e Patrick vi deve una lezione di matematica; ve la ripeterà, siatene certi, ogni mattina.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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